Paolo Sorrentino e i film italiani al Festival di Cannes  - la Repubblica

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Paolo Sorrentino il corsa per la Palma d'oro e gli italiani al Festival di Cannes. I film in concorso e i vincitori negli anni

Paolo Sorrentino
Paolo Sorrentino (ansa)

Ci hanno provato in tanti, ma l’ultimo regista a riportare a casa il massimo premio è stato Nanni Moretti nel 2001

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Quest’anno un solo titolo che batte bandiera italiana nella corsa alla Palma d’oro anche se un po’ d’Italia è sparsa in altre sezioni del festival. È Parthenope di Paolo Sorrentino che torna a Cannes a nove anni da Youth, il film con Michael Caine e Harvey Keitel che andò in concorso al festival del 2015.

Una foto di 'Parthenope' di Paolo Sorrentino
Una foto di 'Parthenope' di Paolo Sorrentino 


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Girato tra Napoli e Capri con una cast internazionale formato da Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata il film ha per protagonista Partenope (Dalla Porta), che si chiama come la sua città, ma non è una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Il film è un atto d’amore alla sua città, a cui il regista premio Oscar è già tornato con l’autobiografico É stata la mano di Dio.

Nella lunghissima storia del festival di Cannes - quest'anno si celebra la 77esima edizione - l'Italia ha vinto molte volte a partire dalla prima vera e propria annata, il 1946 (la prima del '39 venne bloccata dallo scoppio della Seconda guerra mondiale), dove non veniva attribuita ancora la Palma ma un Grand Prix du Festival International du Film assegnato, tra gli altri, a Roberto Rossellini e la sua Roma città aperta.

Quello stesso riconoscimento poi è andato negli anni anche a Miracolo a Milano di Vittorio De Sica nel 1951 e Due soldi di speranza nel 1952 di Renato Castellani. Palma d'oro poi per La dolce vita di Federico Fellini nel 1960 e Il Gattopardo di Luchino Visconti nel '63.

Il premio è tornato a chiamarsi poi di nuovo Grand Prix e l'Italia lo ha conquistato per due anni di fila nel 1966 con Signore & signori di Pietro Germi e nel 1967 con Blow-Up di Michelangelo Antonioni e poi nello stesso anno, il 1972, con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri e Il caso Mattei di Francesco Rosi. Dal 1975 la Palma è tornata Palma e non ha più cambiato fino ad oggi: in questi 47 anni l'Italia se l'è aggiudicata solo tre volte. Due anni di fila, nel 1977 con Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani e nel 1978 con L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi e poi nel 2001 con La stanza del figlio di Nanni Moretti.

In questi ultimi vent'anni hanno vinto premi Matteo Garrone con Gomorra e Alice Rohrwacher con Le meraviglie (Grand Prix Special), Paolo Sorrentino con Il divo (Premio della giuria) e di nuovo Alice Rohrwacher per la sceneggiatura di Lazzaro Felice. Due anni fa l'Italia era stata premiata grazie al film Le otto montagne dal romanzo di Cognetti, registi belgi ma produzione italiana con protagonisti italiani sulle nostre Alpi, mentre l’anno scorso, sebbene ci fossero tre titoli in concorso, i tre registi, Moretti, Bellocchio e Rohrwacher, sono tornati a mani vuote.

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Quindi il numero di titoli con cui si concorre non vuol dire niente: l’anno de La stanza del figlio erano solo due, oltre a Moretti Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi.

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