“Il gusto delle cose”: un viaggio cinematografico alla scoperta del sapore dell'arte sensoriale - Il Superuovo

“Il gusto delle cose”: un viaggio cinematografico alla scoperta del sapore dell’arte sensoriale

Con la regia di Trần Anh Hùng, “Il Gusto delle Cose” offre un’esperienza cinematografica raffinata e sensoriale.



Interpretato da Juliette Binoche e Benoît Magimel, il film ci insegna a gustare appieno la vita, dimostrando come i nostri cinque sensi influenzino la nostra percezione e digestione dell’arte.

IL FILM IN BREVE

I film sono solitamente concepiti per stimolare principalmente l’udito e la vista, lasciando così inutilizzati tre dei cinque sensi, almeno fino a quando il cinema non raggiunge il suo massimo livello di coinvolgimento sensoriale. “Il gusto delle cose”, l’ultimo film del regista Trần Anh Hùng, è un’opera rara che sembra coinvolgere molto più dei soli occhi e delle orecchie. Il modo in cui questo dramma filma e celebra il cibo cucinato meticolosamente nella campagna francese del XIX secolo è coinvolgente e quasi erotico.
Il nucleo centrale dei maestri della cucina che eseguono questi complessi rituali culinari è formato da Dodin Bouffant, un rinomato esperto gastronomico che dedica il suo tempo allo studio della scienza alimentare e a pranzi lussuosi con un gruppo di amanti del cibo simili a lui, e accanto a lui c’è Eugénie, la sua cuoca personale da vent’anni. Nonostante abbiano condiviso il letto in passato e Dodin le abbia fatto numerose proposte di matrimonio, Eugénie ha gentilmente declinato ogni volta, preferendo mantenere intatto l’equilibrio tra la loro relazione personale e professionale anche se in qualche modo la loro intimità comunque si palesa davanti a fornelli e forni.
Il film di Trần Anh Hùng, regista vietnamita naturalizzato francese, è stato premiato per la regia al recente Festival di Cannes ed è stato selezionato dalla Francia come candidato agli Oscar, dal 9 maggio è nelle sale italiane. Basato sul romanzo “La vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet” di Marcel Rouf del 1924, il film attinge anche ispirazione da “La fisiologia del gusto” di Jean Anthelme Brillat-Savarin del 1825, che stabilisce rigidi standard gastronomici ed estetici. Tran Anh Hùng, già vincitore della Camera d’Oro a Cannes nel 1993 con “Il profumo della papaya verde” e del Leone d’Oro a Venezia nel 1995 con “Cyclo”, porta questo racconto sul grande schermo.

L’ARTE ATTRAVERSO I SENSI

L’umanità possiede uno dei più grandi doni: la capacità artistica di creare opere di bellezza senza tempo. L’arte ha accompagnato l’umanità per secoli, dai primi graffiti che narravano le gesta degli ominidi, fino alle meravigliose opere che ammiriamo oggi. Ma cosa ha spinto gli esseri umani verso l’arte in tutte le sue forme?
Analizzare questo fenomeno con attenzione ci permette di comprendere quanto ogni parte di noi sia stata plasmata per comunicare e interagire con il mondo esterno. Siamo creature interconnesse, unite da un filo invisibile che lega l’umanità attraverso l’arte.
L’arte, in tutta la sua ampiezza, coinvolge un processo sensoriale e corporeo che sollecita tutti i nostri sensi. Nasce dall’interazione di emozioni, processi cognitivi e fisiologici. Come i tasti di un pianoforte generano note diverse, così le emozioni, le idee, i ricordi e le reazioni agli stimoli producono melodie uniche: le melodie dell’anima.
In questo processo, l’aspetto psicologico è fondamentale. Ogni melodia è strettamente legata all’individuo e alla sua percezione della realtà circostante, riflettendo ciò che porta dentro di sé.
I sensi – olfatto, vista, udito, tatto e gusto – avviano un processo di elaborazione e sintesi nel nostro Sistema Nervoso Centrale. Questi sensi veicolano e permettono la rappresentazione e l’elaborazione del significato che il nostro corpo costantemente associa agli stimoli interni ed esterni.

NELLO SPECIFICO…

Quando riceviamo uno stimolo, il nostro cervello emotivo reagisce attivando diverse aree come l’Ipotalamo e il Sistema Limbico. Queste aree inviano segnali ai muscoli e agli organi interni attraverso il Sistema Neurovegetativo, che a sua volta trasmette queste informazioni al Sistema Nervoso Centrale. Qui, le informazioni vengono elaborate per creare un’esperienza emotiva, che chiamiamo “sentimento”.
La causa specifica dello stimolo diventa meno rilevante rispetto al modo in cui il corpo vive questa sensazione nel suo complesso, che sia positiva o negativa. Questo processo trasforma lo stimolo in una serie di eventi corporei che hanno un significato unico per ogni individuo, permettendogli di interagire con il mondo esterno e comunicare le proprie percezioni.
L’arte, la musica, la danza e il teatro fungono da mezzi per interpretare e comunicare queste esperienze interne, e per questo motivo rimangono un linguaggio universale tra gli esseri umani.
L’arte, attraverso l’incorporazione di idee e sentimenti, offre una voce a un processo altrimenti silenzioso. Comunicare con gli altri può essere difficile, soprattutto quando si tratta di gestire le proprie emozioni. In questi casi, l’arte può servire come strumento tecnico per favorire il recupero e la crescita emotiva, affettiva e relazionale dell’individuo.
Questo tipo di intervento si concentra sul non verbale e si basa sull’idea che il processo creativo utilizzato nell’arte possa generare un senso di benessere e migliorare la qualità della vita. L’arte consente di esprimere e comunicare molto più di quanto le parole possano fare, poiché coinvolge direttamente ciò che il nostro corpo percepisce. Si tratta di un processo emotivamente riconoscibile per chiunque, anche per chi osserva dall’esterno.

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