Sfratto 2024: ti salvi (anche tardivamente) grazie all’art. 668 cpc, come sfruttarlo | DesignMag

Sfratto 2024: ti salvi (anche tardivamente) grazie all’art. 668 cpc, come sfruttarlo

Lo sfratto di casa non è sempre attuabile, soprattutto se si fa appello ad alcune situazioni specifiche come l’articolo 668 cpc.

Quando un inquilino non paga l’affitto il proprietario può richiedere lo sfratto di casa. Per farlo è necessario seguire un iter preciso di convalida che agisce per vie legali e porta a una serie procedure che vanno a tutelare sicuramente le parti nella misura prevista dalla legge.

C’è la richiesta che riguarda la finita locazione e si richiede quindi perché il contratto è terminato, lo sfratto per morosità quindi laddove non siano stati pagati i canoni e lo sfratto per finita locazione che viene convalidato da apposito codice, quando l’inquilino non lascia spontaneamente l’immobile.

Sfratto, ti salvi con l’articolo 668 cpc anche in ritardo

L’obiettivo dello sfratto è ottenere nuovamente la propria casa e prevedere il pagamento dei canoni arretrati se dovuti. Quando l’inquilino non paga, il proprietario può attivarsi nelle sedi legali opportune per far valere i propri diritti. Ovviamente se è sempre stato puntuale e ha dimenticato una mensilità, c’è stato un errore o un problema non è il caso di porsi in allarme, se la situazione continua per un periodo prolungato nonostante i solleciti allora è opportuno intervenire.

sfratto ti salvi tardivamente
Cosa fare in caso di sfratto (designmag.it)

Lo sfratto deve avere dei presupposti per essere convalidato, questo vuol dire o la fine del contratto o la morosità. Per quantificare il danno bisogna considerare la locazione quindi a uso abitativo, o di altra natura. Questo differenzia le tempistiche di intervento previste dalla legge e l’iter successivo. Guardando allo sfratto per morosità che è la casistica comune, l’inquilino riceve prima una lettera di diffida e poi, successivamente, si procede all’iter vero e proprio. Viene notificato l’atto di sfratto dopo il quale l’inquilino può anche opporsi in udienza.

C’è infatti il diritto di difesa del conduttore intimato, garantito dall’articolo 660 cpc. L’inquilino può sfruttare nello specifico il codice 668 che prevede un’opposizione per notifica dell’atto irregolare o motivi di forza maggiore che impediscono di partecipare all’udienza. In presenza di una di queste due condizioni, l’intimato può essere rimesso in termini questo vuol dire difendersi anche quando si trova in “ritardo” rispetto ai termini previsti. Il termine per un’opposizione tardiva è di 10 giorni rispetto all’esecuzione per rilascio.

Sfrattare un inquilino non è una cosa che avviene in breve termine, c’è la fase giudiziale che arriva fino all’udienza, la fase di rilascio che può arrivare anche a un anno e oltre se ci sono condizioni particolari. Per questo è sempre utile trovare un accordo tra le parti per velocizzare la procedura di rilascio dell’immobile e pagamento dei canoni arretrati.

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