Vittorio Emanuele senza pace, non si può fare la sua tomba a Superga - la Repubblica

Torino

La decisione della sovrintendenza

Vittorio Emanuele senza pace, non si può fare la sua tomba a Superga

Vittorio Emanuele senza pace, non si può fare la sua tomba a Superga
A tre mesi esatti dal funerale celebrato in Duomo a Torino, le ceneri del figlio dell’ultimo re d’Italia non hanno ancora trovato una sepoltura
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«No alla tomba davanti all’altare». A tre mesi esatti dal funerale celebrato in Duomo a Torino, le ceneri di Vittorio Emanuele di Savoia non hanno ancora trovato una sepoltura. La sovrintendenza ha inflitto una prima bocciatura alla ex famiglia reale invitandola a rivedere la richiesta per la tumulazione nella cripta sotterranea della Basilica di Superga, dove riposano altri Savoia, compreso Carlo Alberto, che firmò lo Statuto Albertino. Serve un progetto, che ancora non c’è. Dal 10 febbraio il figlio dell’ultimo re d’Italia, esiliato da bambino, attende una tomba nella quale poter riposare.

Al termine della messa funebre nel cuore di Torino, il carro con la salma di Vittorio Emanuele è partito alla volta di Biella per la cremazione. Tre giorni più tardi, mentre il figlio Emanuele Filiberto (domenica al Salone del Libro) e la moglie Marina Doria erano già rientrati a Ginevra, l’urna con le ceneri è stata trasportata alla Basilica di Superga e da allora è custodita in una piccola stanza riservata nel complesso monumentale.

Nel frattempo la famiglia ha avviato l’iter per trovare una sistemazione definitiva al proprio caro all’interno della Basilica, un bene pubblico, gestito dal Serming ma di proprietà del Demanio, cioè dello Stato italiano. La soluzione sembra ancora lontana all’orizzonte.

È il primo marzo quando gli uffici di casa Savoia inviano la prima richiesta scritta alla direzione regionale Piemonte dell’agenzia del Demanio per chiedere «l’autorizzazione alla sepoltura all’interno del mausoleo reale della Basilica di Superga». Come ha potuto ricostruire Repubblica, la famiglia, dopo un primo sopralluogo eseguito il 7 febbraio, aveva infatti individuato il possibile luogo di sepoltura all’interno della Basilica. Il figlio e la moglie avrebbero voluto allestire la tomba di Vittorio Emanuele «ai piedi dell’altare posto alle spalle del monumento di Re Carlo Alberto».

La valutazione della richiesta, nel merito, spetta in ultima istanza alla sovrintendenza di Torino che ha il compito di tutelare il bene culturale vincolato. Ma la trafila burocratica prevede prima altri due passaggi obbligati. Dopo il via libera del Demanio, è necessario il secondo ok da parte degli uffici del ministro dell’Economia e delle Finanze. Infine il progetto deve essere valutato dalla sovrintendenza.

Che in questo caso ha ritenuto inidonea la prima richiesta di Casa Savoia: così ha bocciato la sepoltura davanti all’altare. L’8 aprile i tecnici della sovrintendenza sono tornati nei sotterranei della Basilica insieme agli emissari del casato per cercare un luogo più adatto.

La tomba di Vittorio Emanuele dovrà essere posizionata in modo tale da non modificare gli elementi monumentali. Il suggerimento degli esperti dei beni culturali ai Savoia è stato quello di studiare un progetto che «operi in aggiunta» per «non alterare» gli elementi architettonici. L’idea è quella di creare un sepolcro in superficie, che si inserisca nel contesto senza alterarlo. Al momento il progetto non c’è. Non è stato presentato. Le ceneri di Vittorio Emanuele, a tre mesi dal funerale, restano nascoste, sotto chiave, in una stanzetta del complesso di Superga. Un re senza trono, ora senza tomba, senza neanche un fiore.

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