La pizzeria Woodstock a Milano sui Navigli compie 55 anni: «Birre ai bomber del calcio e il panino agli Oasis» | Corriere.it

La pizzeria Woodstock a Milano sui Navigli compie 55 anni: «Birre ai bomber del calcio e il panino agli Oasis»

diMatteo Castagnoli

Nel 2000 la band chiese un piatto vegetariano: «L’abbiamo inventato al momento, sul menu c’è ancora». I clienti vip da Leone di Lernia a Giovanni Trapattoni. Venerdì la festa anni '70

Storie da pub a Milano e i 55 anni di Woodstock sul Naviglio: «Birre ai bomber e panini agli Oasis»

Il titolare Antonio D’Alterio con Giovanni Trapattoni

La storia scritta sul menù. Maggio 2000. Gli Oasis suonano al Forum per la loro data italiana. Provano al «Jungle sound», lo studio di registrazione in via Pestalozzi poi chiuso a fine 2009. Da lì sono passati i grandi del rock. Tra cui la band britannica dei fratelli Gallagher. Ma alla chitarra, sul palco di Assago, non ci sarà Noel, la mente del gruppo. È quello il primo concerto dopo la «lite» tra gli artisti. In formazione ridotta, ripartono da Milano. E passano, nei loro post prove, dalla pizzeria-paninoteca Woodstock in via Lodovico il Moro, sul Naviglio Grande: «Gli Oasis ordinarono un piatto vegetariano — ricorda Fabio D’Alterio, 57 anni, ora titolare del pub insieme al fratello Patrizio, 64 —. Non l’avevamo. Quindi l’abbiamo preparato all’istante». Dopo 24 anni, sul menu del Woodstock c’è ancora traccia di quel passaggio. «Oasis», appunto: piatto di melanzane e zucchine grigliate, verdure al forno e mozzarella. 

Storie da pub a Milano e i 55 anni di Woodstock sul Naviglio: «Birre ai bomber e panini agli Oasis»

Ventuno anni prima, nel 1969, i genitori di Fabio e Patrizio, Antonio e Gina, preparavano i primi caffè: «Era nato come semplice bar. Ma mia mamma, seguendo le nostre tradizioni abruzzesi, faceva le pizze rotonde in casa. Da lì, a fine anni Settanta, è poi passata a prepararle al Woodstock che è diventato presto anche pizzeria». Poi le birre, «da 200 tipologie all’anno siamo arrivati a offrirne 600, con 20 specialità diverse alla spina», e il pub con i panini e la carne alla griglia. In mezzo, quell’incursione degli Oasis. Per 55 anni di Milano: prima il ritrovo per i nottambuli (rimaneva aperto fino alle 4 di notte), poi gli happy hour dei Duemila. «Ci siamo evoluti con gli anni per restare al passo con i tempi». 

Dal Woodstock, che prende il nome dallo storico festival, sono passate generazioni di ragazzi: «Quando mio padre rilevò il negozio, che era sotto casa, ci passava spesso post lavoro, alcuni ragazzi gli consigliarono di chiamarlo come il raduno che ci sarebbe stato in quell’estate. D’altronde: era un posto per giovani». E si collezionavano le «figurine» dei personaggi: dal Mago Forrest ad Adriano Celentano, fino ai calciatori durante gli anni in cui il Woodstock «era» a San Siro. Lo speaker spiegava che il primo marcatore della partita si sarebbe aggiudicato una cassa con 50 birre al pub in via Lodovico il Moro. E visti i nomi che negli anni hanno calpestato il Meazza, ai D’Alterio hanno stretto la mano campioni come Beppe Bergomi, Gianluca Vialli o Evaristo Beccalossi. Ma un po’ perché il Woodstock era l’unico pub in zona, arrivavano anche Leone di Lernia, il dj Ronnie Jones e Giovanni Trapattoni

Tra meno di due settimane, venerdì 24, ci sarà una festa per i 55 anni. L’invito è di presentarsi con vestiti in stile Anni Settanta. Per l’occasione sarà preparata anche una birra celebrativa. E come, altrimenti. Ora Fabio gestisce l’attività con il fratello Patrizio. La dinastia prosegue. Anche se ora i rispettivi figli, due per ciascuno, hanno un altro lavoro, sono laureati. «Ma tengono sempre d’occhio il Woodstock — confida Fabio —. Non lascerebbero al caso il futuro del pu

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13 maggio 2024 ( modifica il 13 maggio 2024 | 08:19)