Un focus sulle città che sono le protagoniste di questo secolo, luoghi centrali dello sviluppo e dell’incontro delle civiltà, è al centro della mostra, inaugurata venerdì scorso ai Musei Civici di Palazzo Mosca: “Spazi a tempo” di Olivo Barbieri (Carpi, 1954), a cura di Alessandro Dandini de Sylva, offre una significativa ricognizione del lavoro di Barbieri, attraverso un’ampia selezione di opere fotografiche e video della serie site specifico.
L’interpretazione della realtà
Tra il 2003 e il 2023, l’autore si è dedicato, servendosi di elicotteri, all’osservazione delle città del mondo e allo studio delle possibili rappresentazioni della città contemporanea, riflettendo sulla nostra capacità di vedere e interpretare la realtà. Concepito dall’artista e dal curatore come uno spazio immersivo con proiezioni di film e fotografie, il progetto espositivo si articola in sei sale di Palazzo Mosca. ‘Spazi a tempo’ ripercorre cronologicamente venti anni di ricerca sulle forme architettoniche e il disegno nella trama di più di 60 città come Roma e Shanghai, Las Vegas e Siviglia, Bangkok e Los Angeles, Città del Messico e Istanbul, Brasilia e Tel Aviv, etc. Le immagini e i film in mostra costituiscono un inventario di possibilità e una riflessione visiva sulla natura e sulla percezione delle città del XXI secolo. Olivo Barbieri: site specific è uno studio sulla forma della città contemporanea interfacciato con le attuali modalità percettive, si muove il tempo della città, si muove il tempo della rappresentazione: «Site specific è uno studio sulla forma della città contemporanea interfacciato con le attuali modalità percettive, si muove il tempo della città, si muove il tempo della rappresentazione», spiega Barbieri.
L’uso degli errori
«Ciò che ha reso assolutamente coerente tutta la serie site specific - aggiunge il curatore Alessandro Dandini de Sylva - è stata la scelta di Barbieri di alterare continuamente il codice stilistico delle sue registrazioni.