Un'inedita gioia per gli occhi firmata Francis Ford Coppola
Cannes 77

Un'inedita gioia per gli occhi firmata Francis Ford Coppola

L'ottantacinquenne cineasta statunitense ha presentato in concorso «Megalopolis», il suo testamento spirituale e cinematografico nel quale traccia un accattivante parallelismo tra l'Impero romano e l'America di oggi
© KEYSTONE (EPA/SEBASTIEN NOGIER)
Antonio Mariotti
17.05.2024 06:00

Sveglia alle 6.15 per non perdere il bus delle 7.30 diretto al Cineum, moderno multisala alla periferia di Cannes dove alle 8.30 è prevista l’unica proiezione riservata ai giornalisti in una sala Imax (con schermo curvo e qualità dell’immagine altissima) del film più atteso del 77. Festival. Un film pensato e progettato sull’arco di quasi 40 anni da uno dei registi più importanti del XX secolo che sulla Croisette ha vinto due Palme d’oro (nel 1974 e nel 1979) e che all’età di 85 anni ha deciso di investire 120 milioni di dollari di tasca propria, provenienti anche dalla sua azienda vinicola californiana grazie alla quale si è ricostruito una fortuna dopo le disavventure dei suoi Zoetrope Studios, per realizzare il proprio testamento spirituale e cinematografico.

Tanta voglia di sperimentare

Per vedere Megalopolis, il nuovo film di Francis Ford Coppola presentato in concorso, qualsiasi sacrificio (si fa per dire) è lecito e l’autore di Apocalypse Now e della trilogia de Il Padrino non delude le aspettative. Il suo non è però assolutamente la lezione che il vecchio maestro intende impartire ai giovani colleghi. Al contrario: nessuna nostalgia o passatismo trapelano durante le 2 ore e 17 minuti di Megalopolis che pare l’opera di un cineasta trentenne, ricco di talento e con tanta voglia di sperimentare e di stupire. Dall’alto della sua sapienza e della sua lunghissima riflessione, Coppola non pensa nemmeno per un secondo di far la corte allo spettatore propinandogli schemi narrativi consueti o, peggio, rifacendo quel che aveva già proposto nei suoi film precedenti. Il suo è un percorso inedito, con tutti i rischi e gli inevitabili intoppi che ciò può comportare. Ed è proprio questa novità a far sì che Megalopolis non lasci un attimo di tregua: anche quando non si capisce esattamente ciò che sta accadendo, è impossibile distogliere lo sguardo dallo schermo.

E se aveva ragione Catilina?

Coppola parte da un presupposto molto chiaro: l’America di oggi si può paragonare alla Roma dell’antichità e quindi se la caduta dell’impero romano rappresentò la fine di un mondo, la caduta dell’impero americano - che molti sintomi danno come imminente - segnerà la fine del nostro mondo. Ma ciò non significa che un’alternativa non sia possibile. Per Coppola questa alternativa è un’utopia necessaria alla quale bisogna pensare già oggi, prima che sia troppo tardi e ogni cosa venga travolta dal crollo di un sistema di valori ormai superato. Il regista, sceneggiatore e produttore prende così spunto dal De Catilinae coniuratione di Gaio Sallustio Crispo, composto tra il 43 e il 40 a.C., rovesciandone il punto di vista: Catilina non è più il folle ma il saggio e Cicerone, che sventò la cospirazione, non più il difensore della ragione ma l’ottuso conservatore. In questo dramma romano ambientato nell’America di oggi, Caesar Catalina (Adam Driver) è un visionario architetto che sostiene la ricostruzione di New York secondo criteri innovativi e rivoluzionari basati sulla sostenibilità ambientale e la qualità della vita. Il sindaco della città, Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito), è invece il difensore ad oltranza dello status quo, sostenuto dal corrotto potere economico e politico. Con un tocco shakespiriano Coppola inserisce tra queste due forze contrapposte la bella Julia (Nathalie Emmanuel), figlia di Cicerone ed innamorata di Catilina. Al di là dell’intrigo, a colpire è la dinamicità di ciascuna scena che mischia riferimenti classici e contemporanei. Catilina e Cicerone si sfidano dalle tribune di un Senato dominate dalle telecamere e dai flash dei fotografi; i duelli tra i gladiatori sono molto simili agli incontro di wrestling, mentre le auto di lusso sfrecciano per le strade simili a bighe. Senza parlare degli stupendi costumi e delle sorprendenti scenografie. Uno dei discorsi che Coppola approfondisce maggiormente riguarda il dominio del tempo, prerogativa di artisti e idealisti. All’inizio del film, Catilina è in grado di fermare il tempo, poi questo potere passerà a Julia e infine, nella stupenda scena conclusiva, alla loro figlia neonata, simbolo della speranza nel futuro dell’umanità.

E a proposito invece di speranza nel futuro del cinema: Coppola ha realizzato questo film in assoluta indipendenza, correndo il rischio di non trovare un distributore a livello mondiale. Ora le cosa stanno cambiando, perlomeno in Europa ed è notizia proprio di ieri che Megalopolis sarà distribuito anche in Svizzera. Per fortuna.