Visita andrologica: a cosa serve e quando prenotarla

La visita andrologica è un controllo medico rivolto alla salute maschile, focalizzato su problemi riproduttivi e urologici

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

La visita andrologica è un controllo medico che effettua uno specialista, chiamato andrologo. È un momento fondamentale nella vita di un uomo per prevenire, diagnosticare o escludere patologie dell’apparato sessuale maschile.

È bene prenotarla ogni volta che si avverta qualche disturbo nella zona testicolare o inguinale. Non solo: anche in assenza di problemi un uomo dovrebbe effettuare, di tanto in tanto, una visita andrologica, per controllare la propria salute intima e individuare eventuali disturbi in fase iniziale. Gli adolescenti dovrebbero prenotare la prima visita andrologica verso i 14-15 anni, superando un immotivato imbarazzo.

A cosa serve la visita andrologica

Una visita andrologica può essere considerata l’equivalente della visita ginecologica che effettuano le donne. La esegue l’andrologo, un medico specializzato nella cura dell’apparato genitale maschile e nella prevenzione di patologie. L’andrologo ha competenze simili a quelle dell’urologo, ma non sovrapponibili. Infatti questo secondo specialista è specializzato nella cura delle malattie dell’apparato urinario, quindi vescica, uretra e ureteri.

L’andrologo possiede una competenza approfondita dell’apparato genitale. Conosce anatomia e funzionamento di pene, testicoli, prostata, epididimi, vescicole seminali, dotti deferenti. Può diagnosticare e spesso curare personalmente eventuali malattie che colpiscono questi organi e tessuti. Ne sono esempi il varicocele, la disfunzione erettile, i problemi alla prostata, itumori e così via. In seguito a visita andrologica, lo specialista si può rivolgere ad altri esperti, per esempio il chirurgo, l’oncologo, l’endocrinologo e così via.

Quando prenotare una visita andrologica

È importante prenotare una visita andrologica appena possibile se si nota un problema che coinvolge la sfera sessuale. Un uomo per esempio può ricorrere all’andrologo se si accorge di avere un testicolo gonfio oppure nota un nodulo in uno dei testicoli.

Un’altra buona ragione per approfondire con lo specialista è il dolore nella zona testicolare, o ancora il fatto che un testicolo sembri più piccolo dell’altro. È bene richiedere una visita andrologica se ci si accorge di un problema di emospermia, ossia la presenza di sangue nello sperma e si è soggetti a qualsiasi problema di natura sessuale, come calo del desiderio o incapacità di avere e mantenere l’erezione. Oppure se si tratta di eiaculazione precoce o ritardata. Anche uno scolo dal colore sospetto dal pene o comparsa di neoformazioni sulla pelle suggeriscono di contattare un andrologo.

Superare l’imbarazzo della visita

Gli uomini di tutte le età hanno spesso problemi nel sottoporsi a una visita andrologica. Lo dicono i dati: meno del 5% dei ragazzi prenota questo controllo entro i vent’anni. Anche con il passare del tempo la situazione non migliora e sono pochi gli uomini adulti o anziani che si sono sottoposti nella visita ad almeno una visita andrologica. Molti provano vergogna e imbarazzo, frutto di una cultura sbagliata. È importante comunicare apertamente con il medico durante la visita per discutere eventuali preoccupazioni, chiedere domande e comprendere appieno il piano di trattamento proposto.

È necessario che le famiglie, prima di tutto, insegnino ai figli maschi che controllare la salute intima è importante per prevenire disturbi anche seri e per preservare la fertilità. Si può scegliere un andrologo uomo o donna a seconda di chi mette a proprio agio e ci si può far accompagnare da un amico o dalla propria compagna per essere più tranquilli.

Come si svolge la visita andrologica

La visita andrologica non richiede particolari preparazioni. È importante portare con sé eventuali esami relativo al disturbo per il quale ci si sottopone al controllo. Prima di tutto lo specialista effettua una accurata anamnesi del paziente. Raccoglie informazioni precise sulla storia medica della persona, in merito al particolare disturbo e più in generale sulle condizioni di salute.

Si informa se in famiglia si sono mai verificate patologie andrologiche e quando. Analizza poi in generale le abitudini di vita, informandosi sullo stile alimentare, su eventuale assunzione di alcolici e farmaci, sul vizio del fumo. Chiede al paziente se è sedentario o pratica attività fisica, di che tipo e con quale frequenza. Fa domande su vita sentimentale e abitudini sessuali. La visita andrologica prosegue a questo punto con l’esame obiettivo. Il medico esamina con attenzione pene e testicoli, effettuando anche una delicata palpazione.

L’esplorazione rettale

A volte, durante la visita andrologica lo specialista ritiene che sia il caso di controllare anche la prostata. Succede se per esempio il paziente ha problemi urologici oppure ha più di 50 anni. L’andrologo effettua allora una manovra diagnostica chiamata esplorazione rettale digitale della prostata o ERD, che si effettua introducendo un dito nell’apertura anale, dopo aver indossato guanti protettivi.

Questo controllo è semplice ma importante per valutare la consistenza e le dimensioni della prostata, la ghiandola che produce un liquido che va a costituite, insieme con gli spermatozoi, lo sperma. In questo modo può escludere la presenza di noduli o aree indurite, che potrebbero suggerire la presenza di un tumore. Inoltre può verificare se il paziente avverte dolore alla pressione o se ha problemi di ipertrofia prostatica, un ingrossamento benigno della ghiandola frequente dopo una certa età.

Se servono accertamenti

A volte lo specialista può richiedere alcuni esami di approfondimento per completare la visita andrologica. Questo può avvenire nel caso in cui l’andrologo noti qualche alterazione all’esame obiettivo, che rende importante escludere qualsiasi disturbo.

Per esempio può richiedere esami delle urine e del sangue, comprensive di glicemia, dosaggio lipidico, funzionalità di fegato e reni. Può anche richiedere il dosaggio di particolari ormoni nel caso di disfunzioni sessuali. È molto importante il dosaggio del PSA o antigene prostatico. Si tratta di un marker che si alza nel caso di malattie benigne o maligne della prostata. Livelli elevati richiedono quindi un ulteriore approfondimento.

Diagnostica per immagini

Oltre agli esami delle urine del sangue, lo specialista richiede ulteriori esami per chiarire la natura di processi infiammatori, noduli o altre anomalie accertate durante la visita andrologica. Può essere utile per esempio l’ecografia alla prostata e ai testicoli.

Si tratta di un esame rapido, indolore e del tutto innocuo perché non impiega radiazioni. È molto attendibile per studiare queste strutture ed escludere problemi seri. In casi più seri, può richiedere la risonanza magnetica nella zona dell’inguine e del pene. Quando viene riscontrata una lesione, la cui natura non è certa, l’andrologo può suggerire una biopsia del tessuto di prostata, testicoli e pene. Si tratta di prelievo di tessuto che viene poi esaminato in laboratorio per capire se è benigna o maligna e agire di conseguenza.

Visita andrologica: a volte occorre lo spermiogramma

Lo spermiogramma è l’analisi, attraverso un esame microscopico, del liquido seminale dell’uomo. È il più semplice e comune esame per la valutazione della fertilità maschile. Non si tratta di un esame che viene eseguito di routine.

È opportuno che vi si sottopongano gli uomini che, assieme alla partner, hanno cercato per 12-18 mesi una gravidanza che non è andata a buon fine. Inoltre è bene che vi si sottopongano gli uomini soggetti a qualche disturbo che può compromettere la produzione degli spermatozoi o la loro vitalità.

È il caso per alcune malattie genetiche rare e di alcune malattie abbastanza comune come per esempio varicocele. Quest’ultima è una condizione caratterizzata dalla dilatazione e dall’ingrossamento delle vene nello scroto, che si verifica tipicamente a causa di un’alterazione nella circolazione del sangue nelle vene del sistema venoso testicolare. Può essere causata da un insieme di fattori genetici e ambientali, ed è responsabile di aumento di temperatura che pone il rischio di infertilità.

La persona che si sottopone a spermiogramma deve astenersi dai rapporti sessuali tra tre a cinque giorni prima dell’esame stesso. Lo sperma viene raccolto in un contenitore sterile, quindi viene inviato al laboratorio di analisi.

Fonti bibliografiche: