«Il rugby nasce dal calcio storico»: lo studio di Matteo Poggi e Filippo Giovannelli arriva al World Rugby | Corriere.it

«Il rugby nasce dal calcio storico»: lo studio di Matteo Poggi e Filippo Giovannelli arriva al World Rugby

diJacopo Storni

I due studiosi: «Il rugby che ha portato allo sport attuale è nato a Livorno nel 1766 e riprende il calcio in costume di Firenze, nato due secoli prima»: la ricerca fra la Toscana e l’Inghilterra

Due fiorentini potrebbero rivoluzionare la storia del rugby. Si chiamano Matteo Poggi e Filippo Giovannelli e sono sicurissimi di quello che affermano: «Gli inglesi dicono che il rugby è un gioco inventato da loro, ma non è vero perché il rugby che ha portato allo sport attuale è nato a Livorno nel 1766 e riprende il calcio in costume di Firenze», nato due secoli prima.

Una scoperta frutto di numerose ricerche fra la Toscana e l’Inghilterra documentata nel libro “Leghorn 1766 e poi nel documentario Ellis? No, un’altra origine del rugby”, una ricerca capillare che adesso, tramite il Comune di Firenze che l’ha sposata, è arrivata al World Rugby e alle principali federazioni internazionali di rugby e potrebbe contribuire a riscrivere la storia di questo sport.

I due autori spiegano i dettagli della loro scoperta: «In epoca granducale il calcio in costume non era giocato solamente a Firenze, ma era diffuso in quasi tutte le città della Toscana, ognuno con piccole varianti locali. A Livorno nel 1766, ad esempio, era giocato da due squadre di 50 giocatori ciascuna e per segnare un caccia si doveva gettare la palla oltre le tribune poste alle spalle dei portieri, al di sopra di una immaginaria traversa».

Da qui, poi, questo gioco, molto simile al futuro rugby, è arrivato in Inghilterra. Ma in che modo? «La Livorno di metà Settecento era una città unica nel suo genere, cosmopolita e abitata da ampie comunità straniere attirate dai privilegi daziari concessi dalle leggi livornine e da un’ampia tolleranza religiosa. Comunità che si erano costituite nelle cosiddette Nazioni, di cui quella inglese era una delle più influenti. Per questa rilevanza, alla Nazione inglese fu concesso il compito di organizzare le due partite di calcio storico nel 1766 in onore della visita del Granduca, incombenza assai gradita da una comunità a cui il gioco del calcio fiorentino già interessava non poco. Per l’occasione, gli inglesi fecero stampare il regolamento utilizzato per i due incontri. Una serie di norme del tutto simili a quelle applicate successivamente al rugby delle origini, quello giocato nella scuola dell’omonima cittadina inglese negli anni Trenta dell’Ottocento e minuziosamente descritto da Thomas Hughes in Tom Brown’s Schooldays, un volume che in Inghilterra ha avuto destino e diffusione simile al nostro Cuore». 

E così questo gioco arriva in Inghilterra, ma l’origine, assicurano gli autori, è toscana. Ma oltre alle molte, troppe similitudini formali, c’è un altro filo rosso che conferma l’origine toscana del rugby. «Il regolamento edito per le partite del 1766 – spiegano i due ricercatori - era firmato da una serie di notabili livornesi e inglesi, tra cui Thomas Earle, che fu poi Maestro di Campo per la squadra celeste sul campo di Piazza Grande a Livorno. Suo nipote Sir Hardman Earle sarà il proprietario del terreno dove, nel dicembre 1857, si disputerà la prima partita di rugby di cui si ha testimonianza storica, tra una rappresentanza di ex alunni di Rugby e una selezione “resto del mondo». 

Due figli di Hardman, Thomas e Hardman jr., furono inoltre alunni della scuola di Rugby negli anni Trenta dell’Ottocento, nel momento in cui il rugby nasceva, in un periodo storico in cui la città di Rugby era meglio nota come importante snodo della nascente ferrovia inglese, di cui Hardman Earle è riconosciuto universalmente come uno dei padri fondatori. In breve: la prima partita di rugby della storia si giocò su un terreno di proprietà di una famiglia, gli Earle di Liverpool, della quale un loro esponente, Thomas, aveva scritto il regolamento di un gioco del tutto simile, la variante livornese del Calcio Fiorentino, e di cui altri due appartenenti erano stati allievi della scuola pubblica di Rugby proprio negli anni in cui il gioco si è sviluppato».

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16 maggio 2024