Furiosa: George Miller crea un confuso peplo post-apocalittico

Furiosa: George Miller crea un confuso peplo post-apocalittico

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Anya Taylor-Joy soffre il confronto con Charlize Theron. ©Warner Bros.

Tutti i riferimenti riconducono all’Antichità, che si tratti del guru di una setta di motociclisti sanguinari (Dementus), del suo carro trainato da tre motociclette, dei figli di Immortam Joe (Rictus e Scrotus), dell’acquartieramento di un fuggitivo, dei “pretoriani” ” della Cittadella, il camion trasformato in cavallo di Troia, l’uccisione in un’arena formata da veicoli a due ruote o la guerra tra tre città fortificate. Il tutto messo al servizio di una riflessione sulla modernità (“nessuno sa più cosa sia vero” afferma in apertura la voce fuori campo), l’equilibrio del terrore, i “corpi sani”, il “paradiso verde” o il mito del leader provvidenziale (che è meglio, citiamo, non “mettere in discussione la prepotenza”).

A 79 anni, George Miller non ha perso il gusto per i combattimenti iperspettacolari (soprattutto un attacco di camion vissuto dall’interno, davvero impressionante), tutto sembra combaciare per trascorrere 2 ore e 28 minuti con la lingua fuori davanti agli occhi. schermo. Eppure non è così. La colpa è di un’ambientazione interminabile, di uno scenario pieno di buchi o di sequenze di violenza molto ripetitive mentre i grandi combattimenti vengono stranamente saltati. E non è tutto. Chris Hemsworth fatica a convincere come un grande psicopatico, mentre Anya Taylor-Joy soffre l’inevitabile paragone con Charlize Theron. Anche le ambientazioni, sublimi, a volte sembrano troppo pulite per un universo arido, deserto e totalmente devastato che dovrebbe far venire la pelle d’oca.

Chris Hemsworth, non lo strambo più spaventoso dell’universo di Mad Max. ©Warner Bros.

Di conseguenza, nonostante numerosi inseguimenti a bordo di improbabili automobili, massacri a catena (in senso letterale e figurato), corpi regolarmente schiacciati sotto le ruote e incessanti esplosioni, lo spettacolo non convince del tutto. Il delirio visivo e l’umorismo insolito di Via della Furia gravemente carente. Qui, quasi tutto sa di déjà vu, che una storia molto elementare e psicologicamente povera non permette di dimenticare. Stranamente non riusciamo mai a provare empatia per la giovane donna strappata alla sua famiglia, la cui madre è stata torturata davanti ai suoi occhi e trattata come una cagna da tiranni degenerati.

I fan sfegatati di Mad Max saranno senza dubbio felici di tuffarsi di nuovo nel mondo polveroso e vivace di George Miller, ma altri potrebbero rimanere piuttosto delusi… a partire da mercoledì 22 maggio.

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