CINEPEEP; OSCENITA' E BARBARIE NEL CINEMA: IL CINEMA DI ROSE GLASS: "Saint Maud" e "Love Lies Bleeding"

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lunedì 13 maggio 2024

IL CINEMA DI ROSE GLASS: "Saint Maud" e "Love Lies Bleeding"






In un periodo in cui le cronache del cinema meainstream sembrano aver scoperto lo sguardo femminile, è passato sottotraccia un film come Love lies bledding, ultimo lavoro della regista inglese Rose Glass che si era imposta al grande pubblico nel 2019 con l’horror a sfondo religioso Saint Maud (2019), opera prima che lasciava intravede delle ottime potenzialità sia dal punto di vista narrativo che figurativo.

Se il racconto di donne sulla soglia sembrava essere il tema portante della regista inglese un film come Love lies bledding rischia di essere una regressione da ogni punto di vista appiattendosi sul topos narrativo delle donne ribelli alla Thelma e Louise e fallendo il tentativo di proiettare uno sguardo feticista sul corpo da bodybuilder del personaggio di Jackie (Katy O’ Brian).





Nonostante la tematica del corpo nella storia del cinema sia stata sviluppata attraverso i generi più diversi (passando da fiabe come Edward Mani di forbice al dramma di The Whale) è indubbio che è stato il cinema horror a indagare tale tematica nel modo più significativo creando quell’universo variegato chiamato Body Horror  di cui David Cronemberg e Shin'ya Tsukamoto sono i rappresentanti più significativi. Se negli esempi citati il corpo rappresenta la chiave per aprirsi alla riflessione filosofica filosofico o all’indagine dei  traumi inelaborati dei protagonisti (come nel film di Darren Aronofsky) in Love lies bledding tutto si ferma in superfice senza sfociare in chiavi interpretative degne di nota.

 

Non è seducente, come nel cinema di Russ Meyer e neppure inquietante come nei capolavori del body horror, ma uno sbiadito ibrido tra le due cose per condurci verso un finale talmente eccessivo da sfociare in  cattivo gusto autoreferenziale. In questi anni con Cinepeep abbiamo incontrato opere assai più eccessive di Love Lies Bleeding , come Nightmare in a damage brain o Kuso,  ma l’eccesso era il naturale sviluppo di idee cariche di una libertà stilistica del tutto assente in questo caso.




 

Inoltre la struttura del thriller ci appare come il più classico dei Revenge Movie intriso di dramma famigliare sviluppato attraverso una messa in scena del tutto priva di idee interessanti.

Se un’opera come Saint Maud riusciva a indagare l’animo tormentato di una ragazza ai margini della società attraverso una messa in scena che richiama il montaggio delle attrazioni ( pur scivolando nella sequenza in cui l’orrore si manifesta, problema indagato più volte in Cinepeep) opere come Love Lies Bleeding sono talmente ordinarie da risultare superflue e si aggirano nell”orizzonte posizionato in mezzo”che cita David Lynch mentre interpreta John Ford a un giovane cineasta mentre gli spiega cos’è la mediocrità.


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Claudio Suriani Filmmaker


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