Perde il dottorato e perseguita il suo ex capo e una ricercatrice: 40enne condannata per stalking a 8 mesi - la Repubblica

Bari

Ultim'ora

Un uomo si è barricato in casa a Napoli, uditi colpi di pistola

Perde il dottorato e perseguita il suo ex capo e una ricercatrice: 40enne condannata per stalking a 8 mesi

Perde il dottorato e perseguita il suo ex capo e una ricercatrice: 40enne condannata per stalking a 8 mesi

Una dottoranda di Ceglie Messapica si riteneva penalizzata per la decadenza del suo progetto di ricerca nell’Istituto Italiano di tecnologia (IIt) e accusava il responsabile di averla esclusa per favorire altre persone per una presunta parentopoli. Dopo la denuncia la condannata con pena sospesa e non menzione

2 minuti di lettura

Inciuci, favori ad altri, sgarri, persino l’ombra di una parentopoli. E in Salento è scattata la guerra fra una dottorata, da una parte, e una ricercatrice e il responabile locale dell'Istituto Italiano di tecnologia, dall’altra nel ruolo dei presunti cattivi della storia. Decine di e-mail con minacce.

Veleni e dissapori nati perché una 40enne di Ceglie Messapica (Brindisi) Vittoria Urso, aveva maturato la convinzione che il suo dottorato presso L’IIt di Lecce fosse decaduto perché così aveva deciso “un’associazione a delinquere” come definiva il collegio di docenti.

E, giù email nei confronti di quelli che, a suo dire, erano i colpevoli: “Avete regalato il dottorato a cani e porci e a me mi avete usata, mobbizzata e poi buttata. Credi che finisca qui?” scriveva il 23 aprile del 2021 in un’email inoltrata alla ricercatrice. Perché era convinta che la sua estromissione dal dottorato fosse stata programmata a tavolino dal Collegio dei docenti. Lei si riteneva vittima di poteri forti in una trama condizionata da una parentopoli.

Nell’ottobre del 2021 contattò la sorella della ricercatrice, sui social scrivendole: “Carissima, tu hai preso il tuo dottorato? Beh, io avrei voluto prendere il mio ma per colpa di tua sorella, tutto questo non è avvenuto. Per poi tornare alla carica il giorno dopo: “È tutto un complotto, ci vediamo in Tribunale” scriveva a Massimo De Vittorio, direttore locale dell’Istituto. E-mail continue, a ripetizione. Nonostante fosse stata già ammonita con un provvedimento del questore di Lecce a partire dal 25 febbraio del 2020.

“Mi sono stancata della vostra cattiveria, mi avete impedito di scrivere gli articoli e la tesi e non mi avete aiutato a scriverla. Credi che finisca qui? Credi di poter fare degli anni della mia vita quello che credi tu?” scriveva il 23 aprile del 2021. E, poi: “Ma almeno sei consapevole che non ho preso il dottorato per colpa tua? Se non ne sei nemmeno consapevole, sei da tso”. “Ero venuta per prendere un dottorato… voi avete deciso di non farmelo fare…credi che finisce qua?”, il tenore di un’altra comunicazione del 16 agosto del 2020.

I messaggi al direttore: “Senti Massimo mi hai distrutto la vita cosa vuoi? Perché non devi darmi il dottorato che mi spetta di diritto… senti ho voglia ovviamente di vendetta” (11 ottobre 2020); “Per te è giusto dare il dottorato a tutti tranne a me? Io adesso voglio vendetta tanto la giustizia non funziona tutta questa cattiveria nei miei confronti” (il 15 settembre 2020).

Direttore e ricercatrice sarebbero caduti in un forte stato di prostrazione con il timore di subire ritorsioni serie. Al processo, la dottoranda ha raccontato di aver inviato le mail senza badare alle conseguenze che avrebbe potuto provocare. Una versione che non le è servita a evitare una condanna: 8 mesi di reclusione con l’accusa di stalking a carico però solo del direttore, la sola persona offesa a presentare una formale denuncia. L’imputata ha comunque beneficiato della pena sospesa e della non menzione oltre al riconoscimento delle attenuanti generiche.

I commenti dei lettori