"Greve" un cugino di "grave", ma più osceno
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È un’espressione che nasce dai contadini e che con fare consolatorio, invita a guardare il lato positivo delle avversità, esattamente come facevano i campagnoli con l’aglio quando faceva brutto tempo. Conoscevi questo detto?
“Ariconsolate co’ l’aglietto” è un modo di dire che i romani conoscono molto bene, essendo questo tipico del dialetto di Roma. A differenza di molte altre espressioni romane, non è però qualcosa che pronunciano spesso. Lo fanno infatti quando sentono che sia necessario dire qualcosa di consolatorio nei confronti di qualcuno che non sta passando un buon momento.
In questo caso si ritrovano quindi a dire “ariconsolate co’ l’aglietto”.
L’espressione si intende come una frase consolatoria, che in genere si usa nei momenti in cui qualcosa va storto. Tra le righe però vuole soprattutto lasciar capire che nonostante la situazione spiacevole che è capitata, bisogna guardare il lato positivo.
Tutto può sempre andare peggio, per cui anche nelle situazioni difficili è bene essere in qualche modo ottimisti e guardare con un occhio positivo quello che funziona. Ecco quindi cosa vuol dire “ariconsolate co’ l’aglietto”.
Per quale ragione però si inserisce l’aglio all’interno di questo modo di dire? Essendo la frase qualcosa di consolatorio, è quasi strano sentir parlare dell’aglio in un contesto del genere.
In realtà sembra sia stato proprio l’aglio a far pronunciare quest’espressione per la prima volta. “Ariconsolate co’ l’aglietto” è una frase che nasce dai contadini e che veniva pronunciata proprio da loro nei momenti in cui il loro raccolto veniva rovinato dal maltempo. Dicevano questa frase perchè nonostante il loro raccolto fosse rovinato, riuscivano quantomeno a salvare l’aglio, per cui su consolavano con questo.
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