Prove di unità tra le destre Ue: «Possiamo riorientare l’Europa» | Corriere.it

Prove di unità tra le destre Ue: «Possiamo riorientare l’Europa»

diFrancesca Basso

A Madrid, alla convention dei Conservatori e riformisti europei (Ecr,) guidata dalla premier italiana Giorgia Meloni, anche Marine Le Pen: «Dialoghiamo». Il caso Milei: il presidente argentino definisce «corrotta» la moglie di Sánchez, laSpagna richiama l’ambasciatore

Prove di unità tra le destre Ue: «Possiamo riorientare l’Europa»

Marine Le Pen, leader del Rassemblement National

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE 
BRUXELLES Mostrare un fronte unito nonostante le differenze in vista delle elezioni di giugno per «riorientare» l’Ue. L’obiettivo è «sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti con le sinistre» al Parlamento europeo, come ha detto la premier Giorgia Meloni in videocollegamento nella giornata di chiusura della convention «Viva Europa 2024», organizzata a Madrid dal partito di estrema destra Vox insieme all’Ecr, a cui hanno partecipato una decina di partiti nazionalisti europei.

Ieri sono intervenuti i big. Meloni ovviamente — è la presidente del partito dei Conservatori e riformisti europei — ma anche il premier ungherese Viktor Orbán con un videomessaggio e sul palco la leader francese del Rassemblement National (Rn) Marine Le Pen. E poi «special guest» il presidente argentino ultraliberista Javier Milei, che ha fatto scoppiare una crisi diplomatica con Madrid attaccando Begoña Gómez, moglie del premier Sánchez, definendola «corrotta»: la Spagna ha richiamato l’ambasciatore a Buenos Aires per consultazioni «sine die». Condanna anche da parte del capo della diplomazia Ue Borrell.

La convention ha celebrato il vento in poppa che i sondaggi attribuiscono alle destre e alle forze nazional-populiste alle elezioni europee, mostrando che i giochi delle alleanze sono aperti. Il Rn è attualmente membro del gruppo Identità e Democrazia (Id), insieme all’AfD tedesco e alla Lega, assenti ieri a Madrid. Con il partito neonazista tedesco Le Pen, che è in testa nei sondaggi in Francia (si aggira sui 29 seggi), è da mesi ormai in conflitto. Vox appartiene invece al gruppo dei conservatori dell’Ecr, di cui fa parte Fratelli d’Italia, che porterà in dote un cospicuo numero di seggi (circa 23). Invece Fidesz, il partito di Orbán, è in cerca di casa dopo il divorzio forzato dal Ppe. Verso l’Id c’è al Parlamento europeo un «cordone sanitario» che lo esclude da tutte le cariche e di recente la presidente della Commissione Ue von der Leyen, che è del Ppe e aspira a una riconferma, ha ribadito che non ci potrà essere cooperazione con quel gruppo, ritenuto più vicino alla Russia che a Kiev, mentre ha aperto a possibili alleanze con l’Ecr.

Per Le Pen se le destre vogliono «riorientare l’Ue, dobbiamo lavorare sulle relazioni che possiamo avere tra di noi» e sui «punti in comune». Nel suo intervento ha insistito sull’emergenza migrazione. «Quello che è certo — ha aggiunto parlando a margine della convention — è che ci sono molte persone nell’Ecr che non sono affatto pronte, a mio avviso, a stringere un’alleanza con la signora von der Leyen, perché la considerano la persona più responsabile della situazione nei nostri Paesi». È il caso, ad esempio, del partito polacco Pis, rappresentato a Madrid dall’ex premier Morawiecki. Anche ieri, come in marzo a Roma all’evento della Lega, Le Pen non ha rinunciato quindi ad andare all’attacco ben sapendo della vicinanza tra Meloni e von der Leyen. Un gioco ambiguo. La premier Meloni non si è invece sbilanciata su von der Leyen, ma ha criticato duramente «la legislatura europea 2019-2024» che a suo vedere «è stata contrassegnata da priorità e strategie sbagliate». I conservatori, ha detto, si sono «sempre battuti, spesso soli, per una Ue diversa». 

Il leader di Vox Santiago Abascal ha spiegato sul palco che «tutti difenderemo la nostra sovranità e i nostri interessi nazionali, ma sappiamo che non possiamo farlo soli» e «davanti al globalismo e alla sua anima socialista» ha invocato «un’alleanza globale in difesa del buon senso». Il premier Orbán ha rilanciato il suo slogan preferito: «Noi patrioti dobbiamo occupare Bruxelles». Da Roma ha reagito la leader del Pd Elly Schlein: Meloni «ci attacca dalla Spagna dicendo che la sinistra cancella l’identità» ma «le ricordiamo dall’Italia che dopo un anno e mezzo al governo lei sta cancellando la libertà delle persone».

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19 maggio 2024