City Hunter recensione: su Netflix un live-action che diverte e intrattiene

City Hunter recensione: su Netflix un live-action che diverte e intrattiene

Il primo adattamento in carne e ossa realizzato in Giappone è fedele alle basi del personaggio e ne rispecchia i tratti distintivi.

City Hunter recensione: su Netflix un live-action che diverte e intrattiene
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Ryo Saeba è un detective privato che naviga nelle profondità più oscure della frenetica Shinjuku, il quartiere più trafficato di Tokyo. Implacabile con la pistola e nell'affrontare a viso aperto i criminali, Ryo è un imperterrito dongiovanni e cascamorto, inviso alla polizia per via dei suoi comportamenti fuori dai canoni. Dopo essere stati contattati da un'affascinante cliente per rintracciarne la sorella, Ryo e il suo partner Hideyuki si mettono alla ricerca di Kurumi, una giovane cosplayer apparentemente svanita nel nulla.

Nel frattempo in City Hunter dei misteriosi incidenti stanno sconvolgendo la metropoli, e Saeko, un'abile detective della polizia, sta cercando con difficoltà di risolvere questi casi inspiegabili, nei quali persone comuni sembrano improvvisamente entrare in possesso di capacità sovrumane. Quando Hideyuki viene ucciso nel corso dell'indagine, Ryo si trova a doversi occupare di Kaori, la sorella del defunto da lui affidatagli in punto di morte. Insieme l'inedita e insolita coppia cercherà di far luce su quanto stia effettivamente accadendo in città, finendo per svelare un complotto ai più alti livelli legato alla diffusione di una potente e rivoluzionaria droga.

City Hunter: chi si rivede

Per chi è cresciuto negli Anni Ottanta e Novanta, il personaggio di Ryo Saeba è una vecchia conoscenza, compagno come Lupin III e le tre sorelle di Occhi di gatto di decine e decine di avventure metropolitane, in quel mondo criminale dove quando la città dorme si entra nel vivo dell'azione. Vi era perciò molta curiosità riguardo all'adattamento in forma live-action del popolare manga/anime di Tsukasa Hojo, che come gli appassionati sapranno non è il primo tentativo di portare gli iconici protagonisti in carne e ossa.

Già negli Anni Novanta infatti avevamo assistito a un improbabile adattamento cinese con nel ruolo principale addirittura... Jackie Chan! Se volete saperne di più, recuperate la nostra recensione di City Hunter - Il film (1993). Ma non solo, infatti ricordiamo anche una serie coreana dal medesimo titolo e anche una versione battente bandiera francese, distribuita come Nicky Larson et le parfum de Cupidon (2018) e incredibilmente apprezzabile.

Con questa nuova versione pensata direttamente per il mercato streaming, per la precisione il catalogo di Netflix, ci troviamo davanti ad una produzione giapponese dura e pura, come si intuisce già dai primi minuti che ci catapultano in questa Tokyo oscura e pop, viva e colorata, nella quale una scheggia impazzita come Ryo si muove perfettamente a suo agio, specchio a suo modo caricaturale di un popolo tra difetti e virtù.

Chi conosce bene le atmosfere dell'originale rimarrà piacevolmente sorpreso dall'approccio adottato, che cerca di restituire più o meno fedelmente i toni farseschi e piccanti e garantisce al contempo una solida presa all'anima action del racconto, trovando un equilibrio inaspettato e per nulla scontato, laddove le trasposizioni spesso perdono contatto con il format alla base. E invece qui il protagonista non nasconde le proprie manie sessuali, un inguaribile seduttore certamente ma anche maniaco ad hoc, in un periodo storico dove spesso al cinema si cercano di nascondere certe tendenze potenzialmente scomode nel clima del politicamente corretto, soprattutto per le produzioni pensate per il grande pubblico.

E invece City Hunter, pur senza scadere mai nella volgarità fine a se stessa ed edulcorando qua e là alcuni risvolti, azzecca il giusto mix tra serio e faceto, rendendo la storia variegata al punto giusto e in grado di intrattenere nel corso dei cento minuti di visione, che fanno auspicare ad un possibile prosieguo della saga anche in questo contesto.

Slow motion, pose plastiche e un po' di sana violenza - mai in ogni caso eccessiva - caratterizzano il lato adrenalinico del film, messo in scena con una regia dinamica e ricca di easter-egg, e interpretato da un cast che bene o male aderisce alle rispettive controparti animate: in particolar modo proprio Ryohei Suzuki ha la giusta faccia da schiaffi e carisma per un ruolo non certo semplice, che sulla carta avrebbe potuto scatenare aspre critiche da parte degli appassionati. Che invece sembrano aver apprezzato, come dimostra il buon numero di visualizzazioni sulla piattaforma di streaming e la convinta risposta da parte della critica, con un onestissimo 75% di recensioni positive a promuovere l'operazione. E noi non possiamo che accodarci.

Per altri titolo usciti recentemente nel catalogo della piattaforma, recuperate la nostra rubrica sulle uscite Netflix di maggio 2024.

City Hunter Spunta in un paio di scene anche l'iconico martellone con cui Kaori prende di mira il malcapitato Ryo e questo è soltanto una tra le tante dichiarazioni d'amore per i fan che hanno luogo nel corso dei cento minuti di visione di City Hunter, ennesimo adattamento in forma di live-action (ma il primo prettamente giapponese) sbarcato nel catalogo di Netflix. Un adattamento che riprende le sfacciate atmosfere alla base, con un protagonista maniaco e dongiovanni che si rivela eroe implacabile e tiratore infallibile nel momento del bisogno, qui al centro di sequenze d'azione dinamiche e ben coreografate, tra pose plastiche e slow-motion, ad offrire un intrattenimento sospeso tra farsa e dramma, sempre vario e in grado di divertire anche nei suoi eccessi tipicamente nipponici.

7

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