I premi non sempre sono giusti. E vedere La Chimera uscire a mani vuote dai David di Donatello 2024, lo ammettiamo, ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Per fortuna il film di Alice Rohrwacher arriva stasera in tv alle 21.15 su Sky Cinema Due (in streaming su Now e disponibile on demand).

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“La Chimera”, la fine della trilogia di Alice Rohrwacher

Nel terzo film firmato dalla cineasta toscana tornano i temi a lei cari della terra e delle sue radici, tra sacro e profano. Tra realtà e sogno, passato e presente. Non a caso La Chimera è la conclusione della personale trilogia sulla terra che la regista ha inaugurato nel 2014 con Le meraviglie e proseguito nel 2018 con Lazzaro felice.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2023, il film ha viaggiato per un anno tra diversi festival che ne hanno riconosciuto il valore attraverso molti premi.

La Chimera di Alice Rohrwacher con Josh O'Connor (foto ufficio stampa)

Josh O’Connor è il protagonista di “La Chimera” il film di Alice Rohrwacher in onda stasera in tv su Sky Cinema Due. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul film (foto 01 Distribution)

Il cast di “La Chimera”: da Josh O’Connor a Isabella Rossellini

Protagonista assoluto di La chimera è l’attore inglese Josh O’Connor. Che noi conosciamo bene per aver interpretato il giovane principe Carlo d’Inghilterra nella nella terza e quarta stagione della serie Netflix, The Crown. Ma che ha convinto pubblico e critica anche in Challengers di Luca Guadagnino, ancora oggi nei cinema di tutto il mondo.

Accanto a lui una intrigante Isabella Rossellini, anche lei nominata ai David (le candidature di La Chimera erano 13, tra cui film, regia e attori: non ne ha vinto nemmeno uno). E Alba Rohrwacher, sorella di Alice, che continua il sodalizio artistico familiare. Completano il cast Carol Duarte e Vincenzo Nemolato.

La Chimera di Alice Rohrwacher con Josh O'Connor (foto ufficio stampa)

Alba Rohrwacher in una scena di “La Chimera” (foto 01 Distribution)

La trama di “La Chimera”

Ognuno insegue la sua chimera, senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile. Per altri la ricerca di un amore ideale… Di ritorno in una piccola città sul mar Tirreno, Arthur (Josh O’Connor) ritrova la sua sciagurata banda di tombaroli. Ladri di corredi etruschi e di meraviglie archeologiche. Arthur ha un dono che mette al servizio della banda: sente il vuoto.

Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo passato. Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati di questi personaggi, tutti alla ricerca della Chimera. Dalla nuova ragazza di Arthur, la brasiliana Italia (Carol Duarte), a Spartaco (Alba Rohrwacher), fino a Flora (Isabella Rossellini).

Il trailer di “La Chimera”

I segreti dell’infanzia di Alice Rohrwacher

C’è molto di sé e della sua infanzia in questo film. Che Alice Rohrwacher ha anche scritto, insieme a Marco Pettenello e Carmela Covino. «Nel luogo in cui sono cresciuta capitava spesso di ascoltare storie di segreti ritrovamenti, di scavi clandestini e di avventure misteriose», racconta, infatti, la 43enne regista, nata a Fiesole, ma cresciuta nella campagna umbra.

«Bastava restare in un bar la sera tardi, o fermarsi in una fraschetta di campagna per sentire di quel tale che col trattore aveva scoperchiato una tomba villanoviana, o dell’altro che scavando di notte vicino alla necropoli aveva rinvenuto una collana d’oro così lunga da poter circondare una casa, e dell’altro ancora che era divenuto ricco, in Svizzera, vendendo un vaso etrusco che aveva trovato nell’orto. Storie di scheletri e fantasmi, di fughe e di oscurità».

La Chimera di Alice Rohrwacher con Josh O'Connor (foto ufficio stampa)

Josh O’Connor e Alice Rohrwacher sul set di “La Chimera”, che è stato girato tra il Lazio settentrionale e la Toscana meridionale (foto 01 Distribution)

È facile capire come queste suggestioni stimolassero la fantasia di una bambina. «Bastava scavare per pochi centimetri la terra ed ecco che tra i sassi appariva un frammento di manufatto, fatto da altre mani. Da che epoca mi stava guardando? Bastava recarsi nelle stalle e nelle cantine dei dintorni per rendersi conto che quei luoghi erano stati altro, erano forse tombe etrusche, rifugi d’altre epoche, luoghi sacri. Questa vicinanza tra il sacro e il profano, tra la morte e la vita, che ha caratterizzato tutti gli anni della mia crescita mi ha sempre affascinato ed ha dato una misura al mio sguardo. Per questo ho deciso di fare finalmente un film che racconti questa trama stratificata, questo rapporto tra due mondi».

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