Sanna (Pd): “La mia foto sullo yacht di Spinelli? Tritacarne: da politico è normale voler conoscere il mondo portuale. Nemmeno ho mangiato, sono celiaco” - la Repubblica

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L’intervista

Sanna (Pd): “La mia foto sullo yacht di Spinelli? Tritacarne: da politico è normale voler conoscere il mondo portuale. Nemmeno ho mangiato, sono celiaco”

Sanna (Pd): “La mia foto sullo yacht di Spinelli? Tritacarne: da politico è normale voler conoscere il mondo portuale. Nemmeno ho mangiato, sono celiaco”
Il vicepresidente Pd del consiglio regionale della Liguria replica alle polemiche sull’immagine che lo ritrae con l’ex governatore Claudio Burlando a bordo del Leila 2: “Si parlò di cose generiche, il nostro partito spesso è stato criticato per restare chiuso nelle stanze. Ora si voti, siamo pronti”
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Quel giorno, sullo yacht di Aldo Spinelli, andava in scena il “patto della lasagna”. «Ma io non ho nemmeno mangiato, perché sono celiaco». Armando Sanna, vicepresidente Pd del consiglio regionale, ex sindaco di Sant’Olcese, parla di «rischio di tritacarne mediatico, in cui non si distingue più niente»: «Il nostro partito — spiega — è stato criticato troppe volte, e giustamente, per restare chiuso nelle stanze. Il mio lavoro è andare a conoscere le persone: altrimenti non conosci la città». Epicentro della polemica, la foto — che risale al 29 ottobre 2021 — in cui Sanna è ritratto insieme all’ex presidente della Regione Claudio Burlando e all’imprenditore Giulio Schenone, tutti non indagati, a bordo dell’ormai celebre Leila 2.

Sanna, cosa ci facevate sullo yacht definito nelle carte dell’inchiesta come un centro di potere occulto?

«Trovo questa polemica veramente strumentale. Anche perché non importa dove sei, importa cosa fai. E io, che all’epoca mi ero appena insediato, mi sono subito attivato per conoscere il mondo portuale: ero lontano da quell’ambiente, avendo fatto tanti anni il sindaco ed essendomi occupato solo del mio territorio. Ho incontrato altri imprenditori, sindacalisti: come è normale che sia, altrimenti non facciamo politica».

Cosa ricorda di quel pranzo? Non le è sembrato strano trovarsi su una barca?

«In realtà non sapevo nemmeno che il pranzo sarebbe stato lì. Anzi, se non ricordo male si era parlato di vedersi al ristorante, che poi era chiuso. In ogni caso, arrivato con Schenone e Burlando, scopro che si serviranno le lasagne. E io, che sono celiaco, non ho mangiato nulla. Tra l’altro, la notizia esce il giorno stesso, altro che segretezza. Spinelli aveva avvisato i giornali».

Di cosa avete parlato?

«Di lavoro, del porto di Genova come porta dell’Europa, del suo potenziale. Ma cose molto generiche: il porto come parte integrante della città. Giusto il tempo del pranzo».

Vi hanno fatto lasciare fuori i cellulari?

«Non scherziamo. In vita mia ho sempre tenuto il cellulare in tasca. Tutti l’avevamo».

Ha poi incontrato ancora Spinelli?

«Mai, è stata l’unica volta. Però non deve passare che tanto sono tutti uguali: non è così, non si possono mettere a confronto le due vicende. Le persone mi fermano per strada preoccupate chiedendo cosa accadrà. Credo si voterà a ottobre, dobbiamo farci trovare pronti».

Che idea si è fatto dell’inchiesta che ha travolto la Regione?

«L’esperienza della giunta Toti è finita. Il centrodestra si sta defilando piano piano: Toti è considerato al capolinea più dai suoi amici che dai suoi avversari. Quel giocattolo si è rotto. In Liguria non ci possiamo permettere l’immobilismo: bisogna andare al voto, altrimenti rischiamo di perdere i sette miliardi di investimenti sul territorio. Il mondo dell’impresa e del lavoro deve sapere che può contare sul Pd. Siamo pronti».

Ieri Conte è venuto a Genova a cavalcare la manifestazione. Che impressione ha avuto? In piazza c’era anche lei.

«Sì, per il mio ruolo istituzionale: molti di questi comitati sono venuti da me, sono il punto di incontro tra cittadini e politica. Vanno ascoltati, ma poi è la politica che deve prendere le decisioni, con un lavoro di uncinetto. Sulle opere dobbiamo andare avanti».

Conte è tornato a sferzare sulla questione morale.

«Queste contrapposizioni nazionali mi interessano poco. Qui sul territorio con i Cinque Stelle abbiamo un rapporto di grande collaborazione, obiettivi comuni e già un campo molto ampio. Pensiamo al territorio, quindi: che ha bisogno di una svolta».

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