Venerdì, 31 maggio 2024 alle  21, arriva nell’Altovicentino un volto noto del giornalismo  televisivo e cartaceo: Andrea Scanzi. L’opinionista aretino porta a Thiene il suo nuovo spettacolo di satira politica dal titolo emblematico ‘La Sciagura. Cronaca di un governo di scappati di casa’.

Dopo il grande successo di Renzusconi e de Il cazzaro verde, Scanzi torna quindi nei teatri d’Italia per mettere in scena la “pochezza di un governo composto perlopiù da scappati di casa”. Novanta minuti di risate (amare), informazione e indignazione, che partono da un’analisi del percorso politico di Giorgia Meloni per poi ripercorrere “le incongruenze del governo, le troppe criticità della destra e l’evanescenza colpevole della classe dirigente”. Dalla seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, all’esimio statista Donzelli, dai tetri busti del Duce ai blocchi navali, dai treni di Lollobrigida ai quadri di Sgarbi. Dagli scivoloni seriali di Valditara a quelli di Sangiuliano, dalle inchieste su Santanché e Delmastro al Capodanno col botto di Pozzolo. In mezzo anche il ricordo di Paolo Borsellino e le canzoni di Gaber e Guccini.

Un monologo pieno di musica, satira, fervore e pulsione civile, senza reticenze né sconti. Ed è già corsa ai biglietti. Nel frattempo, Alberto Parisotto, giornalista thienese lo ha intervistato per avere un “assaggio” di quello che vedremo al Teatro Comunale.

 Ciao Andrea, lo spettacolo “La sciagura” vuole essere più una speranza per risorgere o una ciambella di salvataggio per non affondare.

AS) Bella domanda. Entrambe le cose. E’ una sorta di chiamata alle armi, con uno stile incazzato verso questo governo di scappati di casa. Ma se dovessi scegliere, soprattutto nella parte finale dello spettacolo, direi più una ciambella di salvataggio per non affondare e poi, magari, risorgere.

 

 Per le elezioni europee prevedi che sarà più un record d’astensione o le conferme dei trend delle ultime elezioni politiche?

AS) In serie, i vincitori (si fa per dire) saranno: astensionismo, Meloni, Vannacci. Il centrosinistra non recupererà. La Meloni perderà qualche punto ma tiene, anche perché ha concentrato il suo partito su se stessa e sulla sua immagine che è ancora parecchio forte. La Lega non andrà bene e non sbracherà dal tracollo “solo” grazie al generale Vannacci. Siamo messi proprio male. Spero sempre di sbagliarmi.

E’ finita la stagione dei 5 stelle e la casta è ormai restaurata?

AS) Se Rizzo e Stella scrivessero ora quel libro che al tempo fu un best-seller, penso venderebbero 100 copie. Di quest’aspetto morale ormai, alla gente, non gliene frega più niente. Siamo ampiamente in letargo e la società civile non si sveglia. Il M5s senza il traino di Di Battista (che ha abbandonato il movimento con il gorverno Draghi) ha perso la sua forza propulsiva. E l’attuale movimento, tolta la figura di Conte, passerebbe dal 16% al 5%. Il fatto è che ora è visto e vissuto come il partito di Conte.

E il suo fondatore Beppe Grillo cui tuoi parecchi estimatori ti paragonano a teatro?

AS) Beppe Grillo è un animale da palco. Un mostro. Il migliore, per distacco, anche rispetto a personaggi di livello assoluto come Benigni e Guzzanti. Mi onora che diverse persone mi accostino a lui come fuoriclasse da palcoscenico. Lui era incazzato, informativo di temi che appassionavano e colpivano le persone. Poi però in lui, il pubblico, non vide più l’artista, ma il politico.

 E’ tanto difficile in un paese come il nostro eleggere un Presidente della Repubblica un uomo come Bersani e omaggiare del titolo di senatore a vita, un galantuomo e grande giornalista come Corrado Augias?

AS) E’ impossibile. Perché la premessa è sbagliata. Non lo si è fatto prima con un’altra maggioranza, lo si può fare con questa? Sono le stesse forze politiche che promuovevano a capo dello Stato un uomo come Vittorio Feltri. Dopo essere ricorsi

al doppio mandato a persone ottantenni, arriverà un disastro. In aggiunta, vogliono pure abolire i senatori a vita perché li reputano quasi sempre di sinistra.

 

 Perché è rimasto solo il Papa e pochi altri a parlare di pace?

AS) Parlare di pace è scomodo. Perché sembri essere a favore di Putin e contro Israele. Ed è un ricatto orrendo. E poi la geopolitica non è per nulla conosciuta. Però si è mosso qualcosa: il movimento 5 stelle ha inserito la pace come voce d’appartenenza, è nata la lista di Michele Santoro che s’ispira ad essa e c’è stato pure un fermento anche nelle mobilitazioni degli studenti universitari. Con buona “pace” del ministro Crosetto (sorriso beffardo).

 Hai più volte detto che sei diventato quello che sognavi. Libri, giornali, tv, teatro. A cosa non rinunceresti mai?

AS) Alla libertà intellettuale. Fare quello che mi pare. In una redazione, morirei dentro. Avere orari miei. Anche complicandomi la vita, perché avrei potuto accettare opportunità più comode. E poi il divertimento. La scrittura (vista come monologo o espressione) e la dialettica. Farei più teatro e meno dibattiti televisivi. Frequento ciò che mi piace e seleziono dove voglio andare. Ed è reciproco per chi mi sceglie. Vedi Gruber, Berlinguer, Accordi & Disaccordi (anche se lì è un po’ come stare a casa). Anche se gli ospiti li decide Luca Sommi, che è bravissimo e infatti gli ascolti ci stanno premiando. Io non parlo con personaggi come Feltri, Sgarbi, Renzi, Gasparri, non ne ho stima. Io adoro fare le interviste, non il conduttore classico e non sarei in grado di farlo.

 Dopo gli splendidi romanzi “La vita è un ballo fuori tempo” e “Con i piedi ben piantati sulle nuvole”, quanto tornerai a scrivere narrativa con quell’idealismo infuso a ironia, malinconia e dolce sorriso?

AS) Ti ringrazio per l’apprezzamento. Soprattutto il primo romanzo che hai citato è stato per me il più riuscito e molto apprezzato pure dalla critica. Ma la vita è una sola. E va vissuta. Quando avrò più spazio, ci lavorerò su. Il romanzo richiede più tempo libero. Ed io voglio godermi la vita, ho una compagna, il cane, la moto, il padel. Oggi scrivere di politica è più veloce e più impattante. Con numeri di vendita entusiasmanti. E sono questi numeri, grazie ad un pubblico fedele che mi segue e mi sostiene, a cui devo la possibilità di fare la vita che desidero.

 

Una altra tua passione è il calcio. Ma al Milan (tua squadra del cuore) bisogna per forza prendere un mister straniero? Non si poteva tenere Pioli o scegliere un nome italiano?

AS) Ti dirò che questo tema dell’allenatore l’ho seguito poco. Sicuramente la piazza, la società e più di qualche giocatore ha rotto l’idillio con Pioli. Si è chiuso un ciclo. Paga inoltre l’uscita prematura dalla Coppa Italia e dall’Europa League e le sconfitte in serie nei derby. Io sarò per sempre grato a Stefano Pioli per avermi regalato uno scudetto inatteso (come quello ai tempi di Zaccheroni) che sa di miracoloso. Sul domani, preferirei un Conte come condottiero o un Sarri che stimo e apprezzo. I nomi che girano, sinceramente, non mi “scaldano” per nulla.

Che cosa ti porti dentro di Giorgio Gaber e ci sono all’orizzonte dei nuovi Gigi Proietti?

AS) Purtroppo di giganti come Proietti, ma anche figure alla Dario Fo o Enzo Jannacci non ce ne sono. Sono uomini irripetibili. Di Gaber mi porto dentro un’amicizia profonda (lui aveva quasi 40 anni più di me), i giorni passati insieme (almeno 15 serate fantastiche). E poi l’uomo, le qualità personali, la tenuta del palco, la scenica, il carisma, la voce, l’onestà intellettuale. Sul palco, in ogni cosa che faccio, c’è qualcosa di lui.

 La comicità in Italia deve trasbordare fuori dalla Rai. Un programma come la Gialappashow non ci starebbe bene nel servizio pubblico? E il giornalismo d’inchiesta è solo nelle mani di Report?

AS) La Rai è TeleMeloni. Non esiste satira libera. Per questo si trova più qualità espressiva nelle piattaforme dei canali 8 e 9 e in parte La 7. La Gialappashow è una comicità ispirata, d’insieme. Con eccellenze come il mago Forrest e bravi comici come Lodigiani, Ferrario, Ornano. Report (ma anche 100 minuti di Formigli) è rimasto fra i pochi programmi d’inchiesta. Innanzitutto, bisogna saperla fare questo tipo di televisione ed è importante essere protetti da chi ti sorregge. Come del resto Il Fatto Quotidiano e Domani sono giornali meritori di coraggio per le inchieste che portano avanti. Ma ci vogliono soldi e una rete che ti copra economicamente se non vuoi che le querele ti sommergano. A proposito, mi è appena arrivata una querela della moglie di Sgarbi.

Siamo quasi alla fine… In un tavolo di ritrovo, scegli chi far sedere con te: un giornalista, un musicista, un attore, un atleta.

AS) Sigfrido Ranucci, Francesco Guccini, Pierfrancesco Favino e magari Berrettini, sperando di portargli fortuna… però, alla fine sceglierei Sinner, perché le sue doti le avevo viste nascere fin da ragazzo, ci avevo visto lungo. La condizione di obbligatorietà è che devono amare gli animali (sorriso arguto).

Un messaggio finale che vuoi regalare ai giovani? 

AS) Un grazie di cuore, intanto, perché vedo questi giovani partecipare numerosi al mio spettacolo che sto portando in quasi tutte le regioni d’Italia. Con sold-out ovunque. Soprattutto la fascia dei ragazzi di 18-20 anni. Vi chiedo di resistere. E di crederci. Avete l’età per restare attaccati ai sogni. Anche quelli che sembrano irrealizzabili. Provateci. Sempre. Valorizzate il lato umanistico che è in voi, anche nel linguaggio. Siete delle anime salve che dovete sbocciare.

 

Alberto Parisotto

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