La classifica Cwur: gli atenei italiani perdono competitività. 67 Università, Parma al 14° posto (ilqd)

La classifica Cwur: gli atenei italiani perdono competitività. 67 Università, Parma al 14° posto

La classifica Cwur: gli atenei italiani perdono competitività. 67 Università, Parma al 14° posto
Gazzetta di Parma INTERNO

L'Italia sta perdendo competitività, a livello internazionale, nell'ambito dell'istruzione universitaria. A dirlo è l'edizione 2024 della classifica redatta annualmente dal Center World University Rankings (Cwur). Se è vero, infatti, che sono 67 le università italiane a figurare nella lista di quest'anno, il 75% di esse perde posizioni. L'ateneo romano La Sapienza - che guida la classifica italiana - perde otto posizioni, arenandosi al 124mo posto. (Gazzetta di Parma)

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Il quinto e quarto posto, invece, sono occupate da Cambridge e Oxford, le uniche due università pubbliche nella parte alta della classifica . A completare la top ten sono quattro università dell’Ivy League (Princeton, Columbia, Pennsylvania) e la Caltech di Pasadena. (Gazzetta del Sud)

L’Italia perde competitività nell’istruzione universitaria, secondo il Center World University Rankings 2024. La maggior parte delle università italiane scende di posizione a causa del calo dei risultati nella ricerca, in un contesto di crescente concorrenza globale. (AltaRimini)

L’Italia sta perdendo competitività, a livello internazionale, nell’ambito dell’istruzione universitaria. L’ateneo romano La Sapienza - che guida la classifica italiana - perde otto posizioni, arenandosi al 124esimo posto. (Il Sole 24 ORE)

La Sapienza migliore università italiana nel mondo

L’Università di Cagliari si piazza al 641esimo posto a livello globale (32esimo in Italia) con un pinteggio di 73.0. L’ateneo cagliaritano perde 35 posizioni rispetto al 606esimo posto in cui si trovava nella classifica del 2023. (L'Unione Sarda.it)

L'ateneo di Roma scivola, però, al 124° posto della classificata stilata dal Center World University Rankings. Prima Harvard, seguita da Stanford e Cambridge (LAPRESSE)