Suviana, un mese dopo la strage. Il dolore dei familiari delle vittime: “Troppe domande senza risposta” - la Repubblica

Bologna

la cerimonia il 9 maggio

Suviana, un mese dopo la strage. Il dolore dei familiari delle vittime: “Troppe domande senza risposta”

foto Gianluca Perticoni / Eikon

foto Gianluca Perticoni / Eikon

 

L’abbraccio della città con Zuppi, Lepore e una piazza stracolma. Parla don Leonardo Scandellari, fratello di Adriano, una delle sette vittime: “Da circa un mese viviamo situazioni che nessuno aveva previsto e che molti di noi non avevano mai sperimentato. Anche le parole escono a fatica, persino con gli amici”

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BOLOGNA – «Abbiamo nella mente tante domande a cui non troviamo risposta. E vorremmo avere più tempo per riflettere e ricordare». Parla dopo il minuto di silenzio osservato da una Piazza Maggiore gremita don Leonardo Scandellari, parroco a Padova e fratello di Adriano, una delle sette vittime della strage di Suviana. Perché mercoledì 9 maggio la festa per la processione della Madonna di San Luca ha unito la gioia per una delle celebrazioni più sentite dalla città al dolore per il ricordo di quei morti, a un mese dall’incidente che il 9 aprile ha fatto sette vittime.

I loro nomi hanno risuonato dal sagrato, letti dopo che è stato chiesto a Maria «di fermare la guerra di chi muore per lavoro». Adriano Scandellari, Paolo Casiraghi, Mario Pisani, Pavel Petronel Tanase, Vincenzo Franchina, Alessandro D’Andrea e Vincenzo Garzillo. In prima fila alla cerimonia ci sono i familiari di Casiraghi, Scandellari e Pisani, poi i sindaci dell’Appennino, i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei soccorsi, i dirigenti di Enel Green Power. A nome di tutti i familiari ha preso la parola Scandellari, venuto a Bologna con la sorella Raffaella, la moglie di Adriano Sabrina, le figlie Elena e Laura, mentre il padre ha seguito al telefono la cerimonia.

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«Ringraziamo la comunità bolognese — dice commosso — questa è una giornata di festa e anche noi vogliamo dire bene di questa comunità, che ci esprime vicinanza e solidarietà. Noi familiari da circa un mese viviamo situazioni che nessuno aveva previsto e che molti di noi non avevano mai sperimentato, abbiamo nella mente tante domande a cui non troviamo risposta. Siamo di fronte a questioni inattese, alcune esigono decisioni certe, precise e rapide. È proprio quello che fatichiamo a dare. Vorremmo più tempo per riflettere, interiorizzare e anche per ricordare nel dialogo oppure in silenzio. Ma spesso questo tempo non c’è. Anche le parole escono a fatica, persino con gli amici».

Scandellari ringrazia a nome di tutti i familiari coloro «che si sono fatti vicini» dopo la tragedia, rendendo «un po’ meno duro il dolore». Ringrazia la città, l’arcidiocesi e le comunità del territorio per l’omaggio, non dimentica «chi sta lavorando per fare luce su ciò che è successo» e chi ha aiutato i familiari, prima di rivolgere un pensiero «ai superstiti che tuttora lottano per la vita». Al termine della cerimonia molti dei familiari hanno gli occhi lucidi, la figlia di Casiraghi, Sofia, scoppia in pianto.

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E proprio a loro si rivolge il cardinale Matteo Zuppi, quando spiega che «non vogliamo dimenticarvi e dimenticare questi cari. Sono vostri e sono nostri cari». Poi chiede «giustizia e sicurezza sul lavoro, controlli efficaci, comportamenti responsabili, investimenti adeguati. Tre persone ogni giorno in Italia perdono la vita sul lavoro — ricorda — ma ogni persona è il mondo intero. È interesse di tutti che si comprendano le cause ed eventuali responsabilità, perché le fatalità non siano più tali e perché il lavoro non sia mai pagato al prezzo della vita. Sarà anche l’impegno della Chiesa».

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Il sindaco Matteo Lepore dice ai parenti che l’obiettivo di questo momento era «soprattutto abbracciarli». E assicura, concludendo, che «non solo dobbiamo continuare a chiedere che il nostro Paese faccia di più per salvare le vite nei luoghi di lavoro, ma continueremo come città a operare per ottenere verità e giustizia. Lo abbiamo fatto in tutte le stragi e gli incidenti della nostra storia, lo faremo anche per Suviana».

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