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Alice Rohrwacher, i mondi incantati creati dalla regista italiana

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Alice Rohrwacher

Alice Rohrwacher è una regista italiana, si contraddistingue per uno stile intimo e favolistico, alla continua ricerca di mondi e leggende da raccontare. I suoi lungometraggi, da Corpo Celeste fino a La chimera sono dei racconti rurali che uniscono il mondo della modernità e della contemporaneità a una dimensione altra, fatta di legami tra la dimensione delle credenze magiche.

Nella sua breve carriera, data la giovane età della regista, la Rohrwacher ha realizzato ben quattro lungometraggi, cinque cortometraggi, tre documentari e anche la serie per la televisione L’Amica Geniale. Nelle storie da lei prodotte le donne hanno spesso un ruolo principale. Non vengono celebrate, ma semplicemente raccontate nella loro semplicità, nelle loro fragilità e nella loro bellezza.

Nella sua carriera ha ricevuto una nomination ai Premi Oscar 2023 per il suo cortometraggio Le pupille, al Festival di Cannes ha ricevuto due premi un Grand Prix Speciale della Regia per Le meraviglie e un Prix du scenario per Lazzaro Felice. Inoltre nel panorama italiano è stata candidata per ben sette volte ai David di Donatello. Il film ha ricevuto tre candidature per La chimera. Quest’ultimo era presente nelle categorie miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale.

Alice Rohrwacher

Alice Rohrwacher – Comunità, terra e radici, il triangolo che appassiona la regista

Alice Rohrwacher apprezza parecchio questo trittico di tematiche ovvero le comunità, la terra e le radici, dato che hanno anche un’origine autobiografica. Infatti Alice, come anche la sorella Alba, viene da una realtà prettamente rurale, essendo figlia di un apicoltore. Le due sorelle sono cresciute nella campagna vicina alla provincia di Terni.

L’esordio al cinema della regista avviene all’alba dei suoi trent’anni con Corpo Celeste. Fin da subito la giovane cineasta si impone sul panorama italiano non solo per essere una donna in un olimpo registico formato prevalentemente da uomini, ma soprattutto per l’unicità delle visioni da lei create.

L’atteggiamento della regista è dichiaratamente antiprogressista, infatti la cineasta sfruttando il suo realismo magico si schiera a favore delle comunità, racconta la terra con i suoi cicli. Le epifanie mistiche che emergono dalla sua videografia hanno i tratti del soprannaturale.

Forse uno dei suoi lavori che al meglio esemplifica tutto ciò è Lazzaro felice, lungometraggio momentaneamente disponibile su Rai Play. Per realizzare questo film la regista è stata ispirata da due storie. La prima è quella di San Francesco, l’altra è una storia per bambini narrata da Chiara Frugoni in un suo libro. Il nome scelto dalla regista per il protagonista del lungometraggio è certamente un nome forte, dal significato altisonante. Lazzaro è un giovane ragazzo, che viene da un mondo semplice, rurale, ovvero un mondo incontaminato e puro. Il giovane rappresenta tutti quei mezzadri che vengono sfruttati, ma egli invece di ribellarsi rimane gentile, pieno di vitalità e sorridente. La sua famiglia evolve e progredisce, lui rimane sempre uguale a se stesso. Sempre dotato però della sua immancabile voglia di fare, con il suo sorriso che gli marchia il viso.

Questa pellicola però nasconde anche altri significati. Viene infatti narrata anche una bella storia d’amicizia, tra Lazzaro e Tancredi, figlio della nobildonna proprietaria delle terre lavorate da Lazzaro e dalla sua famiglia. Da notare il fatto che l’ umanità è un elemento preponderante nelle storie create dalla Rohrwacher, ma in poche di esse c’è spazio anche per l’amore, inteso nel suo più concreto romanticismo.

Realismo magico – Le dimensioni tra leggenda e ruralità create dalla cineasta

Il realismo magico è un elemento preponderante nelle creazioni della regista, infatti anche i suoi cortometraggi contengono un fitto tratto magico che si può incontrare sia in Omelia Contadina che in De djess.

Omelia contadina nasce da una collaborazione tra la Rohrwacher e Jean René, in arte JR, che ha iniziato la sua carriera come artista di graffiti. L’arte cinematografica si unisce quindi a quella fotografica, riuscendo a cogliere le sfumature più intime e scontate. L’incontro magico tra i due artisti riesce ad animare luoghi in cui sembra che l’umanità sia sparita. Il centro di questo lungometraggio è la rappresentazione del funerale del mondo rurale.

De Djess è un corto, classificabile come genere appartenente alla categoria dei Fashion Film. Infatti il cortometraggio è una collaborazione di MIU MIU con vari registi. De Djess è il nono corto realizzato per il progetto di storie brevi, prodotte con l’obiettivo di celebrare le donne. L’elemento magico in questo corto è trascinante, a partire dalla lingua parlata dai personaggi, ovvero una lingua inventata, con termini che vagamente ricordano il triestino. Gli abiti indossati dalle attrici, tra cui è presente anche Alba Rohrwacher, prendono vita man mano che vengono indossati dalle giovani modelle.

Lazzaro Felice è una vera e propria fiaba moderna. L’approccio a tratti naif si interseca con un’indagine mai banale sulla società contemporanea. In Le meraviglie, forse l’opera più autobiografica dato che i protagonisti sono degli apicoltori e l’elemento di magia è rappresentato dalla modernità stessa. Infatti questa famiglia contadina decide di partecipare a una competizione televisiva, e la tv rappresenta un vero e proprio elemento magico.

La magia si interseca spesso con il folklore del mondo contadino, un mondo incontaminato e intramontabile, che colloca le sue storie fuori dal tempo.

Alessia Morresi
Alessia Morresi
Amo l'arte in generale, ma il cinema è da sempre stato la mia più grande passione. I miei registi preferiti sono Wes Anderson e Quentin Tarantino, entrambi eclettici e in continua ricerca di una loro marca di artisticità. Non ho un genere preferito, ma sicuramente un buon thriller cattura immediatamente la mia attenzione.

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