Ucraina, i russi avanzano verso Kharkiv: cosa succede se la città cade

Secondo il Cremlino, l'Ucraina è prossima al collasso. Kiev ammette le difficoltà e l'offensiva russa al fronte, ma non ordina l'evacuazione della strategica città nord-orientale

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Assieme a Odessa, il principale obiettivo tattico dell’esercito russo in Ucraina è la città di Kharkiv. E lo è da molte settimane, durante le quali Kiev ha ribadito a grandissima voce la necessità di dotarsi di difese antiaeree di ultima generazione occidentali e di sistemi missilistici a lungo raggio. Per contro, Mosca ha deciso di martellare il fronte ucraino con mezzi e uomini in gran quantità, per sfruttare il vantaggio industriale e demografico prima dell’arrivo degli aiuti americani ed europei.

Aiuti che, a questo punto, rischiano di non diventare pienamente operativi in tempo. Secondo il Cremlino, il Paese invaso è “prossimo al collasso”. La conquista di diversi villaggi sempre più vicini al bottone strategico rappresentato dalla città e dall’oblast nel nord-est ucraino desta viva preoccupazione nei difensori.

La Russia avanza e martella Kharkiv: cosa sta succedendo

Le forze russe martellano dunque il nord della regione di Kharkiv, nuovo fronte della guerra sempre più difficile per le difese di Kiev che da tempo denunciano l’arrivo di un’offensiva di primavera-estate da parte degli invasori. Che l’area fosse cruciale per i destini della guerra lo avevamo anticipato ad aprile, spiegando che Kharkiv (Kharkov nella dizione russa) per morte e devastazione rischia di diventare “la Aleppo d’Ucraina”. E che rappresenta un obiettivo tattico centrale per raggiungere l’obiettivo strategico di Mosca: non la completa conquista territoriale, ma la neutralità del Paese. Ora i russi rivendicano già i primi trofei di questo nuovo capitolo del conflitto: secondo il ministero della Difesa russo, le truppe hanno preso il controllo Borisovka, Ogurtsovo, Pletenevka, Pylnaya e Strelechya, villaggi di confine nel Kharkiv. Un altro insediamento, Keramik, è stato invece conquistato nel Donetsk.

L’entusiasmo per le nuove conquiste rilancia la propaganda del Cremlino. “La situazione sta cambiando rapidamente e, di fatto, porta a un collasso totale per Kiev”, tuona il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. Nonostante i contrattacchi, Mosca sostiene dunque che si avvicini l’epilogo per la resistenza ucraina. E di fronte a questo quadro, “gli europei rischiano il tutto per tutto”, con dichiarazioni che “alimentano deliberatamente la tensione”, aggiunge Peskov. Un riferimento implicito al dibattito scatenato dalle parole del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile schieramento di truppe Nato in Ucraina. “Spero con tutte le mie forze che non si debba andare in guerra”, sottolinea comunque il capo dell’Eliseo. Ma “a un certo punto bisognerà che si arrivi a dissuadere la Russia dal continuare ad avanzare”.

L’amministrazione Zelensky, da parte sua, ammette le difficoltà al fronte e i successi dell’offensiva russa. Il governatore della regione di Kharkiv, Oleg Sinegubov, assicura però che in quei villaggi – racchiusi in quella che viene descritta come una “zona grigia” del nuovo fronte – continuano feroci combattimenti. “Il nemico viene contenuto e non si espande”, afferma parlando di una situazione “sotto controllo”. La situazione non è però disperata secondo le autorità locali, che escludono evacuazioni dalla città di Kharkiv, mentre quasi 2mila civili sono già fuggiti dagli insediamenti vicini al confine russo. Lo scontro più cruento si concentra in quella zona, provocando vittime tra i civili. “Si tratta di villaggi di confine”, sottolinea ancora Volodymyr Zelensky, ribadendo che sono stati inviati rinforzi a nord. “Le nostre truppe stanno contrattaccando da giorni, difendendo il territorio. Anche la situazione nella regione di Donetsk rimane particolarmente tesa”. Lo scenario si evolve di ora in ora e rende sempre più necessaria la consegna delle armi promesse dall’Occidente. “È assolutamente urgente dotare l’Ucraina di sufficiente equipaggiamento militare qui e ora”, dichiara il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. Nel frattempo, le forze ucraine provano a impegnare gli invasori su altri fronti, come il Donetsk e il Mar Nero.

Panico e bombe: la tattica russa per prendere Kharkiv

La guerra è una questione di tempo, ma soprattutto di spazio. La posizione di Kharkiv dice già molto della sua importanza: nel quadrante nord-orientale, rappresenta la seconda città più grande dell’Ucraina e un bottone strategico per chiudere la cerniera del fronte, per ora bloccato sulla riva sinistra del fiume Oskol (od Oskil), alla frontiera del Donetsk. La Russia sta avanzando sul fronte Est, sfruttando la estreme difficoltà di Kiev in termini di difesa aerea e di soldati e munizioni. Già a gennaio l’intelligence ucraina aveva lanciato l’allarme per i rinnovati piani di Mosca per la presa della città: non più attraverso incursioni di reparti dal Donbass (distante circa 130 chilometri), ma anche tramite offensive dal confine russo (distante 50 chilometri). Ciò che è certo è che Mosca ha intensificato i bombardamenti su Kharkiv nelle ultime settimane, scatenando piogge di missili.

L’obiettivo russo è costringere i residenti locali a evacuare il centro abitato. Secondo Bloomberg, con le forze di terra ancora troppo lontane, la Russia ha puntato a distruggere centrali e infrastrutture energetiche per rendere inabitabile Kharkiv. La guerra ibrida del Cremlino prevede però anche un grande intervento di propaganda e disinformazione, volto a convincere le autorità ucraine a disporre lo sgombero dei civili dalla città, onde evitare che possa essere accerchiata prima dalle forze nemiche. Invasione raccontata come imminente, ma nella realtà ben lontana dal verificarsi.

Ciò che invece è tristemente vero è che Kharkiv rischia di diventare “una nuova Mariupol” o “una seconda Aleppo”, con riferimento alla città siriana divenuta il simbolo della devastazione e della morte provocate dalla guerra e, nello specifico, dalle forze governative russe e siriane dieci anni fa. Zelensky continua a chiedere a gran voce all’Occidente nuovi sistemi di difesa aerea, l’unica speranza per difendersi dagli attacchi russi a lungo raggio ed evitare lo scenario peggiore per Kharkiv e per altre città ucraine. Il sindaco della città, Igor Terekhov, afferma che Putin ha cambiato tattica per cercare di terrorizzare i suoi 1,3 milioni di abitanti, colpendo le aree residenziali e provocando lunghi blackout. Per questo per il primo cittadino il pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari, ancora ostaggio del Congresso Usa, è “di fondamentale importanza per noi”. Kharkiv appare oggi più che mai come un punto debole da colpire. Secondo fonti di intelligence occidentali, Mosca avrebbe inoltre ammassato 200mila uomini ai suoi confini. Il che basta a far capire che la Russia è ben lontana dal voler sedersi al tavolo dei negoziati, che pure vuole discutere con gli americani, ma quando avrà raggiunto il massimo vantaggio possibile sul terreno.