Tajani spinge, Nordio obbedisce. “Separazione delle carriere in cdm prima delle Europee” - la Repubblica

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Tajani spinge, Nordio obbedisce. “Separazione delle carriere in cdm prima delle Europee”

Il ministro alla Giustizia Carlo Nordio

Il ministro alla Giustizia Carlo Nordio

 (ansa)

La Lega vuole anche la responsabilità civile

dei giudici, “ma se ne parlerà più avanti”

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ROMA - “Uno a te, uno a me, uno a lui” era lo slogan di Davigo quando parlava delle correnti. Oggi la battuta fotografa la spartizione delle riforme costituzionali del governo Meloni. Ne mancava una, quella rivendicata dal forzista Antonio Tajani, la separazione delle carriere, il sogno irrealizzato di Berlusconi. Adesso è cosa fatta. Perché proprio lui ha tempestato perché lo fosse. Anche con quel no al super bonus che diventa un’astensione. Un sì in due atti. Prima il sigillo politico di Meloni davanti alla platea amica del quotidiano La Verità. Poi quello tecnico di Nordio.

Alla Camera lo interroga il renziano Davide Faraone e il Guardasigilli certifica che la riforma verrà presentata “nei prossimi giorni”. Vita distinta per pm e giudici, due Csm, sorteggio “secco” per i togati, l’Alta corte per giudicarli, e pure l’avvocato in Costituzione perché, nella logica spartitoria, anche loro non possono restare fuori senza niente. Non sarà toccata l’obbligatorietà dell’azione penale (dalla leghista Giulia Bongiorno il no è netto). Ma non ci sarà neppure la responsabilità civile per i giudici. La Lega, con Salvini e ancora con Crippa la rivendica, “ma se ne parlerà in un secondo momento” assicurano fonti attendibili.

Quando sarà il “primo” momento, quello della separazione verrà e propria? Prima del voto. Ultima data utile il 29 maggio. Improbabile che Nordio ce la faccia per lunedì prossimo visto che alle forze di maggioranza non è arrivata ancora una bozza definitiva. Che via Arenula “affogasse” nelle bozze lo aveva certificato lo stesso Nordio, anzi, un “altro” Nordio, a Palermo al congresso dell’Anm. Quando, per 40 minuti, si era fatto vedere. Con l’obiettivo di non essere fischiato. E c’era riuscito. Aveva abbindolato gli ex colleghi parlando di “un percorso sicuramente lungo”, giurando che “mai e poi mai aveva pensato di entrare in conflitto con la magistratura”. Se n’era andato indenne. Protetto dalla sua “zarina” Giusi Bartolozzi.

Quando ha appreso la notizia, un gelido Giuseppe Santalucia, toga della sinistra di Area, si è chiuso nel silenzio, con un “a questo punto aspetto le bozze”. E il segretario generale Salvatore Casciaro, di Magistratura indipendente, a Repubblica dice: “Ho letto un passaggio eloquente di un’intervista alla presidente Meloni in cui lega la necessità di una riforma della giustizia all’interpretazione, non gradita dal governo, del decreto Cutro. La riforma della giustizia, dunque, mira a questo? Cioè a evitare in futuro interpretazioni di leggi da parte della magistratura che non siano allineate all’attuazione del programma politico del governo? Se è così, c’è da stare preoccupati”.

E di certo sorprende la battuta di Alfredo Mantovano, il potente sottosegretario alla Presidenza, anche lui di Mi quando vestiva la toga, prima e dopo essere stato deputato di An, che va ascoltata integralmente per comprenderne la portata. Parla in un dibattito del Centro studi Livatino, di cui lui stesso è ispiratore, quindi gioca in casa: “Leggo o ascolto allarmi sulla tenuta dello stato di diritto in Europa e in particolare in Italia solo perché stiamo promuovendo la separazione delle carriere. Allargo le braccia perché ogni volta che la si nomina la slide è quella dei Cavalieri dell'Apocalisse. Succede la fine del mondo. Mi chiedo se di fronte al contesto tragico in cui stiamo vivendo la replica a chi lancia questi allarmi non sia l'indicazione di qualche bravo psicologo che sia veramente paziente e ben attrezzato". Per il gusto della memoria va ricordato che è stato proprio Mantovano, nell’autunno scorso, a lanciare per primo a palazzo Chigi i test psicoattitudinali. Nordio disse no. Ma poi sono passati lo stesso. E inquietano l’Anm che sta preparando un mega incontro a Milano alla Statale con psicologi e psicoanalisti. Ma intanto il segretario di Area Ciccio Zaccaro risponde per le rime a Mantovano: “Forse serve più rispetto per chi ha davvero bisogno di un sostegno psicologico e soprattutto per chi, con calma e fermezza, difende l'assetto costituzionale della magistratura da una riforma che è solo uno spot e che non renderà i processi né più veloci né più giusti”.

Se il governo presenta ora la legge costituzionale, con quattro passaggi parlamentari e il referendum, se ne parla tra due anni e mezzo. Un ironico Enrico Costa, il responsabile Giustizia di Azione, è sempre convinto che la riforma “non si farà mai”, che “la legge del governo è inutile”, che “bastava quella già alla Camera, forte di 35 audizioni di altrettanti giuristi e costituzionalisti”. Erano sufficienti “gli emendamenti già presentati”. “Con Nordio si allungano solo i tempi”. “E la riforma sfuma”. Si consola con l’ennesima stangata ai giudici, con l’ordine del giorno per impedire l’uso del trojan per la corruzione. M5S promette battaglia seria.

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