Sorrentino presenta Parthenope: «A Napoli tutti attori viviamo un incanto permanente»

Sorrentino presenta "Parthenope": «A Napoli tutti attori viviamo un incanto permanente»

Il regista sbarca a Cannes con il suo nuovo film: «Un viaggio malinconico»

Sorrentino presenta "Parthenope": «A Napoli tutti attori viviamo un incanto permanente»

di Alessandra De Tommasi

CANNES - «Io da solo ci sto benissimo»: non poteva iniziare che con una battuta la corsa alla Palma d’oro di Paolo Sorrentino, unico italiano in gara. Durante il ristretto incontro con la stampa italiana ha raccontato, con il suo solito tono tragicomico e il sigaro in mano in terrazza, la genesi di “Parthenope”, che negli Usa sarà distribuito da A24Films e in Italia dalla neonata Piperfilm. Il film è una lettera d’amore alla sua Napoli, ma non di quelle sdolcinate in cui i sentimenti ti rendono cieco ai difetti. «I discorsi amorosi infatti – spiega – sono di varia natura, qui vediamo quello per il fratello, il primo amore, per il boss e il professore, tra gli altri». Il racconto, finora avvolto nel mistero più assoluto, comincia a prendere forma: «Il fatto che sia presentato a Cannes mi commuove – dice – perché qui sono esploso. Senza questo festival non avrei fatto tutti i film che ho fatto. Anche se ogni volta sono emozionato come al debutto, convinto che il mio progetto sia l’ultimo. E lo credo sempre, di tutti».

Gary Oldman (storico Dracula per Coppola, premio Oscar nei panni di Churchill per “L’ora più buia” e anche Sirius Black nella saga di Harry Potter) annuisce: «In ogni storia – e questa è stupenda – ci si riconosce quando le persone che vedi sullo schermo sono autentiche e provano come te solitudine o ambizione o un altro sentimento tra quelli umani». In particolare i personaggi di Sorrentino ne rispecchiano le origini, come ammette lui stesso: «A Napoli tutti si sentono potenziali attori protagonisti, vivono un incanto che non è reale. E così al centro del film la protagonista lascia la sua terra da giovane e torna 40 anni dopo per ritrovare la città ancora nel pieno della sua ideale recita, nonché al culmine dei festeggiamenti per lo scudetto».

Il cast è ricchissimo e va da Silvio Orlando a Luisa Ranieri, fino a Isabella Ferrari, che commenta così il suo personaggio: «Non ho avuto paura di sfidare questo ruolo, che parla di bellezza “appassita”. Anzi, senza trucco, parrucco e maschere, mi sono sentita libera». «Non potrebbe che essere così – concorda Gary Oldman – perché quando molli ciò che ti trasforma, allora ti sei liberato anche da te stesso». E allora Sorrentino diventa un po’ nostalgico, citando i suoi maestri («mia madre, Antonio Capuano e Dario Cantarelli») e alternando realtà e finzione. Il suo viaggio parte dalla giovinezza ma la vede come «un momento in cui ne godi vedendo già la fine. Non è un quadro triste?».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Maggio 2024, 06:15
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