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La cocaina liquida fa ricchi i pusher di Roma (e sfugge ai controlli): sequestrati 100 litri a Latina

La cocaina liquida fa ricchi i pusher di Roma (e sfugge ai controlli): sequestrati 100 litri a Latina
Il ritrovamento è avvenuto all’interno di un laboratorio-raffineria. Ecco il nuovo metodo dei narcos per trafficare la droga dal Sud America
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Arriva sulle navi o su aerei affittati per falsi trasporti commerciali. Dentro taniche, bottiglie di liquore, vino, acqua, utilizzate come cavallo di Troia, la cocaina liquida passa inosservata ai controlli antidroga. È il nuovo escamotage dei narcos per trafficare cocaina dal Sud America, beffare i controlli e riportare alla sua solidità la cocaina. Dietro al business della cocaina liquida che avrebbe salvato dagli arresti decine di corrieri, almeno al momento, ci sarebbe la criminalità organizzata. È il sospetto di chi indaga da mesi sul nuovo metodo per trafficare coca. E la Dda potrebbe presto entrare in un’indagine che in tutta Italia conta al momento pochissimi sequestri, cinque negli ultimi tre anni.

Il primo grosso ritrovamento nel Lazio risale a pochi giorni fa, a Pontinia. Dentro un deposito di proprietà di un imprenditore agricolo sono state trovate 250 taniche di cocaina liquida, per un totale di 100 litri, mischiata a una miscela chimica.

Il proprietario del capannone è stato denunciato per detenzione di droga. Dentro la cascina c’erano anche gli attrezzi per riuscire a solidificare la cocaina: imbuti, scotch, nastro isolante e bustine di cellophane. Ma anche mille litri di solvente chimico del tipo bio etanolo ed esano, altamente infiammabile, utile alla raffinazione ed all’estrazione della cocaina dallo stato liquido allo stato solido originale.

«Un processo chimico tutt’altro che semplice - spiega un esperto dell’Antidroga - e spiegarne i passaggi è complicato anche per noi che ce ne occupiamo». Solventi, attrezzi e conoscenze della chimica sono le armi in mano a esperti chimici ai quali la malavita si affida per ritornare alle dosi di coca. «Dal liquido si ottengono poco meno della metà del liquido ma quello che importa ai trafficanti è che la roba arrivi a destinazione», spiega un investigatore che da mesi studia il fenomeno.

Ad arrivare dentro al capannone della cocaina liquida sono stati i finanzieri della compagnia di Terracina. Non si tratta di una soffiata ma di una maglia tessuta con mesi di indagini nel silenzio. I solventi utilizzati per solidificare la cocaina, secondo una prima stima della Finanza, hanno un valore che va dai 200 ai 300 mila euro. E per i militari della Fiamme gialle quel deposito non è solo il covo dove la cocaina liquida è stata nascosta ma anche dove veniva raffinata. Insomma, il laboratorio dal quale sarebbero uscite decine di dosi da vendere su tutta Roma.

L’indagine non finisce qui. Gli investigatori, coordinati dalla procura di Latina, stanno cercando i trafficanti, gli esponenti della criminalità organizzata entrati in affari, il chimico. La cocaina liquida adesso è finita nei laboratori dove gli esperti stanno studiando per quantificare con esattezza non solo le dosi che sarebbero state realizzate ma anche il principio attivo. Non è escluso che nelle settimane prossime possano essere addirittura formulate le richieste di alcune misure cautelari. Perché stavolta l’inchiesta sembra aver toccato il cuore e gli interessi di una grossa organizzazione internazionale che conta italiani e stranieri.

Di certo la quantità sequestrata dalla Finanza apre uno squarcio importante sul traffico di cocaina liquida e sulla centralità del Lazio nello smercio. In passato, a partire dal 2023 ci sono stati altri cinque sequestri in Italia e tre sono stati nel Lazio. Ma sono stati tutti di modiche quantità.

Come quello a Malpensa dove una donna sudamericana è stata trovata in possesso di abiti, dentro una valigia, imbevuti di cocaina liquida. In quel caso a destare i sospetti della Finanza è stata l’insistenza del cane antidroga e il fatto che la valigia della donna contenesse solo abiti per uomo. A Latina nel 2023, in un altro deposito sono stati trovati altri 23 litri di cocaina liquida, ma in quel caso non si arrivò a riannodare tutti i fili che portassero al vertice dell’organizzazione. A Napoli un altro litro è stato trovato dentro un contenitore dentro al porto. Altri due sequestri, di due chili e passa l’uno, sono stati messi a segno sempre dalla Finanza a Fiumicino. In questo caso si trattava di bottiglie di acqua. Un liquido cristallino dentro valigie imbarcate che però non è passato inosservato. La provenienza? Sempre il Sud America.

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