Monellerie, narcisisti e ansie: se è (sempre) colpa della mamma

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Ma la mamma dov'era? Aggiornato alle 4 minuti di lettura

Monellerie, narcisisti e ansie: se è (sempre) colpa della mamma

Il personaggio di Claire Dunphy in Modern Family
Il personaggio di Claire Dunphy in "Modern Family"  (disney+)
Diamo sempre la colpa alla mamma: dal bambino che litiga in classe fino alle relazioni tossiche degli adulti, l'abitudine è quella di chiedersi se la mamma ha svolto bene il suo (presunto) ruolo.
È il patriarcato, bellezza.
di Eugenia Nicolosi

Qualunque cosa vada storta, l'abitudine è quella di scaricare tutta la colpa sulla mamma. Nostra o degli altri, comunque la mamma è la responsabile dell'educazione di un bambino o una bambina che litiga in classe, della relazione tossica che abbiamo da grandi, della capacità manipolatoria del tizio narcisista che abbiamo incontrato. Basta solo fare attenzione alle parole e alle domande, scritte o pronunciate, come "dov'era sua madre?", quando veniamo a sapere di monellerie - o anche cose più gravi - combinate da bambini o ragazzi. 

Maternità: una nuova narrazione è necessaria per non sentirsi inadeguate

è sempre colpa della mamma

Ed è sempre, o quasi, colpa della mamma agli occhi delle persone. Anche prima di conoscere tutta la storia, anche (soprattutto) se una mamma non è coinvolta: la gente tende a presumere che dietro incidenti, disagi, disturbi, cattive abitudini ci sia una mancanza della madre. Non importa se in quel momento ci fosse un altro adulto a prendersi cura del bambino o che anche il bambino sia sotto la responsabilità esclusiva del padre. Anzi: se i genitori etero sono lontani a maggior ragione la colpa sarà della madre che "non c'è" e che "non fa la mamma" come dovrebbe, sottinteso.

Questa moderna ed evergreen caccia alle streghe porta le persone a cercare sempre una madre da crocifiggere e perseguire. Come quando c'è stato l'assalto a Capitol Hill: il tizio con il copricapo da vichingo è diventato famoso anche sui giornali italiani che hanno iniziato a indagare sul rapporto che ha - o aveva - con la madre. Ovviamente poi definita una “cattiva madre”, “mamma irresponsabile” o appunto “assente”.

La società, non importa quanto avanzata e moderna possa sembrare in superficie, lavora ancora per tenere in piedi vecchissime idee di genitorialità e responsabilità genitoriali. Le convinzioni tramandate di generazione in generazione impongono che il bambino, o l'adulto, sia o sia stata responsabilità esclusiva della mamma e se qualcosa va storto è sempre colpa sua. Forse la società dovrebbe dare alle mamme un po’ di tregua, forse è ora di lasciarle in pace.

idealizzata o demonizzata: il fenomeno del "mother blaming"

Ignorare il dato e la diffusione di depressione postpartum e alimentare il fenomeno delle “supermamme”  sono solo due delle violentissime dinamiche che governano la nostra percezione della maternità.

Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan nel film Freaky Friday
Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan nel film "Freaky Friday"  (instagram)
Nella nostra cultura le madri sono generalmente idealizzate oppure totalmente mancate di rispetto. La "maternità" nel senso di ruolo genitoriale è vista come una questione che non ammette sfumature: una mamma è perfetta oppure è un disastro, non c’è spazio per i sentimenti complessi che dovrebbero essere accolti sempre, quando si parla di relazioni e individui. Da una prospettiva patriarcale, qualsiasi relazione che coinvolga la madre prevede il fenomeno del cosiddetto "mother blaming" (da "to blame" che significa incolpare): un termine che racconta la sprezzante capacità di scaricare il peso della responsabilità di ogni cosa sulle madri. Vale per ogni cosa accasa dentro e fuori l'ambiente domestico, dentro e fuori le sfere relazionali, dentro e fuori la capacità delle persone (sempre figli o figlie) di avere una vita considerata "normale",

Il concetto di mother blaming viene utilizzato quando le persone incolpano le madri per alcuni o tutti i problemi o fallimenti. E siccome i problemi e i fallimenti fanno parte della vita, significa che le madri vengono incolpate sempre. Nel patriarcato è l'intero sistema a incolpare la madre: dai professionisti della salute mentale fino al sistema scolastico. È una strategia patriarcale che perpetua l’oppressione delle donne non riconoscendo all’ambiente socioeconomico in cui queste diventano madri parte della responsabilità della crescita degli individui. Insomma incolpare le mamme è utile a togliere dalle spalle degli uomini - e della classe politica - il carico del lavoro di cura e di crescita

Il guaio è che le madri per prime hanno interiorizzato questo meccanismo, trasformando l'esperienza della genitorialità in una esperienza di maternità esclusiva per cui i meriti o, più spesso, le colpe sono sempre e comunque di loro competenza. Può essere una risposta, una tecnica di sopravvivenza: "assodato che la colpa sarà sempre data a me mi occupo totalmente io del bambino". Ma significa non prendere coscienza della tossicità del meccanismo stesso che mantiene libera di lavorare, di rilassarsi e di pensare ad altro senza carichi mentali sempre e solo una persona: il padre. Infatti alcuni ricercatori e sociologi ipotizzano che il senso di colpa materno abbia funzionato come una forma di controllo sociale, un modo per definire e rafforzare lo status quo in cui le donne devono mettere come priorità l'educazione dei figli, pena lo stigma sociale di "cattiva madre". Così non pensano a lavorare, essere indipendenti, coltivare i loro sogni e passioni.

le mamme incolpate pure dei disturbi sociali e mentali

Naturalmente dare la colpa di ogni cosa alla "madre" non è un fatto nuovo: storicamente la società ha con entusiasmo attribuito alle madri la colpa di una serie di problemi. Negli anni Quaranta, il medico austriaco Leo Kanner ipotizzò che la causa del disturbo dello spettro autistico fosse una “mancanza di calore materno”. Nello stesso periodo Sigmund Freud e altri psicologi attribuivano la schizofrenia al rifiuto materno e alla mancanza di attaccamento nella relazione madre / figlio (o figlia).

Nel corso della storia, le madri sono state accusate in modo sproporzionato di tutto, perfino dell’omosessualità quando era considerata un disturbo (causato da madri eccessivamente presenti che femminilizzano i loro figli) e della povertà (il mito pervasivo della “regina della casa”).

Parte del fenomeno diffuso di incolpare le mamme sta proprio nella discriminazione di genere nell'educazione dei figli, con le madri che svolgono la maggior parte del lavoro ancora associato ai bambini. Avere figli è ancora considerato “un lavoro da donne” e le madri vengono istintivamente accusate di qualsiasi cosa brutta possa accadere ai loro figli o possano fare i loro figli.

Ma se di "lavoro" dobbiamo parlare, non può esistere un lavoro che tiene una persona in costante stato di lucidità e attenzione: qualsiasi azienda che chiedesse questo finirebbe alla sbarra di un Tribunale. Quindi perché dalle madri ci aspettiamo che siano responsabili di quello che accade ogni secondo, per tutta la vita, dei loro figli e figlie (anche se i figli e le figlie siamo noi)? Il sottinteso del dare la colpa alle mamme è esattamente questo: se c'è è troppo presente, se non c'è è troppo assente. E le altre figure adulte che collaborano alla crescita? E l'ambiente circostante? E noi?