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L'Italia che corre (e si spera vinca) alla 24 Ore

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L'Italia che corre (e si spera vinca) alla 24 Ore
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Manca un mese esatto al semaforo verde della 24 Ore di Le Mans, che arriva un anno dopo l’edizione del centenario dove la Ferrari, a 50 anni d’assenza dalle competizioni a ruote coperte, ha centrato una straordinaria quanto inattesa vittoria al debutto. La 499P sarà quindi chiamata a difendere il primato e tenere alta la bandiera tricolore. Ma non sarà l’unica, sappiatelo, a rappresentare il nostro Paese al via della gara endurance più celebre del mondo.

Italia presente in tre categorie. Quest’anno più che mai, infatti, il circuito de la Sarthe vede schierati team e piloti italiani. Su 62 vetture (divise in tre classi) e 186 piloti, si contano infatti ben 7 auto e 17 piloti con la nostra bandiera sulla carrozzeria e sulla tuta. Nella massima categoria, quella delle hypercar, per la prima volta nella storia ci sarà il dualismo fra la Ferrari e la Lamborghini: la prima, detentrice della vittoria dell’edizione 2023, sarà a Le Mans con le tre vetture full season che competono a tempo pieno nel mondiale Fia Wec, ossia le due ufficiali gestite dal team piacentino AF Corse (la n. 50 con Fuoco-Molina-Nielsen e la n.51 di Pier Guidi-Calado-Giovinazzi) più la terza privata iscritta sempre da AF Corse: la riconoscerete subito perché gialla e a bordo ci sono Kubica-Shwartzman-Ye.

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Il debutto di Lambo. La casa di Sant’Agata, dal canto suo, è al debutto assoluto fra i prototipi con la sua SC63 gestita dal team italiano Iron Lynx, vettura che sta accumulando esperienza gara dopo gara e che alla 24 Ore raddoppierà l’impegno: oltre alla n. 63 che partecipa al mondiale endurance (con Bortolotti-Kvyat-Mortara), per l’occasione la Lamborghini porterà anche la n.19 attualmente impegnata nel parallelo campionato americano Imsa, con l’equipaggio formato da Caldarelli-Grosjean-Cairoli. Infine, faremo il tifo anche per la Isotta Fraschini, il celebre marchio italiano che da quest’anno è tornato a calcare l’asfalto in pista con la Tipo 6 Competizione (l’equipaggio è composto da Serravalle-Bennet-Vernay), costruita a Padova dalla Michelotto e capitanata da Claudio Berro, con anni di esperienza al muretto, e non solo, della Ferrari F1.

Sotto sotto c'è Dallara. Più nascosta, ma pur sempre presente, la bandiera italiana sventola anche sotto l’abito di due altre hypercar: la Cadillac V-Series R e la BMW M Hybrid V8 (con due esemplari a testa al via della gara) nascono infatti su base Dallara, con l’azienda emiliana che fornisce loro i telai e il supporto dei propri ingegneri.

Solo AF Corse in LMP2. L’Italia latita, invece, nella categoria LMP2, i prototipi Oreca 07 con motore Gibson di classe inferiore alle hypercar che quest’anno, per la prima volta, non partecipano più all’intero campionato endurance, ma è stata riservata loro la possibilità di prendere parte alla 24 Ore di Le Mans, una gara che da sola vale più di un campionato. Su 16 vetture partecipanti, soltanto una ha il passaporto italiano perché iscritta, ancora una volta, dal team AF Corse.

C'è anche Vale. Infine, in classe LMGT3 con le gran turismo derivate dalla produzione, assisteremo nuovamente alla sfida, stavolta più equilibrata, fra il Cavallino e il Toro, portate in pista dagli stessi team che seguono anche le rispettive hypercar. Ci saranno dunque da tenere d’occhio le due Ferrari 296 Vista AF Corse, che su sei piloti ne conta tre italiani: Castellacci, Rigon e Rovera. Non di meno, le Lamborghini Huracan di Iron Lynx (Schiavoni-Cressoni-Perera) e Iron Dames, quest’ultimo trio formato dalle velocissime Sarah Bovy, Michelle Gatting e Doriane Pin. Su macchina tedesca, ma senza dubbio uno degli italiani più amati al mondo, quest’anno fa il suo debutto a Le Mans anche Valentino Rossi. Occhio, quindi, alla BMW M4 del team WRT; il numero di gara, manco a dirlo, è il 46.

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