Roma, match point per il futuro: con la Champions cambia anche il mercato

La Roma è al vero bivio della stagione. Sfumato il sogno Europa League, tutte le energie psicofisiche sono riposte nella qualificazione alla prossima Champions League che manca ormai da 5 anni (l'ultima risale alla stagione 18/19 con Di Francesco). A Bergamo ci si giocherà una fetta enorme di possibilità (se non tutta la torta). L'obiettivo Champions è fondamentale sia per dar lustro ad una stagione altalenante, ma anche per togliere qualsiasi nuvola o ombra sul futuro giallorosso. Il valore delle plusvalenze previste dall'accordo con la Uefa non è ancora noto ma potrebbe essere abbattuto anche grazie agli incassi del botteghino. Da non escludere anche la possibilità di pagare una multa in caso di mancato raggiungimento della quota prevista. Con i soldi in tasca della qualificazione però si potrebbe tornare a pianificare con più calma e raziocinio senza le corse contro il tempo e la rottura dei salvadanai entro il 30 giugno viste nelle ultime stagioni. E' ormai noto il cambio di format per la prossima stagione europea che porterà circa 19 milioni nelle casse delle squadre qualificate alla fase a gironi (lo scorso anno erano quasi 16). Una cifra che si avvicina molto ai 22 milioni ricavati da tutto il percorso fatto questa stagione in Europa League e che rende molto l'idea di quanto centrare il quinto posto sia fondamentale il futuro della società e per la crescita della squadra. Questo perché la UEFA ha deciso di stanziare 4.4 miliardi di euro per tutte e tre le competizioni (prima erano circa 3.5).

Con la Champions un mercato più sereno: le richieste di De Rossi

"Roma come il Leverkusen? Ci sono le potenzialità, ho parlato con i Friedkin ieri. Le caratteristiche di gamba e tecniche che hanno loro potrebbero essere le cose che chiederò io a giugno". Queste le parole con le quali Daniele De Rossi ha tracciato una linea guida chiara delle proprie idee sul mercato. Fuori giocatori fragili e mono passo, dentro ragazzi giovani, con tanti anni davanti e soprattutto che saltano l'uomo. Facile a dirsi meno a farsi ma certo rimane che con la qualificazione in Champions League, l'appeal e la liquidità giallorossa potrebbe lievitare notevolmente. Certo, anche in caso di qualificazione non sarà un mercato faraonico in stile Manchester City, ma non ci si dovrà (si spera) accontentare delle occasioni e di parametri zero dell'ultim'ora. La bravura di De Rossi in questa sua prima fase da allenatore della Roma è stata anche ricavare il meglio da una rosa non sua e che non è stata studiata per giocare come fa oggi. Il modulo di riferimento è il 4-3-3 che poi può cambiare in base all'avversario o anche durante la partita stessa. Sistema di gioco che però prevede esterni offensivi in grado di far male in zona gol che ad oggi non sono presenti in rosa (fatta eccezione per l'onnipresente El Shaarawy). Non a caso in attesa del nuovo direttore sportivo, il nome più chiacchierato a Trigoria è quello di Federico Chiesa. Servirà poi una rivoluzione sugli esterni bassi viste le partenze di Kristensen, di Spinazzola (salvo sorprese) e di Karsdorp, ma anche l'inserimento di ricambi di livello a centrocampo. Aouar nonostante le buone impressioni all'arrivo non si è dimostrato all'altezza, Bove sta vivendo una fase di involuzione in un sistema tattico che si addice meno alle sue caratteristiche per non parlare di Renato Sanches che sarà ricordato come una delle più grandi meteore della storia giallorossa. Per mettersi alle spalle tutto questo c'è bisogno della Champions League e la Roma oggi ha una sorta di match point.

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