Rise of the Ronin: l'open world di Team Ninja- la recensione

Rise of the Ronin: l'open world di Team Ninja- la recensione

16.05.2024

Rise of the Ronin è il nuovo videogioco di Team Ninja e rilasciato in esclusiva su PlayStation 5, dopo i due capitoli di Nioh e Wo Long Fallen Dynasty pubblicato lo scorso anno (qui la recensione), il team di sviluppo ritorna sul mercato con un titolo che ha dei punti in comune con i videogiochi recenti della software house ma con alcune differenze, prime fra tutte l'open world.

Inoltre una novità per la storia recente di Team Ninja e in generale per i souls-like (lite in questo caso), è l'implementazione di un selettore della difficoltà che rende più accessibile al grande pubblico una produzione di questo genere, questo è sicuramente un fattore per allargare il bacino di utenza rispetto alla storia recente dei souls-like.

Trama

Rise of the Ronin è ambientato nel 1853 e in pieno periodo bakumatsu, lo shogunato Tokugawa ha siglato un accordo commerciale con gli Stati Uniti, quest'ultimi sono sbarcati sulle coste giapponesi con il generale Matthew Perry, il primo villain che il nostro ronin affronterà nell'avventura.

La trama dell'ultima opera di Team Ninja racconta due diverse storie: la prima è quella più ampia e centrale, ovvero il conflitto tra lo shogunato e i rivoltosi, mentre l'altra riguarda la vicenda personale del nostro protagonista con la lama gemella.

Rispetto ai precedenti videogiochi di Team Ninja, come i due Nioh e Wo Long Fallen Dynasty non è presente l'elemento fantasy, la quale spesso rendeva la narrativa fin troppo esagerata nei toni, in questo caso lo scopo del team di sviluppo è quello di narrare una storia in un periodo storico fondamentale per il Giappone.

La ricostruzione del periodo storico è infatti uno dei pregi dell'esclusiva PlayStation 5, rispetto al passato si nota un passo in avanti di Team Ninja sotto questo punto di vista, nel videogioco sono infatti presenti dei personaggi dell'epoca, tuttavia ci sono diversi aspetti della narrativa che la rendono ancora imperfetta.

Nello specifico mi riferisco alle scelte da effettuare durante l'avventura, sulla carta dovrebbero essere fondamentali ma spesso risultano fini a sè stesse, con personaggi che compaiono durante la trama per poi scomparire per diverse ore di gioco.

In tutto ciò non aiuta nemmeno la recitazione e in generale la qualità della messinscena di Rise of the Ronin, in linea con i precedenti videogiochi di Team Ninja e non al passo con gli altri titoli targati PlayStation Studios.

Gameplay e open world

Il gameplay della nuova proprietà intellettuale di Team Ninja pesca a piene mani da Nioh e Wo Long Fallen Dynasty, una formula perfezionata grazie ad un combat system tecnico e un focus particolare sul parry, grazie alla deflessione dei colpi è possibile abbassare il Ki dell'avversario, una barra che determina lo stordimento del nemico e la possibilità di eseguire un attacco critico.

Questo sistema è molto simile a quello già visto in Wo Long Fallen Dynasty ma anche da Sekiro: Shadows Die Twice, un videogioco che evidentemente ha dettato scuola nel genere negli ultimi anni.

Inoltre proprio come è accaduto in Nioh esiste un loot ossessivo dell'equipaggiamento, una caratteristica tipica ormai dei videogiochi del team giapponese, così come la progressione del personaggio è sicuramente stimolante per il videogiocatore e mai banale.

Lo skill tree risulta molto variegato e specialmente per la componente open world il titolo premia chi si sofferma sull'esplorazione e la liberazione delle varie regioni, visto che una volta completate le singole zone in Rise of the Ronin ci sono punti abilità extra e bonus vari.

Oltre alle zone da liberare il titolo propone anche delle missioni legame che sono delle vere e proprie side quest relative ai personaggi incontrati nella storia principale, così possiamo aumentare il livello del legame con i diversi protagonisti dell'avventura.

Per ciò che riguarda l'open world, novità per Team Ninja, si tratta di un mondo aperto molto classico e paragonabile all'esplorazione della saga di Assassin's Creed oppure Ghost of Tsushima e meno vicino alle vette raggiunte da Elden Ring.

In linea generale si nota una certa inesperienza del team di sviluppo nella proposta di un videogioco con un'esplorazione a mondo aperto, ma più che nella struttura classica dell'open world che non aveva di certo l'ambizione di rivoluzionare gli open world, il problema risiede nel level design delle missioni principali e secondarie.

Infatti a differenza dell'ottimo level design di Nioh e Wo Long Fallen Dynasty in Rise of the Ronin le missioni sono ad istanza con aree lineari e senza un'interconnessione delle mappe tipica dei souls-like, questo è sicuramente l'elemento che risulta meno a fuoco rispetto ai precedenti videogiochi di Team Ninja.

Per ciò che riguarda invece le boss fight, ne sono presenti un ampio numero ma con la sola presenza di nemici umani, questo rende sicuramente meno variegata la presenza e i pattern degli avversari, ma verranno comunque offerte delle novità all'interno dell'avventura, ovviamente senza raggiungere la varietà dei primi due Nioh.

L'intelligenza artificiale risulta in generale non particolarmente a fuoco, si tratta comunque di un argomento sempre delicato quando si parla di souls-like, in questo caso visto il selettore di difficoltà potrebbe risultare fin troppo permissiva al livello di sfida più basso.

La difficoltà generale del titolo a livello standard (quella in cui ho affrontato l'avventura) è generalmente in linea con le precedenti produzioni di Team Ninja, la differenza però risiede nella possibilità di aumentare di livello più facilmente, visto l'open world e questo fattore ha delle similitudini con Elden Ring, sicuramente più accessibile rispetto ai souls-like non a mondo aperto.

Rise of the Ronin risulta molto più semplificato invece alla difficoltà più bassa, specialmente per i danni subiti e quelli inflitti, discorso che invece diventa esattamente all'opposto alla difficoltà più alta che alza notevolmente il livello di sfida.


Ambientazione  e prestazioni tecniche

Rise of the Ronin è ambientato in tre macro aree: Yokohama, Edo e Kyoto, una volta completati i singoli capitoli ci sposteremo nelle tre regioni, il videogioco presenta delle ambientazioni gradevoli da esplorare ma manca la qualità della direzione artistica che ha contraddistinto videogiochi come Ghost of Tsushima.

Spesso il titolo sviluppato da Team Ninja prova a offrire quegli scorci ma senza mai raggiungere la qualità complessiva di open world recenti, anche a causa di un comparto tecnico ancorato all'inizio della scorsa generazione, sia per modelli poligonali al di sotto delle aspettative che per della qualità scadenti delle texture.

Rise of the Ronin presenta tre diverse Modalità Grafiche su PlayStation 5: Ray Tracing con il frame rate a 30 FPS e l'aggiunta appunto della tecnologia, Grafica con lo stesso frame rate ma senza il Ray Tracing e poi la Modalità Prestazioni, quella consigliata visto che supporta i 60 FPS, fondamentali in un videogioco con scontri così dinamici.

Il problema nella Modalità Prestazioni è in generale l'ottimizzazione con un frame rate ballerino specialmente nei momenti in cui ci troviamo ad esplorare le cittadine più affollate di NPC, mentre la situazione è sicuramente più stabile nelle fasi di combattimento oppure se optate per le Modalità con il frame rate cappato a 30.

Per ciò che concerne il comparto audio il titolo risulta di buona qualità nel sound design, mentre è più dimenticabile nelle soundtrack presenti nel gioco.

Il videogioco presenta anche il doppiaggio in italiano, sicuramente un'aggiunta piacevole ma a differenza di altre esclusive Sony la qualità nella nostra lingua risulta di un livello molto discutibile, fatta eccezione per un paio di personaggi.

La longevità di Rise of the Ronin può toccare le 50 ore nella totale esplorazione della mappa, nel mio caso completando alcune attività secondarie ho impiegato circa 32 ore di gioco a raggiungere i titoli di coda.

  • Ore di gioco: 32
  • Versione PlayStation 5

Rise of the Ronin non è il titolo più ambizioso di Team Ninja, un videogioco a mondo aperto molto classico nella struttura, ma con un ottimo combat system e una progressione delle abilità particolarmente efficaci.

Il titolo delude invece nel comparto tecnico e un'ottimizzazione sottotono, perdendo poi alcuni punti di forza del passato come il level design, mentre la ricostruzione fedele del periodo storico bakumatsu risulta uno dei maggiori pregi della produzione.

Rise of the Ronin non verrà ricordato come uno dei migliori videogiochi pubblicati dai PlayStation Studios, ma rimane consigliato a chi ha apprezzato le precedenti produzioni di Team Ninja e agli orfani di un'impostazione molto classica dell'open world.

Voto 7,5

Pro

Ottima ricostruzione del periodo storico bakumatsu

Combat system ottimo con un focus particolare sul parry

Buona progressione delle abilità

Contro

Regia  e recitazione sottotono

Comparto tecnico e ottimizzazione al di sotto delle aspettative

Level design meno efficace dei precedenti videogiochi di Team Ninja

Doppiaggio in italiano non al livello delle produzioni Sony



Pagina Instagram: https://www.instagram.com/asimple_gamer/

Canale YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCZulpGdZFfEeWVln5-Zw7DA