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Swiatek sempre più regine tra le regine: ora serve un re condiviso da tutti… come Sinner!

di SuperTennis   
Swiatek sempre più regine tra le regine: ora serve un re condiviso da tutti… come Sinner!

OK, la regina è giusta. Il responso di Roma, sulla scia di Madrid, non lascia dubbi, soprattutto sulla terra rossa e in prospettiva Roland Garros: Iga Swiatek merita che le avversarie, tutte le avversarie, si inchinino convinte, compresa la numero 2, Aryna Sabalenka, la 3, Coco Gauff, e la 4, Elena Rybakina, che si sono staccate dalle altre top 10. Fisico, testa e tecnica sono le leve superiori e vincenti su cui spinge la 22enne polacca. Che cresce continuamente di servizio e convinzione, e si sbilancia fino al punto di ammettere: “Favorita a Parigi? Beh, a guardare la classifica, da numero 1, sono favorita ovunque. Ma Ie classifiche non giocano, quindi… Vado avanti passo dopo passo e vediamo”. Mentre Martina Navratilova la paragona alla sua antica rivale, Chris Evert, e la veterana Elina Svitolina scommette decisa sul quarto urrà della tre volte campionessa di Roma.


SUPERIORITA’
Al di là dei numeri, vittorie e percentuali, Iga si avvicina sempre più alle più grandi come attitudine e personalità, come gestione delle situazioni, dai pochi games che lascia per strada nel corso del torneo centellinando le energie per sciogliere i nodi più difficili alla strategia contro chi trova di volta in volta di là del net. 


Forse la kriptionite contro il suo rendimento sempre medio-alto, senza picchi esaltanti ma terribilmente frustrante per le avversarie, l’ha trovata Yulia Putintseva, la russa “diversa”, dai tagli continui e soprattutto smorzate, insistiate, e melliflue.  Anche se poi il responso finale è risultato ancora negativo. Perché, stimolata continuamente a cambiare modulo e a scattare in avanti, in una zona di campo che non frequenta abitualmente, Iga s’è mostrata incerta e stizzita, anche preoccupata, cercando con lo sguardo l’onnipresente  Daria Abramowicz, la bella 36enne bionda, ex velista, mental coach della polacca sin dai primi passi WTA.

L’altro momento romano delicato della Swiatek è coinciso col primo set contro l’ex numero 1, Angelique Kerber, regina della difesa, che ha conquistato almeno 5 games. Per poi comunque accusare una flessione dopo gli alti ritmi di palleggio imposti dalla polacca. Che, comunque quando l’asticella si è alzata, contro la potente Keys e contro le ancora più possenti Gauff e Sabalenka, ha tenuto botta nello scambio per approfittare poi subito dopo, con insistenza, dei punti deboli dell’avversaria. Non lasciando loro scampo. Come se giocasse in apnea, fisica e mentale, per poi liberare la sua gioia con salti e risa a tutto campo.

La nuova danza della degna numero 1 del mondo. Più continua e convincente di Barty, Osaka, Barty, Wozniacki, Muguruza, Pliskova e Kerber che hanno fatto seguito dal maggio 2017 all’era Serena Williams sul trono della classifica. Come confermano del resto le 102 settimane che Iga ha già accumulato in testa al ranking. Nona di tutti i tempi. Con ampi margini di miglioramento.


DEGNO RE
Oggi come oggi, dopo 5 mesi di insolito digiuno di titoli e tanti segnali di ancor più insoliti scricchiolii motivazionali, il tennis uomini chiede a re Novak Djokovic di battere un colpo, se c’è ancora. A dispetto dell’inseguimento asfissiante di Jannik Sinner, già virtualmente concluso nella Race, dove l’italiano è al primo posto, e nella considerazione degli avversari e anche nei calcoli di classifica. Solo la media delle ultime 52 settimane premia ancora il serbo, ma i suoi ultimi urrà negli Slam sono oggi pericolosissime tagliole.

Tanto che, per parare il contraccolpo delle mancate conferme nei maggiori appuntamenti, Nole è corso ai ripari iscrivendosi in extremis a Ginevra: giusto così - come suggerisce anche l’acuto osservatore Ivan Ljubicic - perché ha bisogno di giocare partite, ma è anche un ulteriore segnale di debolezza e di incertezza. Che rafforza indirettamente le sicurezze invece di Sinner. Il numero 1 più veritiero del tennis del momento. Che, non dimentichiamolo, fra ATP Finals, coppa Davis e Australian Open, sta battendo spesso e volentieri il suo punto di riferimento tecno-tattico. Così come del resto sta facendo dagli US Open di settembre con tutti i top 10. 

di SuperTennis   
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