Emanuele Zenucchi, la parabola del maratoneta arrestato con la droga: «La uso solo quando sono giù, ho anche venduto delle medaglie d'oro» | Corriere.it

Emanuele Zenucchi, la parabola del maratoneta arrestato con la droga: «La uso solo quando sono giù, ho anche venduto delle medaglie d'oro»

diGiuliana Ubbiali 

Vincitore di 41 gare, è stato trovato dalla polizia con eroina e cocaina in automobile. Al giudice: «Quando ho smesso mi sono sfasato. Non lavoro dal 1994»

Emanuele Zenucchi, la parabola del maratoneta arrestato con la droga: «Non la spaccio, la uso quando sono giù»

Emanuele Zenucchi in una gara quando aveva 40 anni 

Chi è Emanuele Zenucchi lo racconta lui stesso: «Ero un atleta professionista, ho vinto 41 maratone». Ma mentre parla non si trova a un evento sportivo. Il maratoneta di Peia, 54 anni (55 a luglio), lo dice al giudice del processo per direttissima Alberto Longobardi. Mercoledì mattina 15 maggio ha dovuto rispondere dell'accusa di detenzione ai fini di spaccio di 10 grammi di eroina e 3 grammi e mezzo di cocaina che la Squadra mobile della Questura gli ha trovato sulla sua Panda, in via Trieste ad Azzano San Paolo, la sera prima quando lo ha arrestato. Lui giura di non spacciare, «è capitato che la regalassi a qualche amico» dice, difeso dall'avvocato Stefano Paganelli. 

Ma al di là di come finirà il processo, il 12 luglio (intanto il giudice ha disposto l'obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri), questa è la storia della parabola di uno sportivo che ha collezionato 41 ori, oltre che 20 argenti, tra cui i campionati  italiani di 50 chilometri su strada. Il suo profilo Facebook è una specie di album dei ricordi con le gare vinte e la gioia per le imprese. Ma ci sono anche le foto più recenti, per lo più tra natura e montagne. Perché Zenucchi continua a correre, ha organizzato gare e allena chi come lui ha forza nelle gambe. La sua è la storia di chi aveva raggiunto le vette della sua specialità e poi si è perso, da come lui stesso racconta, e si è trovato in difficoltà: «Quando ho smesso (di gareggiare ndr) mi sono sfasato». Della droga, sostiene, «ne faccio un uso saltuario da un anno e mezzo, solo quando sono giù».

In auto aveva anche 220 euro e un bilancino. Vive con la madre, qualche soldo ce l'ha per le attività con un'associazione sportiva ma per sua stessa ammissione «è una miseria, qualche centinaia di euro. Ho anche venduto per 420 euro una delle medaglie d'oro di quando correvo». Il bilancino, a suo dire, è per quando compra la sostanza. Non era in quel parcheggio per cederla, è la sua versione, che però il giudice non ha ritenuto credibile. «Ero rimasto a piedi con a macchina, sono riuscito a raggiungere il parcheggio e sono andato a comprare la batteria a Orio. Ho lo scontrino».  Uno come lui che ha pensato solo a correre, non ha precedenti guai con la giustizia. Il giudice, da qui alla sentenza fissata per il 12 luglio,  ha disposto l'obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri. 

La newsletter di Corriere Bergamo

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Bergamo iscriviti gratis alla newsletter. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

15 maggio 2024 ( modifica il 16 maggio 2024 | 15:59)