Sparisce il termine anglosassone perché usato dall'estrema destra
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Lunedì, 27 Maggio 2024
La polemica / Regno Unito

Sparisce il termine anglosassone perché usato dall'estrema destra

Alcuni studiosi stanno preferendo il termine "medievale" perché più preciso e per evitare le manipolazioni da parti dei suprematisti bianchi dell'estrema destra

Da "Inghilterra Anglo-Sassone" ad "Inghilterra Alto-Medievale". È il cambiamento comunicato dall'Università di Cambridge rispetto al nome di una storica rivista specializzata pubblicata dal celebre ateneo del Regno Unito. L'obiettivo ufficiale è quello di ampliare l'approccio e il "raggio interdisciplinare" della materia. La decisione si radica in un dibattito molto ampio e controverso sull'uso del termine "anglosassone", di cui si è impadronita una parte dell'estrema destra statunitense ed europea, ponendo non pochi problemi agli studiosi della materia. La decisione del cambio del nome non riguarda solo la rivista ma anche il corso di storia insegnato dal Dipartimento di Anglosassone, Norreno e Celtico. L'operazione fa parte dell'intento di Cambridge di insegnare che gli anglo-sassoni non esistevano come gruppo etnico distinto. L'intento è quello di smantellare i "miti del nazionalismo" e rendere l'insegnamento più "antirazzista", hanno dichiarato i membri del dipartimento. Il nuovo approccio punta anche a dimostrare che non sono mai esistite identità etniche scozzesi, irlandesi e gallesi "coerenti" con radici antiche.

Abusi del termine "anglo-sassone"

Il termine "anglo-sassone" si riferisce tipicamente a un gruppo culturale emerso e fiorito tra la caduta della Britannia romana e la conquista normanna. I popoli germanici (che includono Angli, Sassoni e Juti) arrivarono e fondarono nuovi regni confluiti poi in un'Inghilterra unita. Il problema con questo termine è sorto in particolare negli Stati Uniti, dove da diversi anni viene manipolato per diffondere l'idea di un'antica identità inglese, monolitica ed esclusivamente bianca, che funge da base per le mitologie nazionaliste e il suprematismo bianco in voga in molti ambienti dell'ultradestra. Anche se la polemica è riesplosa di recente, la proposta di cambiare nome a questa branca di studi era arrivata per la prima volta dallo studioso Adam Miyashiro che aveva scritto una lettera aperta pubblicata su Facebook nel 2017, denunciando l'uso colonialista del termine. Solo nel 2019 l'International Society of Anglo-Saxonists ha votato per cambiare il proprio nome in International Society for the Study of Early Medieval England (Società internazionale per lo studio dell'Inghilterra Altomedievale), "in riconoscimento delle connotazioni problematiche ampiamente associate al termine 'anglosassone'".

Le dimissioni della studiosa

La decisione è arrivata solo a seguito delle dimissioni dalla società in questione dell'accademica Mary Rambaran-Olm, studiosa canadese di origine afro-indo-caraibica. All'epoca denunciò che il settore degli studi anglosassoni era un campo di "bianchezza intrinseca", che perpetuava "il mito di una falsa idea di cosa significhi essere 'nativo' della Gran Bretagna". Per questa denuncia la studiosa è stata vittima di cyberbullismo, abusi razziali e minacce di attacchi corporei. Con la decisione di mutare nome alla rivista e al corso, i responsabili del Dipartimento di Cambridge hanno spiegato: "Una delle preoccupazioni è stata quella di affrontare le recenti preoccupazioni sull'uso del termine 'anglosassone' e sulla sua connessione percepita con l'identità etnica/razziale inglese". Hanno poi precisato in un comunicato: "In generale, l'insegnamento del Dipartimento di Anglosassone, Norreno e Celtico cerca di smantellare le basi dei miti del nazionalismo, secondo cui non è mai esistito un popolo "britannico", "inglese", "scozzese", "gallese" o "irlandese" con un'identità etnica coerente e antica, mostrando agli studenti quanto queste identità siano costruite e contingenti e lo siano sempre state".

Dibattito aperto nel mondo accademico 

Il dibattito nel mondo accademico rimane comunque aperto. Mentre alcuni studiosi sostengono che il singolo termine "anglosassone" sia impreciso, a causa dei numerosi cambiamenti demografici avvenuti durante il Medioevo, incluse le invasioni vichinghe, altri come il professor Howard William dell'Università di Chester reputano il termine comunque "storicamente utile". Nel 2020 oltre 70 accademici hanno denunciato che le critiche sul termine "anglosassone" erano state importate dagli Stati Uniti, dove risultava molto più controverso il suo uso. "Nel Regno Unito il periodo è stato attentamente presentato e discusso in documentari e mostre popolari e di successo per molti anni", hanno scritto gli accademici. "Il termine 'anglosassone' è storicamente autentico nel senso che dall'VIII secolo fu usato esternamente per riferirsi a una popolazione dominante nella Gran Bretagna meridionale", hanno precisato.

'Cancel culture' o abusi culturali ?

Se i dibattiti anti-coloniali e anti-imperialisti che stanno avvenendo nelle accademie statunitensi e britanniche sembrano annoiare una larga fetta dei commentatori, che li relegano nella casella della "cancel culture", numerosi studi dicono il contrario: l'erudizione medievale è stata a lungo manipolata e asservita a scopi razzisti e per giustificare pratiche di stampo coloniale. Come sottolineato dal medievalista Eric Wade, numerosi eruditi esperti in storia medievale nel Regno Unito e negli Stati Uniti erano esplicitamente dediti al razzismo, ponendo gli anglosassoni al primo posto in una speciale lista etnica. Altri studiosi come Kathleen Davis e Adam Miyashiro hanno documentato le connessioni tra studi medievali, imperialismo e razzismo all'inizio del XX secolo.

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