Recensione su Il legame (2020) di Nocturno_1977 | FilmTV.it
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Il legame

Regia di Domenico Emanuele de Feudis vedi scheda film

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Nocturno_1977

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La recensione su Il legame

di Nocturno_1977
5 stelle
Il legame (ITA) 2020 Domenico Emanuele de Feudis
Francesco (Scamarcio) ritorna dopo tanti anni dall’anziana Mamma (Mariella Lo Sardo) che vive, insieme alla sua governante, in una villa inquietante nell’entroterra Pugliese.
Non è solo ma lo accompagnano la sua snervante compagna Emma (l’argentina Mia Maestro) e la figlia di lei Sofia (Giulia Patrignani) molto attaccata a Francesco.
La coppia è in odore di matrimonio ma un giorno la bambina viene punta da una tarantola/taranta e incomincia a manifestare sintomi di possessione demoniaca…
Primo lungometraggio del regista Domenico De Feudis dopo le collaborazioni con il maestro Sorrentino come aiuto regista e prodotto da Netflix che dopo l’esperimento di “Cuaron” (Serie tv) ha avuto il coraggio di dar fiducia al cinema italiano di genere.
Il film appartiene al sottogenere “Folk Horror” che sta riemergendo, dopo l’indimenticabile “The Wicker Man”, grazie alle recenti pellicole come “Midsommar”, “The Witch” e “Apostolo”, quest’ultimo forse un caso ma prodotto da Netflix.
Ma quando si parla di folklore nostrano risulta impossibile non citare Ernesto De Martino (come si evince nella parte introduttiva del film), autore del saggio “Sud e Magia”, antropologo napoletano e massimo esperto di Folklore e religione del mezzogiorno d’Italia. Gli spunti cinematografici italiani estrapolati da questo libro sono vari come “Il demonio” di Brunello Rondi e “Non si sevizia un paperino” di Lucio Fulci e quindi risulta prevedibile parlare di “malocchio”, “fascinazione” che è una sorta di “magia cerimoniale” che viene elaborata attraverso scongiuri,legni mischiati ai capelli, filastrocche e soprattutto tanta “ignoranza” che permette di creare un legame magico tra due persone (una condizione psichica di impedimento e inibizione". De Martino).
E quindi non a caso il territorio scelto dal regista è quello pugliese (anche luogo di nascita del regista) ricco di credenze arcaiche e sempre meno solare (Non come siamo abituati a vederlo) ma in questo caso si mostra cupo e oscuro come gli ulivi centenari aridi e malati da “Xylella Fastidiosa” che creano un’atmosfera man mano oppressiva e triste.
Nel film il mondo del folklore che affascina la piccola Sofia si scontra con la modernità e razionalità della madre Emma mentre il passato riemerge man mano attraverso gli sguardi dei protagonisti sempre meno silenziosi in un crescendo di suspense e tensione. Proprio questa contrapposizione tra il magico e il razionale funziona come la descrizione dei personaggi ben delineati e come “Il legame” tra madre e figlio, a cui tutto si perdona, che riesce ancora a non far scrollare di dosso certi “valori” del passato al figlio.
Funziona anche l’abbandono dal deterioramento della vita moderna frenetica da cui fuggire in un “on the road” verso il “magico” ed “esoterico” Sud pieno di contraddizioni ma anche di tanta umanità. Una buona fotografia e una solida sceneggiatura senza perdite montano i “Legami” tra i vari personaggi che si attraggono con la stessa forza con la quale dopo si respingono. I trucchi ricordano un po’ forse vagamente “Le streghe di Salem” di Rob Zombie come alcune inquadrature forse “l'esorcismo di Emily Rose/L’esorcista” ma il prodotto finale è un grande omaggio al cinema italiano gotico anche Avatiano e a quello contemporaneo del mainstream statunitense più vicino alla casa di produzione.
I titoli di coda ci incollano ancora davanti allo schermo mostrando foto reali che ipnotizzano e incutono terrore allo spettatore.
In conclusione un buon esordio del promettente regista che non mira ai facili copioni del genere criminal-movie/gangster nostrano (gli spettatori italiani sono affogati ormai da noir nostrani talvolta mediocri che narrano sempre della non più “geolocalizzata” malavita italiana) ma incoraggia il cinema italiano di genere ad osare con uno Scamarcio diverso da come siamo abituati a vederlo e sempre pronto a nuove sperimentazioni. Forse abbiamo bisogno di sfruttare maggiormente i nostri archetipi nel cinema magari forzandoli anche con un parlato dialettale senza per questo rinunciare alla propria personalità e alla modernità come espresso in questo film… Un buon esordio.
Voto 7
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "N I IL LLEGA L LEG L LE E LEGAME GAM A G M E"
 
 
 
 
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