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Scienza

Marte: scoperto un lago abitabile con caratteristiche terrestri

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Miliardi di anni fa, Marte ospitava un lago similare a quelli sulla Terra e probabilmente abitabile: il rover Curiosity della Nasa ha scoperto le sue tracce all’interno del cratere Gale, che costituisce il fondo di un antico bacino d’acqua ormai prosciugato.
E’ stata trovata una sorprendente quantità di ossido di manganese, un minerale che si trova comunemente nei laghi terrestri e che si forma grazie all’elevata presenza di ossigeno e all’azione dei batteri. La scoperta è stata resa pubblica dalla rivista ‘Journal of Geophysical Research: Planets’ da un gruppo di ricercatori guidato dal Laboratorio Nazionale americano di Los Alamos.

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Ambiente

Tempesta solare in arrivo stasera sulla Terra: previsti blackout, aurore boreali, e problemi a satelliti

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In arrivo sulla Terra, tra stasera e domani, una tempesta geomagnetica di classe G4 (grave): previsti impatti sulla rete elettrica, sui sistemi di navigazione satellitare come il GPS e problemi a satelliti e veicoli spaziali. Sarà possibile, inoltre, ammirare le aurore boreali anche a basse latitudini. La tempesta è dovuta all’intensa attività di un gruppo di macchie solari (AR3664) che si estende per circa 200.000 km sul Sole.

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Attualità

La NASA annuncia la nuova missione: Space X-23 CRS imbarcherà anche un esperimento finanziato dalla Regione Campania

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Pubblicato sul sito della NASA l’annuncio della prossima missione Space X-23 CRS che imbarcherà il 28 agosto (29 in Italia) anche l’esperimento Readi FP di Ali e Marscenter finanziato dalla Regione Campania.

Si chiama ReADI FP (REducing Arthritis Dependent Inflammation First Phase) il micro laboratorio di biologia per lo studio della prevenzione dell’osteoporosi “Made in Campania” che sarà lanciato il 28 agosto 2021 dal Kennedy Space Center in Florida a bordo di un razzo Falcon 9 della SpaceX per effettuare un rifornimento cargo per la Stazione Spaziale Internazionale ISS.

Una volta a bordo della ISS il dispositivo progettato e realizzato da ALI, per conto del Marscenter, verrà attivato dagli astronauti e funzionerà in modo automatico, completando l’esperimento in circa 10 giorni per poi rientrare a terra a bordo della capsula Dragon della SpaceX.

I risultati dell’esperimento saranno recuperati dal team di ALI e del Dipartimento di Biologia dell’Università “Federico II” di Napoli per le analisi post-volo.

ReADI FP rientra nelle attività previste dal progetto CA.DI.RA, Capsula DI Rientro Atmosferico, coordinate da ALI, insieme al CIRA, e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POR FESR CAMPANIA 2014/2020.

L’iniziativa è il risultato di una collaborazione tra Nanoracks Europe, il consorzio ALI, la società Marscenter, l’Università Federico II di Napoli e si è avvalsa anche del contributo dell’azienda vinicola campana Mastroberardino che ha fornito le vinacce, sottoprodotto della vendemmia.

La FP nel titolo di questo progetto sta per First Phase (prima fase) e indica come l’iniziativa vuole essere il punto di partenza per lo sviluppo di nuove soluzioni e ricerche nello spazio.

Gli esperimenti a bordo includono un’indagine sulla protezione della salute delle ossa con sottoprodotti botanici, test su un modo per monitorare la salute degli occhi dell’equipaggio, dimostrare una migliore destrezza dei robot, esporre i materiali da costruzione all’ambiente rigido dello spazio, mitigare lo stress nelle piante e altro ancora.

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Dal Mondo

Missioni su Venere: l’annuncio della NASA

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La NASA ha annunciato che entro la fine del decennio saranno lanciate due nuove missioni per lo studio di Venere, l’infernale “pianeta dell’amore”.

Entrambe le missioni sono state selezionate nell’ambito del “Discovery Program” dell’agenzia aerospaziale americana e il lancio è previsto per il biennio 2028-2030.

L’obiettivo è studiare le ragioni per cui il pianeta che si avvicina di più alla Terra si è trasformato in un mondo alieno altamente inospitale, con un’atmosfera tossica e corrosiva e una temperatura superficiale di 464° C, a causa di un devastante effetto serra.

Ciò è particolarmente sorprendente se si pensa che recenti studi suggeriscono che il corpo celeste fosse abitabile come la Terra fino a 700 milioni di anni fa.

Queste due missioni gemelle mirano entrambe a capire come Venere sia diventato un mondo infernale, in grado di sciogliere il piombo in superficie”, ha dichiarato l’ex astronauta e neo amministratore della NASA Bill Nelson.

Le due missioni “offriranno all’intera comunità scientifica la possibilità di indagare su un pianeta su cui non andiamo da più di 30 anni”, ha aggiunto Nelson, riferendosi alla sonda Magellano che fu lanciata alla fine degli anni ’80 e orbitò fino al 1994 attorno al pianeta. Entrambe le missioni, selezionate da una lunga lista proposta svariati team di ricerca, riceveranno 500 milioni di dollari in finanziamenti per lo sviluppo e il lancio delle sonde.

Una delle due missioni, chiamata DAVINCI+ (acronimo di Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble Gas, Chemistry, and Imaging), sarà principalmente impiegata nello studio della peculiare atmosfera venusiana, un mix di anidride carbonica (circa il 96% del totale), acido solforico, anidride solforosa e altri composti chimici che dà vita a nubi talmente dense da “intrappolare” i raggi solari e scatenare un effetto serra in grado di annichilire qualunque forma di vita (perlomeno quella che conosciamo noi sulla Terra).

L’obiettivo principale sarà comprendere come si è formata ed evoluta l’atmosfera, ma si cercheranno anche le prove della passata esistenza di oceani e verranno condotte indagini geologiche attraverso immagini ad altissima risoluzione. Verrà lasciata cadere una sfera ricca di sensori attraverso l’atmosfera.

Più incentrata sugli studi geologici la missione VERITAS (Venus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography e Spectroscopy), che avrà l’obiettivo di mappare la superficie del pianeta tridimensionalmente e verificare se su Venere sono ancora attivi terremoti e vulcani.

Attraverso strumentazione a infrarossi si cercherà anche di determinare se i vulcani potenzialmente presenti stiano diffondendo vapore acqueo e la composizione rocciosa del pianeta.

Il dottor Tom Wagner, un esperto del Programma Discovery della NASA, ha dichiarato che, grazie ai dati di queste missioni sarà “come aver riscoperto il pianeta“.

Nonostante la vicinanza, infatti, a causa della sua “impenetrabilità”, Venere resta uno dei più misteriosi corpi celesti del Sistema solare. Alcuni degli strumenti degli orbiter impiegati nelle due missioni saranno messi a punto da partner internazionali della NASA, compresa l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il Centro aerospaziale tedesco e il Centre National d’Etudes Spatiales francese.

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