Inchiesta corruzione, gli incontri sullo yacht di Spinelli e i telefoni lasciati a terra

Inchiesta corruzione, gli incontri sullo yacht di Spinelli e i telefoni lasciati a terra

In più occasioni si saliva a bordo senza smartphone. Per la Procura una prova del timore di intercettazioni

Che gli incontri a bordo di Leila 2, lo yacht di Aldo Spinelli ormeggiato al porto di Genova, non riguardassero del tutto affari "limpidi" per gli investigatori lo dimostrerebbe una circostanza. 

Lo stesso Spinelli, il figlio Roberto, e l'allora presidente dell'Autorità portuale Paolo Emilio Signorini lasciavano i telefoni su un tavolo esterno prima di entrare nella barca di lusso.

Un modo, per gli investigatori, per evitare di essere intercettati da eventuali trojan sugli smartphone, inconsapevoli però che lo stesso natante fosse stato imbottito di microspie. 

E il giorno 1 dicembre 2021, ovvero alla vigilia della seduta del Comitato di Gestione che avrebbe dovuto deliberare sul rinnovo trentennale della concessione Terminal Rinfuse, si incontrano Toti, Signorini e gli Spinelli per parlare dei termini della proroga.