Ficarra e Picone garibaldini, il nuovo film di Roberto Andò - la Repubblica

Roberto Andò: “Sul set in Sicilia per raccontare l’impresa disperata dei garibaldini Ficarra e Picone”

Il regista a Cannes con le prime immagini del nuovo film ‘L’abbaglio’ che riunisce la coppia di comici e Toni Servillo

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Toccata e fuga, con ritorno sul set in Sicilia. L’abbaglio, il nuovo film di Roberto Andò, rimette insieme il trio di La stranezza: Toni Servillo e Ficarra e Picone, in una produzione ambiziosa che rilegge una pagina di storia del Risorgimento – lo sbarco dei Mille – attraverso un episodio vero e dimenticato.

foto di Lia Pasqualino
foto di Lia Pasqualino 

Nel 1860 Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali il colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i garibaldini ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, ma i soldati nemici sono oltre settemila e la disparità è evidente. Impossibile quindi fare breccia ed entrare a Palermo. A un passo dal dove arretrare, Garibaldi – abituato alla guerriglia latinoamericana – escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti e militi che deve far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

foto di Lia Pasqualino
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“Cannes – racconta il regista – è sempre uno dei luoghi più straordinari dove presentare un film. Questo è speciale e merita quindi una luce speciale”. Il titolo L’abbaglio, spiega, “è un'indicazione. Qualcosa che ti ha fatto pensare a una cosa enorme, che magari si rivela piccola, oppure una cosa straordinaria e che poi si rivela deludente. È questo cambio di prospettiva su qualcosa che avevi visto e devi correggere. Ed è un film che nasce dal piacere di lavorare con degli attori così speciali. E dalle sollecitazioni che questi attori mi hanno dato nell'inventare questa storia. Che io conoscevo, ma non avevo avuto occasione di scrivere”.

Questa storia, prosegue il regista, “è tornata prepotente e riguarda il retroscena dei Mille: quando Garibaldi è arrivato a Palermo si è reso conto che la forza numerica dei Borboni era tale che non sarebbe mai potuto entrare. E quindi chiese a Vincenzo Giordano Orsini, interpretato da Toni Servillo, uomo che aveva una certa fama, anche discussa, di mettere su una colonna per far credere al capo delle armate borboniche che Garibaldi stesse fuggendo all'interno. Un'impresa abbastanza disperata e molto rischiosa, che Orsini portò a compimento bene: grazie a lui Garibaldi riuscì a entrare a Palermo. Garibaldi lo ricompensò poi, Orsini diventò il sindaco di Napoli ebbe tanti benefici. Quello che mi interessava era poter raccontare una pagina di storia ma insinuarmi con la fantasia, attraverso la sceneggiatura che ho scritto con Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, fino quasi a creare un apologo che riguarda anche il nostro Paese in ogni tempo: il carattere degli italiani. E soprattutto rivedere senza moralismi, con lucidità e disincanto, la Storia così cruciale di quegli anni. Perché si fecero tanti compromessi, che poi l'Italia ha pagato nel tempo, fino a oggi. Quindi fermare questo momento, per raccontare qualche cosa che ci riguarda ancora oggi”.

foto di Lia Pasqualino
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Aggiunge: “Noi siamo in mezzo a questo, continuiamo a essere un Paese che è unito, ma fino a un certo punto, continuano a esserci idee separatiste, secessioniste, un Paese che ha voglia di riscoprire la patria, e quello è un momento in cui effettivamente questi valori si accesero. Perché i giovani che venivano chiamati da Garibaldi venivano dalla Liguria, Bergamo, dal Veneto. Erano giovani idealisti, non avevano altro che la propria idealità da mettere al servizio. È un'occasione, senza fare lezioni, per raccontare una pagina molto importante, dei personaggi affascinanti: attraverso i tre protagonisti raccontiano dell’Italia e delle sue contraddizioni”.

foto di Lia Pasqualino
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Corrado Augias qualche giorno fa ha detto che uno dei errori della sinistra è aver lasciato il concetto di patria alla destra. “L’ho sempre pensato – ragiona Andò – e mi sono ritrovato a un certo punto a pensare, come già diceva Sciascia ma come diceva anche Camus, visto che siamo in Francia, che il garantismo che è stato lasciato alla destra, in realtà è stato sempre una delle grandi prerogative della sinistra. Cioè queste idee liberali così importanti a un certo punto sono state lasciate alla destra. non si sa perché”. Dopo Pirandello, Garibaldi. “L’idea di ritrovare l’intento pedagogico di Rossellini, raccontare personaggi e storie che la scuola non ci ha fatto amare o reso accattivanti, infondendo umanità e creatività, usando il registro comico e drammatico per raccontare in modo inedito una pagina della Storia”.

foto di Lia Pasqualino
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Tocca a Toni Servillo prendere la parola, sfoggia dei baffi risorgimentali, è al contempo a teatro e sul set siciliano. Il suo personaggio, Giordano Orsini, sulla carta accompagna una sorta di armata Brancaleone. Un personaggio esistito, una vita tumultuosa, con ambiguità della figura. “Il personaggio lo stiamo costruendo, abbiamo ancora cinque cinque settimane di lavorazione – racconta – quindi siamo venuti qui ad annunciare una una squadra che si rinnova intorno a una storia molto diversa dalla Stranezza. E che però si inserisce in quel cinema che ho avuto già il piacere di fare con Roberto Andò - con Viva la libertà e Le confessioni - che propone dei film che sono una sorta di racconti morali: sulla storia reale si innesta un elemento di fantasia che suggerisce al pubblico di poter riflettere su alcuni episodi della nostra vicenda storica e sociale in maniera nuova, anche più appassionante. E qui si inserisce la figura di questo personaggio, Orsini che è una sorta di Che: perché ovunque si presenta l'occasione di difendere la libertà lui c'è, cambia casacca molto spesso, per questo dagli alti ranghi militari viene definito uno stravagante: una volta combatte con i Savoia, una volta con i Borboni, poi con i garibaldini, addirittura va a combattere in Turchia. Però quello che è molto affascinante che poi in lui, la sensazione dolorosa che il suo mestiere alla fine consegni un paesaggio di morte, di sangue, di devastazione, dove molto spesso, anzi sempre, e questo è estremamente attuale, chi perde sono gli ultimi”.

foto di Lia Pasqualino
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Servillo è stato tante volte alla Croisette, se deve pensare al momento più bello “fu quello in cui Matteo Garrone e Paolo Sorrentino festeggiarono la doppia vittoria: sicuramente mai avrei immaginato che con due film come Gomorra e con Il Divo vi fosse una serata in cui fossero premiati tutti e due. Il ricordo più vivo di Cannes è stato poter partecipare a due film che sono ormai nella storia del cinema italiano e che in quella circostanza furono premiati da tutto il cinema con grande ammirazione, e che poi hanno dato il volano a due nostri grandi registi che il mondo ci invidia. Quindi faccio tanti auguri a Paolo, che è qui di nuovo, per l’ennesima volta, con un suo film”, dice alludendo a Parthenope in concorso quest’anno.

foto di Lia Pasqualino
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Ficarra e Picone non perdono la voglia di scherzare “È bello tornare a Cannes, la cogliamo in fallo è? - dice Salvatore – dopo la Palma d’oro a Nati stanchi, vent’anni fa. Bello stare qui, devo dire che quest'anno il festival è veramente diverso. La direzione artistica di Amadeus ha cambiato tutto, e penso che se ne siano resi conto anche i francesi”. Quanto ai ruoli, Picone spiega “interpretiamo due garibaldini indisciplinati. Quei cittadini che si uniscono alle truppe di Garibaldi: erano toscani, romani, piemontesi”. Ficarra è un contadino, Picone un illusionista “ma sui generis, che illude le persone intorno a sé. Sono due cialtroni che si uniscono a una pagina di storia importante, che h segnato le nostre radici. Così come in La stranezza c'è un momento importante del film, poi c'è la leggerezza: quindi la storia si dipana in questi due rami leggerezza e realtà”.

Ficarre e Picone sbarcano a Cannes: "Siamo due garibaldini indisciplinati per Roberto Andò"

Ficarra: “Raccontiamo anche un po’ lo spirito degli italiani, in quella storia che anche un po’ eterna, che riguarda i caratteri dell'Italia anche oggi. Si tratta anche di un film produttivamente importante, girato in tanti luoghi remoti della Sicilia, alcuni che neanche noi conoscevamo: speriamo di riuscire a stupivi. Abbiamo girato in posti naturali bellissimi, dove a vista d’occhio non c’erano case, quindi non abbiamo dovuto ricorrere al digitale per cancellarle”. Del set ricordano la grande sintonia con Servillo e gli altri “nelle scene più leggere di divertiamo troppo, a volte non riuscivamo ad andare avanti”.

Cosa scoprirà il pubblico? Ficarra: “Una storia che in pochi conoscono e che è un fatto accaduto realmente, la storia della colonna guidata da Orsini e della sua impresa diversiva per portare fuori le truppe borboniche”. “Io non sapevo chi fosse Orsini, eppure a Palermo c’è una vita intitolata a lui a tre isolati da casa mia”, dice Picone, e Ficarra sberleffa “Io non sapevo manco di Garibaldi, pensavo fosse un turista, e tutte quelle targhe ‘qui ha dormito’ era perché faceva le recensioni, anche se magari non metteva le stellette”.

foto di Lia Pasqualino
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L’abbaglio è una produzione Tramp Limited e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film. In collaborazione con Netflix. Sarà distribuito da 01, Rai Cinema si occuperà della distribuzione internazionale. “Una sinergia che ha funzionato con La stranezza e che ripetiamo a ruoli rovesciati”, dice Giampaolo Letta, mentre Paolo Del Brocco sottolinea “uno sforzo produttivo grande e una operazione culturale importante che è bello poter fare insieme”. Il film costerà quattordici milioni di dollari, Nel cast ci sono anche Tommaso Ragno, che incarna Giuseppe Garibaldi, Giulia Andò, Pascal Greggory, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Giulia Lazzarini, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna.

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