Mothers' Instinct: recensione del film
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    Mothers’ Instinct: recensione del film con Jessica Chastain e Anne Hathaway

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    Il cinema contemporaneo ci sta offrendo svariate riflessioni sulla maternità, distaccandosi sempre più spesso dai più logori stereotipi. Ne sono un perfetto esempio le due madri sull’orlo del baratro interpretate da Sandra Hüller in Anatomia di una caduta e La zona d’interesse, ma anche la Bella Baxter di Emma Stone, morta e rinata come figlia di se stessa in Povere creature!, e la Sydney Sweeney di Immaculate, protagonista di un epilogo agghiacciante e per certi versi scioccante. Persino il periferico cinema italiano, talmente arretrato da premiare i suoi più abili artigiani in un sottoscala, ha saputo tratteggiare con il campione di incassi C’è ancora domani una donna per cui la maternità non è la fine, ma un possibile inizio. Arriva quindi con perfetto tempismo Mothers’ Instinct, prima regia dello stimato direttore della fotografia Benoît Delhomme, con protagoniste due fuoriclasse della recitazione come Jessica Chastain e Anne Hathaway.

    Tratto dal romanzo di Barbara Abel Oltre la siepe (già adattato per il grande schermo da Olivier Masset-Depasse in Doppio sospetto), Mothers’ Instinct si configura come un thriller psicologico dalla chiara influenza hitchcockiana, forte della cornice della borghesia americana degli anni ’60, che consente di mettere in rilievo la condizione di molte mogli e madri dell’epoca, bloccate in una sorta di prigione dorata e ovattata con inevitabili conseguenze sulla salute mentale. Qui facciamo la conoscenza di Alice (Jessica Chastain) e Céline (Anne Hathaway), migliori amiche e vicine di casa, nonché madri di due bambini particolarmente legati fra loro. Un tragico incidente sconvolge però le vite di queste due famiglie, dando il via a un clima torbido e malsano, alimentato da sospetti reciproci e da una crescente paranoia.

    Mothers’ Instinct: Jessica Chastain e Anne Hathaway in un angosciante thriller psicologico

    Anne Hathaway e Jessica Chastain in una scena di Mothers' Instinct

    Dopo i suoi lavori alla fotografia di opere suggestive come Il bambino con il pigiama a righe, Wilde Salomé e Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, Benoît Delhomme firma un convincente esordio alla regia, che attinge alle atmosfere del cinema di Todd Haynes, in particolare ai drammi borghesi Lontano dal paradiso e Carol. Le vite di Alice e Céline trasudano disagio e sono asfissiate da una morale comune che le ingabbia in un ruolo, da svolgere nella sinistra perfezione di due lussuose ville separate solo da una siepe, confine tanto esile quanto fondamentale nell’economia del racconto.

    Gli uomini al loro fianco (Josh Charles e Anders Danielsen Lie) sono inadeguati e scollegati dalla realtà, al punto da non comprendere neanche i più intuitivi bisogni delle loro mogli, come quello di avere un lavoro e una relativa indipendenza economica. Emblematico in questo senso il dialogo incentrato su Alice, giornalista che dopo aver abbandonato il lavoro per via della maternità desidera rilanciarsi, sentendosi proporre in risposta dal marito la direzione del giornalino della scuola. L’insoddisfazione genera frustrazione, che a sua volta conduce all’ansia, sentimento comune a due madri diverse, legate però a doppio filo da un destino doloroso e beffardo.

    L’influenza di Alfred Hitchcock

    Anne Hathaway e Jessica Chastain in una scena di Mothers' Instinct

    La svolta thriller, pur anticipata dalle musiche e dall’inquietante scena iniziale, è cavalcata fin troppo da Benoît Delhomme, che genera inquietudine e sospetto nelle protagoniste anche quando non ce ne sarebbero ancora i presupposti, riparandosi sotto quell’istinto materno evocato fin dal titolo. Nasce così un racconto senza dubbio disturbante, ma anche decisamente timido nell’approccio alle tante possibili sfumature suggerite dal racconto. Le dinamiche patriarcali suggerite nelle battute iniziali finiscono ben presto in secondo piano, eclissate dal duello di bravura di due formidabili attrici e dalla caratterizzazione sciatta delle figure maschili, letteralmente sopite in tutti i principali snodi narrativi.

    Dopo un’effimera strizzata d’occhio all’erotismo, Mothers’ Instinct vira con decisione verso il cinema di Alfred Hitchcock, cercando la proverbiale suspense del maestro britannico e servendosi di due figure femminili speculari, accomunate dall’ambiguo fascino. I risultati sono tutt’altro che disprezzabili, grazie a un notevole lavoro sugli interni e sulla direzione delle protagoniste, al punto che fino all’ultimo atto resta una sostanziale incertezza sulla natura degli eventi. Si ha però la sensazione che questo racconto formalmente impeccabile reclami a gran voce venature più tetre, magistralmente attraversate in passato da autori come Roman Polanski, Adrian Lyne o David Fincher. Suggestioni che rimangono tali, in quanto Benoît Delhomme e la sceneggiatrice Sarah Conradt si rifugiano in territori più convenzionali, aderendo allo spirito del romanzo di Barbara Abel e orbitando intorno al tema di una maternità persa, da salvaguardare o da riconquistare.

    Mothers’ Instinct: un finale che sfiora soltanto il grande cinema

    Simbolo di questa scelta narrativa è l’epilogo potenzialmente esplosivo di Mothers’ Instinct, reso invece ignifugo da Benoît Delhomme. L’angoscia, il lutto, l’ossessione e la paranoia sfociano infatti in un finale dai toni completamente opposti, che smussa gli spigoli più taglienti della storia invece di evidenziarli. Resta un prodotto ampiamente sopra alla media, che però con un pizzico di coraggio in più avrebbe potuto trasformarsi in grandissimo cinema, soltanto sfiorato da due dive in costante equilibrio fra lucidità e follia.

    Mothers’ Instinct è nelle sale italiane dal 9 maggio, distribuito da Vertice 360.

    Mothers’ Instinct: dove vederlo in streaming

    Al momento non disponibile su nessuna piattaforma.
    Overall
    6.5/10

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    Wolfs – Lupi solitari: trailer del film con George Clooney e Brad Pitt

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    Wolfs - Lupi solitari

    È online il trailer di Wolfs – Lupi solitari, film scritto e diretto da Jon Watts (Spider-Man: No Way Home), con protagonisti i premi Oscar George Clooney e Brad Pitt, di nuovo insieme sul grande schermo dopo la trilogia di Ocean’s Eleven, firmata da Steven Soderbergh, e Burn After Reading, gioiellino diretto dai fratelli Coen. Il film, targato Sony Pictures e Apple Original Films, sarà disponibile nelle sale italiane a partire dal 19 settembre. Nel cast, oltre a George Clooney e Brad Pitt, sono presenti anche Amy Ryan (The Office, Only Murders in the Building, Beau ha paura), Austin Abrams (The Line) e Poorna Jagannathan (Tartarughe all’infinito). Vediamo cosa ci aspetta.

    Il trailer ufficiale italiano di Wolfs – Lupi solitari

    Questa la sinossi ufficiale del film:

    George Clooney e Brad Pitt di nuovo insieme nell’action comedy Wolfs – Lupi solitari. Clooney interpreta un “fixer”, un risolutore professionista, assunto per coprire un crimine di alto livello. Quando però entra in scena un secondo risolutore (Brad Pitt) e i due “lupi solitari” sono costretti a lavorare insieme, la loro serata andrà fuori controllo in un modo che nessuno dei due avrebbe mai immaginato.

    Il film arriverà nelle sale italiane il 19 settembre, distribuito da Eagle Pictures.

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    C’è ancora domani e le altre uscite Home Video di giugno di CG Entertainment

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    C'è ancora domani

    Dopo il cammino trionfale in sala, il film di e con Paola Cortellesi C’è ancora domani arriva finalmente in Home Video. Lo fa grazie a CG Entertainment, che a partire dal 18 giugno propone il film ai collezionisti in due edizioni, DVD Collector’s Edition e Blu Ray Collector’s Edition (ed. Vision Distribution). Il DVD e il Blu Ray di C’è ancora domani sono racchiusi da uno slipcase di cartone con artwork alternativo; la confezione contiene inoltre un booklet di 28 pagine a cura di Lucia Pavan, intitolato Delia e le altre – Il lungo cammino verso la libertà. Completano l’edizione alcuni contenuti speciali esclusivi: Esordio alla regia, Il backstage, Il cast e La troupe, oltre al trailer del film.

    Fra le altre uscite Home Video di giugno targate CG Entertainment ci sono anche altri recenti successi, come Enea di Pietro Castellitto (disponibile in DVD e Blu Ray ed. Vision), Caracas, diretto dal regista e interprete de L’immortale Marco D’Amore e Romeo è Giulietta, commedia romantica di Giovanni Veronesi con Sergio Castellitto e Pilar Fogliati. La riscoperta del mese è invece il cult anni ’80 The Wizard – Il piccolo grande mago dei videogames di Todd Holland (in Dvd e Blu Ray ed. CG/Universal).

    Tutte le uscite Home Video di giugno di CG Entertainment

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    Questo l’elenco completo delle nuove uscite di CG Entertainment, tutte disponibili a partire dal 18 giugno:

    C’è ancora domani di Paola Cortellesi (Dvd Collector’s Edition – Blu Ray Collector’s Edition)
    Enea di Pietro Castellitto (Dvd, Blu Ray e On Demand su CGtv.it)
    Caracas di Marco D’Amore (Dvd e On Demand su CGtv.it)
    Dieci minuti di Maria Sole Tognazzi (Dvd e On Demand su CGtv.it)
    Romeo è Giulietta di Giovanni Veronesi (Dvd e On Demand su CGtv.it)
    Una sterminata domenica di Alain Parroni (Dvd e On Demand su CGtv.it)
    La guerra del Tiburtino III di Luna Gualano (Dvd e On Demand su CGtv.it)
    Una bugia per due di Rudy Milstein (Dvd e On Demand su CGtv.it)
    The Wizard – Il piccolo grande mago dei videogames di Todd Holland (Dvd e Blu Ray)

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    Eileen: recensione del film con Thomasin McKenzie e Anne Hathaway

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    Eileen

    Un thriller psicologico dalle atmosfere hitchcockiane, con un personaggio che si chiama Rebecca; una rivisitazione in chiave noir dell’appassionato intreccio di Carol; un torbido racconto sullo sguardo e sull’immaginazione, che strizza l’occhio al cinema di Brian De Palma. Tutto questo è Eileen, opera seconda di William Oldroyd, che dopo il suo Lady Macbeth, con cui ha imposto all’attenzione generale il talento di Florence Pugh, torna a dare vita a un dramma a trazione femminile con protagoniste due delle migliori attrici delle rispettive generazioni, Thomasin McKenzie e Anne Hathaway.

    Ci troviamo nel New England degli anni ’60, rigido sia dal punto di vista climatico che da quello etico e morale. Mentre si avvicina il Natale, la vita della giovane Eileen (Thomasin McKenzie), sospesa fra un insoddisfacente impiego in un carcere minorile e la cura del padre alcolizzato, viene improvvisamente sconvolta dall’arrivo nell’istituto della psicologa Rebecca (Anne Hathaway). Attraversata da una fortissima carica erotica nei confronti della nuova arrivata, Eileen inizia con lei un rapporto sempre più stretto, fatto di sottili sfumature e di emblematici non detti. La violenza che cinge il carcere irrompe però nella vita delle due donne, portandole in territori oscuri e pericolosi.

    Eileen: Thomasin McKenzie e Anne Hathaway in un torbido thriller psicologico

    Eileen

    Il lavoro di William Oldroyd (tratto dall’omonimo romanzo di Ottessa Moshfegh) è una storia di prigioni, fisiche ed emotive. La rigida e austera struttura del carcere riverbera infatti nell’animo delle protagoniste, entrambe insoddisfatte delle loro esistenze, anche se per motivi diversi. Da una parte abbiamo Eileen, assalita da dubbi, imbarazzi e pulsioni contrastanti, perfettamente tratteggiate da Thomasin McKenzie, che conferma le doti interpretative messe già in mostra in Jojo Rabbit, Old e Ultima notte a Soho. Dall’altra parte Rebecca, che è presenza eterea e aggraziata all’interno del carcere ma allo stesso tempo potenziale dark lady, grazie alla solita superba Anne Hathaway, di nuovo alle prese con un personaggio ambiguo e per certi versi inquietante dopo Mothers’ Instinct.

    Il sentimento fra le due cuoce a fuoco lento, con una sensualità lambita dal regista ma mai deflagrante, se non nell’immaginazione e nel desiderio represso di Eileen. Un labirinto di emozioni e di passioni, che proprio nel momento in cui crediamo di essere arrivati all’uscita si rigenera sterzando in direzione del thriller, pur mantenendo la sua carica erotica. Un cinema ambizioso e rischioso, e in quanto tale da difendere e proteggere anche quando i risultati si collocano al di sotto delle potenzialità, come in questo caso.

    L’ottimo lavoro delle protagoniste

    In un continuo peregrinare fra suggestioni pruriginose e tensione sentimentale e criminale, con la cornice dell’America bigotta e puritana dell’epoca, William Oldroyd trasforma il film in un racconto a immagine e somiglianza della sua impacciata giovane protagonista, che proprio come lei non riesce mai a spiccare definitivamente il volo, nonostante le ottime premesse. Un’opera costantemente e volutamente trattenuta, con risultati contrastanti.

    Non si può che lodare il lavoro svolto dalle due protagoniste e in particolare da Thomasin McKenzie, che non soffre minimamente il confronto con la più celebre ed esperta collega, ma al contrario le tiene testa con un’interpretazione dai registri opposti e complementari, fatta di sguardi ammaliati, di piccoli tic nervosi e di tante malcelate fragilità. La svolta che dà il via a un terzo a un terzo atto intriso di violenza, inganni e sogni infranti raccoglie i frutti di questo lavoro sulle interpreti, lasciando spiazzati e al contempo amareggiati per una parabola esistenziale condannata al crimine e alla frustrazione.

    Eileen

    Nonostante ciò, si ha la sensazione che il risultato sia minore della somma delle sue notevoli parti, principalmente a causa di una scrittura in eccessivo controllo, che si limita ad alludere senza mai scavare a fondo. Del sublime cinema di Alfred Hitchcock resta così solo l’ossatura, con esiti comunque apprezzabili ma non travolgenti.

    Eileen è disponibile nelle sale italiane dal 30 maggio, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures.

    Dove vedere Eileen in streaming

    Al momento non disponibile su nessuna piattaforma.
    Overall
    6.5/10

    Valutazione

    William Oldroyd firma un thriller psicologico dalle buone potenzialità e con due ottime protagoniste, che tuttavia non riesce mai a spiccare definitivamente il volo.

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