CANNES – “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” diceva Eduardo De Filippo. Probabilmente è quello che pensa anche Paolo Sorrentino, il cui viaggio insieme al festival di Cannes è accompagnato da una data ricorrente che probabilmente gli porta fortuna: il 21 maggio.
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Il 21 maggio 2004 arrivò qui sulla Croisette con il suo secondo film (il primo era stato L’uomo in più), Le conseguenze dell’amore, il titolo che lo fece conoscere internazionalmente presentato in concorso. E lo stesso regista pochi giorni fa ha ricordato l’evento pubblicando sui social uno scatto dell’epoca. Due anni dopo anche L’amico di famiglia con Fabrizio Bentivoglio e Giacomo Rizzo, è stato presentato al festival di Cannes. Ancora due anni dopo, è il 2008, è il momento de Il divo che venne premiato con il riconoscimento alla miglior regia.
Anche il primo film in inglese, This must be the place, debutta qui sulla Croisette ma è soprattutto La grande bellezza – di nuovo un 21 maggio del 2013 – a iniziare dal concorso di Cannes il percorso che lo porterà fino alla notte degli Oscar. L’ultimo appuntamento con la corsa alla Palma è del 2015 quando venne qui con Youth, con uno scarto di un giorno, quella volta era il 20 maggio. Fu l’ultima volta in concorso
Ora torna con un nuovo racconto: Parthenope, un atto d’amore alla sua città, a cui il regista premio Oscar è già tornato con l’autobiografico È stata la mano di Dio. Girato tra Napoli e Capri con una cast internazionale formato da Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata il film ha per protagonista Partenope (Dalla Porta), che si chiama come la sua città, ma non è una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi.