Sulla Germania la morsa degli attacchi di ultradestra. Sentenza sull’Afd: giusto che i Servizi la sorveglino per estremismo - la Repubblica

Esteri

Sulla Germania la morsa degli attacchi di ultradestra. Sentenza sull’Afd: giusto che i Servizi la sorveglino per estremismo

Una manifestazione contro l'Afd a Donaueschingen, in Germania
Una manifestazione contro l'Afd a Donaueschingen, in Germania 

Si moltiplicano agli assalti ai politici di centro e sinistra. Nel mirino anche Buchenwald, il direttore: minacce quotidiane

3 minuti di lettura

BERLINO – Lunedì scorso Jens-Christian Wagner era davanti a un teatro, a Weimar, e stava aspettando un vecchio sopravvissuto serbo del campo di concentramento di Buchenwald. All’improvviso un paio di persone gli si sono avvicinate e gli hanno sibilato che “il vento sta cambiando” e che “la tua fine è vicina”. Il direttore del Memoriale di Buchenwald è ancora visibilmente scosso, mentre ci svela l’orrendo episodio. Ma Wagner aggiunge che quell’odio “sta diventando la norma”, che riceve mail di insulti e minacce “ogni giorno”. E anche il lager è ormai bersaglio continuo di raid e scempi: "Negli ultimi mesi ci è accaduto sempre più spesso di trovare nel campo lapidi e cartelli imbrattati di svastiche o rune delle SS. Sono stati segati miriadi di alberi piantati in ricordo dei prigionieri, un chiaro segno di sfregio”, spiega a Repubblica. Wagner è costretto ormai a dedicare un decimo del bilancio del memoriale di Buchenwald alla sicurezza.

In Turingia, il land di Buchenwald, il partito nazista conquistò il potere già nel 1930. Il governo Baum-Frick perseguì socialisti e comunisti, chiuse d’imperio la prestigiosa accademia del Bauhaus e instaurò il terrore antisemita. Un antipasto del regime totalitario che Adolf Hitler instaurò tre anni dopo in tutta la Germania. Weimar divenne da subito uno dei centri nevralgici del nazismo - anche per far dimenticare la breve ma importante esperienza della Repubblica - e a pochi chilometri, Hitler fece costruire, anni dopo, il campo di Buchenwald. Dopo la guerra, il memoriale è sempre stato un memento del “Mai più!”, della solenne promessa fatta dai tedeschi dopo la capitolazione e la Shoah. Ma oggi il clima sta cambiando drammaticamente. Per Wagner “la società si sta imbarbarendo e ogni pudore sta svanendo, da parte degli estremisti e dei nemici della democrazia”.

Chi soffia sul fuoco dell’odio e della discriminazione è l’Afd. Un partito che siede in Parlamento da anni propagando idee razziste, complottiste e filorusse e che sta vivendo un momento di inquietante popolarità da circa un anno e mezzo: è al 17% nei sondaggi nazionali, ma ha toccato vette del 24%, nei mesi invernali.

Ma una sentenza che farà storia ha appena decretato che il partito guidato da Alice Weidel e Tino Chrupalla può essere considerato dai servizi segreti interni (Verfassungsschutz) una forza politica “di estrema destra”. Tre anni fa l’intelligence aveva accusato l’Afd di “sospetto” estremismo, l’Afd aveva fatto ricorso, e ora un tribunale di Muenster lo ha respinto. Ciò significa che per i giudici tedeschi hanno ragione i servizi segreti interni: ci sono fondate ragioni per considerare l’Afd un partito che minaccia i valori costituzionali.

Una delle questioni centrali per arrivare a questa importantissima sentenza è stata la convinzione che il partito difenda un’idea incostituzionale di popolo etnicamente omogeneo. L’Afd, in sostanza, è una forza politica razzista. Gli esperti si aspettano ora un nuovo rapporto dai servizi segreti interni che potrà definire il partito da “sospetto” ad “accertato” di estrema destra.

In Turingia, il land di Weimar e di Buchenwald, si vota in autunno, e l’Afd è al 35% nei sondaggi. E i più pessimisti intravedono in quel voto già una riedizione della storia degli anni ’30, quando le camicie brune conquistarono prima una regione, poi il Paese. A Weimar è stato appena inaugurato un museo che ricorda la Zwangsarbeit, i 13 milioni di lavoratori ridotti in schiavitù dai nazisti. E il direttore di Buchenwald Wagner sottolinea che “qui in Turingia non è escluso che un politico di estrema destra, il leader dell’Afd Bjoern Hoecke, che propaga una politica revisionista, razzista e di odio possa diventare governatore”. Un politico che secondo un tribunale tedesco può essere definito legittimamente “fascista”.

Si vota anche in Sassonia e in Brandeburgo, e anche nei due land della vecchia Germania Est l’Afd è prima. Ma già in vista delle Europee di giugno, i fanatici dell’estrema destra stanno regalando alla Germania un assaggio della loro idea di politica. L’allarme è talmente diffuso che il settimanale Spiegel ha dedicato all’”Odio contro i politici” la sua nuova copertina.

L’episodio più eclatante è quello accaduto all’europarlamentare Matthias Ecke, che il 3 maggio stava attaccando manifesti elettorali per la Spd quando è stato assaltato da quattro uomini al grido di “frocio” che lo hanno picchiato con una tale foga da mandarlo in ospedale con fratture multiple. Ma non è un’eccezione. Poco prima la stessa squadraccia bruna aveva insultato e attaccato due politici verdi. E la scorsa settimana, un altro evento gravissimo ha conquistato le prime pagine dei giornali.

L’ex ministra dei governi Merkel ed ex sindaca di Berlino, la socialdemocratica Franziska Giffey, è stata colpita da un uomo alla testa con un sacco imbottito mentre visitava una biblioteca in periferia. Un gesto premeditato, un gesto pieno d’odio. L’ennesimo. Qualche ora prima, in Sassonia, due esponenti dei verdi che stavano facendo campagna elettorale con una troupe che li filmava sono stati aggrediti da due fanatici incappucciati che li hanno riempiti di sputi e di insulti, senza preoccuparsi che qualcuno li stesse riprendendo con una telecamera. Una portavoce della Spd ha fatto una statistica a spanne, in quel frangente: “Non trascorrono due ore senza che qualcuno del partito venga aggredito o insultato”, mentre attacca manifesti o fa campagna elettorale porta a porta.

Secondo Spiegel, gli episodi si moltiplicano in tutta la Germania. Un sindaco in Baviera, Florian Liening-Ewert (Csu) si è ritrovato una testa di maiale davanti alla porta. Tre settimane fa, in Turingia, il parlamentare della Fdp Tim Wagner è stato riempito di insulti e la sua macchina presa a calci. E dalla Bassa Sassonia arriva un altro segnale inequivocabile dell’aumento della marea nera. Il sindaco socialdemocratico di Estrof, Arnd Focke, stanco delle minacce neonaziste, si è dimesso. E una notte di febbraio, a un suo collega in Turingia, il politico della Spd Michael Mueller, è andata a fuoco la casa. Poco prima, Mueller aveva organizzato una manifestazione nel suo villaggio, a Waltershausen. E il titolo era “Mai più! Per la democrazia e contro il fascismo”. A qualcuno quello slogan non è andato giù.

I commenti dei lettori