Giorgia Meloni: "Mai nessun grande fratello fiscale" sarà introdotto da questo governo

Giorgia Meloni: "Mai nessun grande fratello fiscale" sarà introdotto da questo governo

"Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune", la premier interviene sulla nuova edizione del "redditometro"

Giorgia Meloni: "Mai nessun grande fratello fiscale" sarà introdotto da questo governo
Rainews.it
Son salsano redditometro

"Mai nessun "grande fratello fiscale" sarà introdotto da questo governo. Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune. L'attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Vice Ministro dell'Economia Leo, è fino ad ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar". Lo scrive sui social la presidente del consiglio, Giorgia Meloni. "Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini. Sull'ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l'azione di verifica dell'amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il vice ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli", aggiunge

Ma la nuova edizione del redditometro, pur con "paletti ben precisi" a "garanzia dei contribuenti", che porta la firma di Maurizio Leo, ha creato scompiglio nella maggioranza. 

La novità è arrivata con la Gazzetta Ufficiale (ma il decreto ministeriale era stato firmato il 7 maggio). La prima a reagire, a qualche ora di distanza, è Forza Italia che mette in chiaro la netta contrarietà "da sempre" al redditometro. Segue la Lega che prima con il capogruppo Massimiliano Romeo rimanda la palla a Fdi definendo "strana" la proposta (che tale non è, perché di misura attuativa e già operativa si tratta), e poi, dopo le spiegazioni di Leo, ribadisce il suo no perché "l'inquisizione è finita da tempo" e "controllare la spesa degli italiani, in modalità Grande fratello, non è sicuramente il metodo migliore per combattere l'evasione".
Non bastano, insomma, le rassicurazioni del viceministro a placare i dubbi degli alleati. Anche perché Fratelli d'Italia per molte ore resta silente di fronte a una mossa che, stando al tam tam parlamentare, non era stata preannunciata. 

Tanto che pure al Mef le prime reazioni, raccontano, sarebbero state di "sorpresa". A spiazzare non sarebbe stato tanto il contenuto in sé quanto il tempismo con cui si è sbloccata una vicenda che aveva atteso anni. Negli ultimi mesi, spiega chi ha ricostruito la vicenda, anche la Corte dei Conti aveva sollecitato l'attuazione del decreto ministeriale, espressamente previsto da una norma del 2018 (il decreto dignità del governo gialloverde) che aveva cancellato sì il vecchio redditometro prevedendo però un ulteriore decreto ministeriale che disciplinasse l'accertamento sintetico, delimitando gli elementi indicativi della capacità contributiva dei cittadini. 

"La maggioranza è in tilt", cavalca l'onda il Partito democratico, denunciando il "molto grave" utilizzo delle "istituzioni per propaganda elettorale". Si "fingono liberali ma sono solo statalisti. E stanno seguendo le linee guida di Vincenzo Visco e della sinistra anti-contribuente" affonda Matteo Renzi mentre lo stesso Visco si dice per l'appunto "favorevolissimo" sulla necessità di rispolverare il redditometro come strumento della lotta all'evasione.