La pesca tradizionale dello Stretto di Messina è un patrimonio culturale - IN DIES

Si chiama feluca ed è l’imbarcazione utilizzata per la tradizionale pesca al pesce spada nello Stretto di Messina. Insieme ad altri antichi metodi di pesca impiegati, come il tremaglio e le nasse, rappresenta un patrimonio culturale da proteggere e una forma di pesca basata sulla profonda conoscenza e sul rispetto del mare.

La pesca tradizionale dello Stretto di Messina entra a far parte della famiglia dei Presìdi Slow Food: «In questo modo la comunità dei pescatori che custodisce queste tecniche potrà continuare a praticare una pesca selettiva e stagionale e dare il giusto valore alla grande varietà di specie che si catturano tutto l’anno, variando tecniche e strumenti» sottolinea Antonella Donato, pescatrice e presidente dell’Associazione Pescatori Feluca dello Stretto, che riunisce gli operatori di entrambe le sponde. «Il Presidio ci permetterà anche di costruire una filiera di qualità. Il nostro pescato non fa grossi numeri, non perché il mare dello Stretto non sia pescoso, ma perché queste antiche tecniche sono altamente selettive e permettono di catturare solo il pesce che è giusto pescare in quel preciso momento, in base alla sua taglia, permettendone quindi la riproduzione».

Il Presidio Slow Food della pesca tradizionale dello Stretto di Messina sostiene e valorizza il lavoro dei pescatori locali delle coste tra Sicilia e Calabria, anche attraverso la promozione delle attività di pesca turismo, un ottimo strumento per salvaguardare il patrimonio culturale materiale e immateriale della costa e un importante elemento di diversificazione a sostegno dell’attività dei pescatori.

«Questo Presidio per noi ha un importante valore simbolico, rappresenta un’opportunità per fortificare legami e costruire nuove connessioni per proteggere, tutelare e valorizzare l’intera area dello Stretto di Messina, un tratto di mare che unisce Sicilia e Calabria, due terre che hanno tanti elementi di contatto, non solo tra di loro, ma con l’intero Mediterraneo – afferma Nino Mostaccio referente Slow Food del Presidio e Presidente Slow Food Messina -. Lì dove Ionio e Tirreno si fondono e si contaminano, esiste già un ponte, fatto di biodiversità ‘condivisa’, di culture intrecciate e sovrapposte, di scambi e dialoghi, un ponte immateriale che va tutelato e salvato insieme alla peculiarità di questo splendido tratto di costa».

Per sottolineare l’importanza di questo progetto, dal 17 al 19 maggio si terrà l’evento Il Mare chiama, una vera e propria festa per l’avvio del Presidio, ospitata in uno dei luoghi più affascinanti della città, l’edificio storico del Monte di Pietà, dove sarà allestita una mostra tematica e saranno proiettati documentari d’epoca e contemporanei dedicati ai riti della pesca tradizionale sullo Stretto di Messina.

Tre giorni di appuntamenti enogastronomici, tavole rotonde, forum e Laboratori del Gusto sulla pesca tradizionale nello Stretto di Messina con numerosi ospiti, provenienti da diverse città italiane e da alcuni paesi dell’area del Mediterraneo. Un palinsesto di eventi rivolto non solo agli operatori del settore, ma per ogni cittadino interessato al vivere sostenibile.

Il Presidio della pesca tradizionale dello Stretto di Messina rappresenta un primo passo concreto che Messina Food Policy, sulla spinta di Slow Food Messina, compie nella direzione della sostenibilità, della consapevolezza e del riconoscimento dei custodi del nostro mare.

Messina Food Policy è il tavolo per le politiche agroalimentari nato a settembre 2022 grazie all’impegno della Comunità Slow Food per la Salvaguardia della Biodiversità dello Stretto di Messina, Slow Food Sicilia, il Comune di Messina e la sua Città Metropolitana, la Camera di Commercio di Messina e la Fondazione Me.S.S.In.A. volto a sviluppare politiche a sostegno della transizione ecologica, riconoscendo nel cibo un elemento trasversale per il cambiamento.

Di IN DIES

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