Bce, taglio dei tassi di interesse a giugno: le conseguenze su mutui e prestiti

Per la Bce il taglio dei tassi a giugno è probabile, anche se non certo. Il quadro della situazione è tracciato da Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La Bce si avvia al taglio dei tassi di interesse: il mese di giugno, viene specificato, “potrebbe essere appropriato”. Il percorso immediatamente successivo, però, è “molto più incerto”. “Sulla base dei dati attuali, un taglio dei tassi a luglio non sembra giustificato”. Queste le parole di Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea raggiunta dal quotidiano giapponese Nikkei.

Bce verso il taglio dei tassi a giugno, ma ad alcune condizioni

Ma attenzione: prima di procedere al taglio dei tassi di interesse a giungo, si procederà a valutare “i dati in arrivo” e le “nuove proiezioni dello staff dell’Eurosistema”. Schnabel specifica che “i dati recenti hanno confermato che l’ultimo miglio della disinflazione è il più difficile”. Il nodo della questione è sempre il medesimo: con la modifica al rialzo dei tassi di interesse la Bce ha voluto calmierare l’inflazione galoppante che ha di fatto ridotto il potere d’acquisto nell’eurozona (e in particolare nei Paesi dalle economie più fragili). Dall’altro lato, però, il rialzo dei tassi ha alzato gli importi delle rate dei mutui e dei prestiti, condannando le famiglie a pagare di più per l’acquisto della casa e dei beni mobili acquistati a rate e complicando l’accesso al credito per le aziende.

“Dovremmo seguire un approccio cauto”, ha specificato Schnabel perché “dopo tanti anni di inflazione molto elevata e con i rischi di inflazione ancora inclinati verso l’alto, un’anticipazione del processo di allentamento comporterebbe il rischio di un allentamento prematuro”.

Per l’alta funzionaria della Bce, quindi, “sono necessari ulteriori progressi nell’inflazione e soprattutto nell’inflazione interna, che si sta dimostrando più appiccicosa, per alimentare la nostra fiducia che l’inflazione possa tornare in modo sostenibile al nostro obiettivo del 2% al più tardi nel 2025″.

Traduzione: se, come previsto, nei prossimi giorni l’inflazione si manterrà a un livello accettabile allora sarà possibile tagliare i tassi a giugno ma non è garantito un ulteriore taglio a luglio. Se invece l’inflazione dovesse tornare a mordere, allora non ci sarà alcun taglio neppure a giugno.

Schnabel denuncia una situazione di forte incertezza, che si è riflessa anche nelle aspettative del mercato. Tale situazione, puntualizza, ha spinto la Bce a passare “dai sei tagli dei tassi previsti all’inizio dell’anno ai circa tre tagli attuali”. E “a causa di questa incertezza, è troppo presto per dire cosa succederà e non possiamo impegnarci in anticipo su un particolare percorso dei tassi”, ha aggiunto.

La prossima riunione della Bce per il taglio dei tassi

Entro la fine dell’anno i vertici della Bce si incontreranno almeno altre cinque volte per valutare il taglio dei tassi di interesse. Questo il calendario, comprensivo dei meeting già avvenuti, salvo cambi di programma:

  • 25 gennaio 2024 a Francoforte – tassi di interesse invariati;
  • 7 marzo 2024 a Francoforte – tassi di interesse invariati;
  • 11 aprile 2024 a Francoforte – tassi di interesse invariati;
  • 6 giugno 2024 a Francoforte;
  • 18 luglio 2024 a Francoforte;
  • 12 settembre 2024 a Francoforte;
  • 17 ottobre presso la Banka Slovenije;
  • 12 dicembre 2024 a Francoforte.

Bce taglia i tassi, quale effetto su mutui e prestiti

Se la Bce dovesse effettivamente operare un taglio dei tassi a giugno, ne otterrebbe un vantaggio chi ha stipulato un mutuo o un prestito, ma con alcune specifiche: determinate forme di prestito come la cessione del quinto che avviene direttamente in busta paga o come la delegazione di pagamento non sono influenzate dalla variazione del costo del denaro, perché sono stabili nel tempo. Lo stesso discorso vale per i prestiti sui quali il Ministero dell’Economia e delle Finanze garantisce una convenzione stipulata con i lavoratori di determinati comparti: le rate non vengono alterate dalle fluttuazioni dei tassi.

Per chi ha un mutuo a tasso fisso, un taglio dei tassi non avrebbe conseguenze. Una simulazione di Facile.it su mutui a tasso variabile garantisce invece uno sconto di 15 euro al mese, a fronte di un taglio dei tassi della Bce dello 0,25%, relativamente a un finanziamento da 126mila euro a 25 anni. Su base annua si tratta di 180 euro.