Serena Dandini: «Troppa censura in tv, a teatro mi sento libera» | Corriere.it

Serena Dandini: «Troppa censura in tv, a teatro mi sento libera»

diFrancesca Angeleri

Dandini stasera a Torino porta in scena «Vieni avanti cretina» al Colosseo: «Torno nei luoghi della Tv delle ragazze»

«In questa vita, da donna, devi sempre dimostrare qualcosa in più degli uomini. Io la chiamo la sindrome di Ginger Rogers, che doveva fare tutto come Fred Astaire. Ma sui tacchi e ballando all’indietro». Questa sera alle 21 al Teatro Colosseo va in scena il format teatrale di Serena Dandini, Vieni avanti cretina, NEXT!. Uno spettacolo (con lei ci sono anche Federica Cacciola, Cristina Chinaglia, Marianna Folli, Annagaia Marchioro, Germana Pasquero, Rita Pelusio, Gioia Salvatori) che celebra la «cretineria» al femminile. Un titolo audace che restituisce alle donne un ambito, quello della comicità, storicamente riservato agli uomini. D’altra parte, come per molte altre cose, anche su questo Virginia Woolf aveva già riflettuto: «Le donne e i bambini sono i principali rappresentanti dello spirito comico…».

Dandini, anche lei, con la sua libertà professionale e intellettuale, con il suo ruolo storico di capitana dei programmi tv, ha avuto qualche problema con la disparità di genere?
«Elementare Watson. È sempre una strada in salita perché, a parità di curriculum, una donna continua a essere considerata meno autorevole. Autorevolezza che, per un maschio, è data per scontata».

La sua arma per superarla?
«L’ironia. È una lente sempre interessante, un controcampo che è non solo un diverso punto di vista, ma ti dà anche una visione del mondo scevra da stereotipi e pregiudizi, permettendoti di guardare la realtà con altri occhi. Ti fa vedere il Re nudo. Nel caso di questo spettacolo, che porto a Torino per la prima volta, l’ironia destruttura la visione di genere».

È emozionata di calcare il palco in questa città?
«Sono molto felice. Torino è una città importantissima per me, ho molti amici ed è cominciata proprio qui l’avvenuta della Tv delle Ragazze».

Meglio fare teatro che tv?
«Le televisioni sono diventate più conformiste, più paludate. La politica è entrata a gamba tesa nei programmi in una maniera davvero soffocante. Tra censure e autocensura, il teatro, in questo momento, è una forma di grande libertà, dove posso esprimermi. Non ho la necessità di andare in tv a tutti i costi, voglio fare le cose che sento, di cui percepisco l’urgenza e che mi piacciono».

Il momento più bello in scena?
«L’attimo prima di entrare. Quando senti tutto quel brusio del pubblico. L’attesa dietro le quinte insieme alle altre attrici. È un momento che veramente mi dà la carica».

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16 maggio 2024