Ecco il film che ha "polverizzato" la fiducia in se stesso di Steven Spielberg, spingendolo quasi a farlo smettere di fare film - Cinefilos.it
 

Ecco il film che ha “polverizzato” la fiducia in se stesso di Steven Spielberg, spingendolo quasi a farlo smettere di fare film

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È impossibile per noi mortali immaginare che qualcuno leggendario come Steven Spielberg possa mai avere problemi di fiducia. Ma, all’inizio della sua carriera, guardare uno dei più grandi classici del cinema appena uscito ha messo a dura prova la sua autostima, e quasi lo fece abbandonare del tutto il cinema. Stiamo parlando del film Il Padrino del 1972, realizzato da uno degli amici più cari di Spielberg, Francis Ford Coppola.

Ma perché guardarlo avrebbe fatto venir voglia a qualcuno di smettere di fare film, specialmente a un genio come Spielberg? Nel 1972, Steven Spielberg era già un giovane regista emergente pieno di potenziale, ma aveva appena scalfito la superficie di ciò che avrebbe potuto raggiungere come regista. Il suo primo lungometraggio, il thriller d’azione del 1971 Duel, era già stato distribuito come film televisivo per la ABC, ma sarebbero passati altri tre anni prima del suo secondo film, il primo a uscire in sala, The Sugarland Express.

Mentre le cose sembravano andare a rilento per Spielberg, Francis Ford Coppola, uno dei suoi amici e colleghi registi, era molto più impegnato. Aveva già lavorato con leggende come Fred Astaire e Petula Clark in Finian’s Rainbow e stava persino coinvolgendo alcuni dei suoi amici in progetti come The Rain People, che vedeva George Lucas affiancato per preparare un realizzazione di documentari. Nel 1972, dopo molto rumore dietro le quinte, Coppola realizzò finalmente Il Padrino che, non solo divenne un successo, vinse un sacco di premi e in seguito fu acclamato come uno dei migliori film di sempre, ma ha anche distrutto la fiducia in se stesso del giovane Spielberg.

In uno degli extra del restauro in DVD de Il Padrino, Spielberg rivelò che si sentiva come se non avrebbe mai potuto contribuire con niente di così buono: “Ero polverizzato dalla storia e dall’effetto che ebbe su di me, e mi sentivo anche che avrei dovuto lasciare. Non c’era motivo di continuare a dirigere perché non avrei mai raggiunto quel livello di fiducia nella capacità di raccontare una storia come quella che avevo appena vissuto.” Come se ciò non fosse abbastanza straziante, ha proseguito dicendo: “Quindi, in un certo senso, ha distrutto la mia fiducia”.

Per fortuna la storia ha poi raccontato una versione differente dei fatti. Steven Spielberg ha recuperato al fiducia in se stesso e ha contribuito, in maniera determinante, a scrivere la storia del cinema contemporaneo e a creare un immaginario collettivo internazionale adesso imprescindibile non solo per chi ama il cinema ma per chiunque non viva in una caverna profonda, isolato dal resto del mondo.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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