All'Allianz Stadium di Torino è andata in scena una prova finalmente positiva e gagliarda da parte di una Salernitana che, opposta ad una Juventus bisognevole di punti preziosi per blindare la partecipazione alla prossima edizione della Champions League, ha ben figurato riuscendo a muovere la propria asfittica classifica. Una prestazione che se da un lato ha inorgoglito il pubblico di fede granata dall'altro non ha potuto non suscitare un po' di rammarico e un pizzico di rabbia per il tardivo risveglio di uomini che avrebbero dimostrato di potersi, quando hanno il giusto atteggiamento, esprimere su livelli ben più alti dei mediocri standard dimostrati in stagione. Analizzando in modo più approfondito un match che alla prova dei fatti non si è rivelato il classico confronto tra Davide e Golia che tutti, bookmakers compresi, si attendevano, ci si chiede se siano stati maggiori i meriti della Bersagliera oppure i demeriti della Vecchia Signora.

 Al pronti via la Juventus ha subito cercato di aggredire i granata provando due temi offensivi: la verticalizzazione per appoggiarsi su Vlahovic e buttarsi negli spazi alle spalle della linea granata e il tentativo di creare densità  sulla corsia sinistra difensiva campana portandovi più uomini, ciò per mettere in difficoltà un Sambia ritenuto anello debole della retroguardia della Salernitana. Madama, però, non riesce quasi mai ad alzare ritmo e velocità di esecuzione delle giocate, rivelandosi prevedibile e incapace di sviluppare una manovra corale efficace per mettere esterni e punte in condizioni di far male a Fiorillo e compagni. Gli unici pericoli per l'estremo difensore campano giungerebbero, infatti, solo da azioni individuali, come in occasione del palo colpito dalla distanza dal bomber serbo della Juventus. 

La Bersagliera, dal canto suo, affronta il match senza timori reverenziali e dimostra personalità fraseggiando bene palla a terra e sfruttando i movimenti e i tocchi di classe del suo giovane puntero Tchaouna. A centrocampo finalmente giganteggia, in coppia con un Basic lucido ma un po' compassato, il maliano Coulibaly, il quale costituisce un argine in grado di reggere l'urto dei dirimpettai juventini e di strappare palla al piede per fare ripartire i suoi, guadagnando finanche due pesanti cartellini gialli a carico degli avversari. La squadra di Colantuono non soffre quasi mai la Juventus e ben si comporta in fase di contenimento fatto salvo l'aver concesso ai rivali troppe comode conclusioni da fuori area per l'incapacità di uscire coi tempi giusti in pressione su centrocampisti e punte bianconere che cercano spazi tra le linee di difesa e centrocampo granata.

I Torinesi non riescono a sfruttare le corsie laterali non arrivando pressoché mai sul fondo a crossare, a causa di un Kostic fuori partita e un Cambiaso meno efficace e produttivo del solito in fase offensiva, il tutto aggravato da notevole staticità dei mediani di Allegri, Rabiot e McKennie, che mai trovano il modo di inserirsi con i tempi corretti alle spalle dei difensori ospiti, che fulmini di guerra non sono. Il vantaggio della Salernitana non è arrivato casualmente e premia la testa libera e propositiva degli uomini di Colantuono, che passano con una frustata di testa di un Pierozzi lasciato libero di staccare sul primo palo difeso da uno Szcesny un po' in ritardo nell'opporsi. Nella ripresa i cambi di Allegri avevano il chiaro scopo di velocizzare la manovra e, soprattutto, allargare il gioco sugli esterni con Chiesa e Iling Junior, uomini in grado di strappare, saltare gli avversari e creare superiorità numerica e occasioni da rete.

La Juventus, complice una Salernitana più stanca e meno in grado di ripartire, sale di giri e si installa a ridosso dell'area granata, impegnando a più riprese il bravo e attento Fiorillo. Fazio e Pirola, quest'ultimo finalmente positivo e concentrato per l'intera partita, riescono sempre a metterci la proverbiale pezza conservando, anche grazie a una buona compattezza di squadra, il vantaggio ospite fino ai minuti di recupero. Dopo il terzo legno juventino con il subentrato Miretti, Rabiot fa uno a uno correggendo in goal sul secondo palo un tocco illuminante di Locatelli. Nell'occasione la difesa della Bersagliera si fa sorprendere e, in particolare, Basic è poco reattivo facendosi bruciare nettamente dal Francese.  

I meriti della Salernitana vanno rimarcati per una ripresa attenta e volitiva, sia pure un po' troppo in trincea, contro una formazione piemontese che le ha provate tutte per rimontare, forse con l'unico rimpianto di non avere provato a ripartire di più e a sfruttare le praterie concesse da Madama, come ne è testimonianza il grande contropiede finale orchestrato da Pellegrino e da un intelligente Kastanos e dilapidato ancora da Basic, vera croce e delizia dei suoi. Come sempre nel calcio meriti propri e demeriti avversari finiscono per concorrere all'esito del match, ma quella ammirata nella tana della Juventus è stata la migliore Salernitana di questa disgraziata stagione sportiva.

Sezione: News / Data: Lun 13 maggio 2024 alle 23:30
Autore: Raffaella Sergio
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