Come si è svolta la cerimonia per la resurrezione dell’Imperatore

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Star Wars. Il ritorno dell’Imperatore Palpatine non è stato un argomento introdotto in Episodio IX – L’Ascesa di Skywalker. Infatti, già diversi anni prima, ci aveva pensato la trilogia di romanzi Aftermath, una delle “basi imprescindibili” del nuovo canone di Lucasfilm.

Questi libri, ambientati poco dopo Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi, contengono molti spunti interessanti, utilizzati anche per la scrittura della serie tv The Mandalorian (Consiglio Ombra, Cobb Vanth ecc…).

Tra le pagine dei romanzi, scritti da Chuck Wendig (cliccate qui per leggere l’introduzione), sono stati piantati indizi concreti sulla resurrezione dell’Imperatore Palpatine. La trama, in generale, parla della fine dell’Impero durante la Battaglia di Jakku, come parte di una programmazione decennale, da parte di un Imperatore deciso a riconquistare la Galassia anche dopo la fine dell’Impero.

Il tema “resurrezione”, è stato introdotto attraverso il personaggio Yupe Tashu, cultore Sith e tra i consiglieri più vicini all’Imperatore. Da molti era visto come un ciarlatano e un visionario, invece lui era convinto di poter salvare lo spirito di Darth Sidious dopo gli eventi della distruzione della Morte Nera.

In una scena chiave del terzo libro Aftermath: La fine dell’Impero Tashu interagisce con Gallius Rax (altro fedelissimo di Palpatine), nel tentativo di ottenere un supporto per portare a termine una cerimonia oscura, servendosi di una maschera Sith e di un Holocron.

Tashu credeva ciecamente nella resurrezione di Palpatine, al contrario di uno scettico Rax, che lo assecondava solo per manipolarlo.

Star Wars: il racconto del rituale oscuro

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Il rituale oscuro è narrato così:

Tashu saltellava davanti ai manufatti, accarezzando ogni teca con le dita, e borbottava tra sé. Rax notò che si era morso il labbro inferiore fino a farlo sanguinare. “Sei pronto?”, gli domandò.

“Sì”, rispose Tashu, voltandosi. Aveva i denti macchiati di sangue e stava piangendo. “Palpatine è sopravvissuto. Lo incontreremo nell’oscurità. Tutto è andato come aveva previsto il nostro Maestro. Ogni cosa ha seguito il suo grande piano. E ogni sacrificio è stato compiuto”.

Non ancora, pensò Rax.

“Devi indossare le vesti dell’oscurità”, disse Rax. “Finché non avremo trovato Palpatine e lo avremo riportato in vita, reincarnando la sua anima, sarai tu a portare il mantello del Lato Oscuro”. Ovviamente era una menzogna. Rax non credeva ad una sola parola, ma era fondamentale per convincere Tashu. Le menzogne, in fondo, erano guinzagli: bastava dare uno strattone ogni tanto per costringere a obbedire chiunque se le fosse bevute.

E quel matto di Tashu se l’era bevuta perché i matti credevano sempre in quello che confermava la loro visione della galassia. Tashu era convinto che ogni cosa appartenesse al Lato Oscuro e che Palpatine non fosse soltanto il leader dell’Impero, ma di ogni essere vivente nella galassia. Secondo lui, quel rito avrebbe riportato in vita il Signore Oscuro.

Il rituale di Tashu, in realtà, è risultato inutile, poiché Palpatine era già riuscito a trasferire il proprio spirito nel corpo clonato su Exegol. L’Imperatore non l’aveva ritenuto degno di scoprire il suo reale destino, ma in un certo senso Tashu aveva compreso la vera natura del Lato Oscuro e del suo padrone.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.