"Bird" è il perfetto mix tra film indie e fiaba giovanile
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Domenica, 26 Maggio 2024

La recensione

Giulio Zoppello

Giornalista

"Bird" è il perfetto mix tra film indie e fiaba giovanile

Bird porta la firma di Andrea Arnold, regista inglese che si è sempre dimostrata affezionata alla narrazione giovanile, soprattutto nei contesti urban. Questo film è coerente con la sua produzione, un mix di generi molto equilibrato, duro, sporco ma ricco di poesia e sensibilità, dove i rapporti umani sono il vero cuore, non tanto l'iter narrativo in sé. Fantasioso ma non per questo eccessivo, sorprendente pur con qualche eccesso di manierismo, Bird è una riflessione profonda sulla solitudine, sulla famiglia e sul concetto di solitudine moderna. 

Bird - la trama

Bird ha come protagonista la 12enne Bailey (Nykiya Adams), una 12enne la cui vita nei sobborghi del Nord Kent è particolarmente dura. Il padre Bug (Barry Keoghan) l'ha avuta ancora giovanissimo, ma ora sta per sposarsi con la nuova fidanzata Kayleigh (Frankie Box), anche lei ragazza madre, fatto assolutamente normale nell'ambiente degradato, violentissimo e senza prospettive a cui tutti loro appartengono. Per Bailey le giornate sono una continua lotta non solo con un'età complicata, con il suo corpo che cambia, ma anche con la paura che le sorelline e il fratellino minori, che il padre ha avuto da sua madre in passato, stiano bene, che Skate (James Nelson Joyce) il nuovo fidanzato della madrem non sia violento. Un'eventualità che costituirebbe un'eccezione per quello che conosce della vita fino ad allora. In tutto questo tumulto ha fatto di solitudine, degrado, la sua vita verrà cambiata dall'incontro con il bizzarro Bird (Franz Rogowski).

Questi si rivela uno stranissimo ma inoffensivo individuo, che la coinvolge nella sua personale ricerca della sua famiglia, di cui ha perso i contatti tanti anni prima. Sarà solo l'inizio di una piccola rivoluzione dentro la vita di Bailey, che sta cercando una risposta, ma soprattutto una soluzione ad un'assenza totale di prospettive, ad una vita che non comprende come non comprende quel padre/ragazzino totalmente irresponsabile, le strane leggi del suo mondo fuori da tutto. Al suo fianco Bird, che pare avere una soluzione per tutto e nessuna ostilità verso ciò che la circonda. Bird arriva in concorso a Cannes, un concorso per ora abbastanza aitpico e difficile da inquadrare, viste le opinioni assolutamente divisive della critica. Di certo questo film non farà eccezione, sia per la natura estetica molto personale, sia naturalmente per struttura narrativa, temi e personaggi. Creato in funzione di una fotografia di Robbie Ryan sporchissima, urban, ha una regie che fa dello spettatore il compagno invisibile di questa ragazzina, e ci porta dentro un racconto a metà tra neorealismo e fantasy.

Un film di formazione capace di spaziare in più direzioni

Bird è a metà tra film di formazione, operazione verità su un contesto sociale molto preciso e purtroppo in espansione nel Regno unito, e la metafora sotto forma di fiaba, con forti rimandi a Perrault, ai fratelli Grimm, nonché al foklore britannico nel senso più classico e mitologico, con la natura che diventa interprete dello stato d'animo dei protagonisti, gli animali come totem semantico. Tutto però rimane volutamente spesso a livello embrionale, abbastanza sfumato, perché questa è e rimane una storia di periferia. Bird è popolato da ragazzi soprattutto, cresciuti molto in fretta, spesso parte di gang, sono i figli di quelle parti d'inghilterra che oggi, bene o male stanno subendo lo stesso destino che subivano quarant'anni fa, durante l'epoca della Lady di Ferro, quando minoranze e poveri erano una zavorra. Il tema centrale di Bird però è quello della famiglia, con il solito brillantissimo Khoegna che disegna una sorta di piccolo maranza, ragazzino di periferia con già alle spalle una marea di figli, incapace di prendersene cura, tutto preso dal suo piccolo mondo, da un vivere totalmente deresponstabilizzato e quasi incosciente.

Eppure l'attore irlandese è così bravo, da farcelo quasi ammirare questo strano tizio coperto di tautaggi a caso. Il Bird di Rogowski (già visto in Freaks Out di Mainetti e Lubo di Diritti) è un diverso dalla norma nel senso più ancestrale ed assoluto, in lui c'è il concetto di fluidità ed ibrido, sia inteso come genere che come relazione tra uomo e natura, diverse realtà sovrapposte. Sorta di spiritello silenzioso ma non passivo, diventa compagno della protagonista, in realtà molto maschile nei modi, nel linguaggio, persino nell'abbigliamento, ma costretta a fare i conti con la realtà del suo corpo che cambia, del tempo che fa il suo corso. Benché non particolarmente creativo dal punto di vista narrativo, Bird affascina per la natura quasi semi-documentaristica, realistica in modo totalizzante, che permette un'immersione totale nei personaggi e nelle loro disavventure. Lungi dall'essere consolatorio, è un affresco non indifferente su un'età spesso mitizzata per nessun motivo particolare dal piccolo e grande schermo, ed è anche un dito puntato contro la società inglese di oggi, ancora incredibilmente arretrata, machista e violenta. 

Voto: 6,5

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