Quando, nel 1715, la corte francese lasciò la reggia di Versailles, in seguito alla morte di Luigi XIV, scelse di stabilirsi a Parigi. Tra prati verdi e campagne bucoliche costruirono palazzi sontuosi e sfarzose residenze, adatte a ospiti del calibro della famiglia reale. Era l’inizio di tutto: uno dopo l’altro vennero realizzati i palazzi più belli della città, una sfilata di architetture di pregio, dove ogni dettaglio era studiato ad arte, con le facciate realizzate secondo le tendenze più in voga all’epoca, circondate da giardini impeccabili. Chiamarono quel ricco viale Faubourg Saint-Honoré, e tutti i reali, i principi e le nobildonne vivevano lì. Alla fine del Diciannovesimo secolo, tra le residenze più sontuose di Parigi c’era il Palazzo dell'Eliseo, che, con la Repubblica, divenne la residenza ufficiale dei presidenti di Francia.

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Courtesy Le Bristol Paris

La zona era sempre più animata, vivace, ricca e, nello stesso periodo, iniziarono ad apparire le prime sartorie che confezionavano abiti su misura, accessori unici e le boutique di lusso. Quando il sellaio Hermès e la sarta Jeanne Lanvin aprirono il loro atelier, rue du Faubourg Saint-Honoré era il cuore della Parigi più alla moda. A renderla ancora più mondana fu, qualche tempo dopo, il visionario Hippolyte Jammet, che nel 1923 acquistò un imponente palazzo, l'antica proprietà di Jules de Castellane. Il suo sogno era trasformare la residenza nell'hotel più lussuoso della Ville Lumiere. Lo chiamò Le Bristol in omaggio al vescovo Frederick Hervey, quarto conte di Bristol, un grande appassionato di viaggi, esigente ed elegante, famoso nel Diciottesimo secolo per le sue abitudini ricercate, per il suo amore per le comodità e gli standard altissimi che cercava in ogni soggiorno.

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Courtest Le Bristol Paris

L'inaugurazione de Le Bristol Paris nel 1925 fu l’evento del secolo. All’apertura c’era tutto il bel mondo e l'elite francese. E continuò ad esserci, anche nei decenni successivi: l’hotel non era solo un posto di passaggio, amato dai viaggiatori internazionali. A Faubourg Saint-Honoré, i ruggenti anni Venti erano il periodo d'oro di Josephine Baker, Sydney Bechet e Charleston. Le Bristol Paris era la loro casa lontana da casa, il salotto di bien vivre più in voga del tempo. In una Parigi libera, spensierata e festaiola, l’hotel attirò tutti i grandi nomi del mondo della cultura, dell’arte e della moda: tra gli ospiti fissi c’erano da Rochas a Balenciaga, Chanel e Schiaparelli, ma anche Picasso, Mondrian e Dalì. I decenni successivi segnarono il successo definitivo della famosa via, incoronandola la più elegante della Capitale.

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Courtesy Le Bristol Paris

Nel 1954, la prima boutique Pierre Cardin aprì al 118 di rue du Faubourg Saint-Honoré. Seguirono tutte le grandi firme delle maison, da Christian Lacroix a Louboutin. Una dopo l'altra, importanti boutique, gallerie d'arte e ambasciate hanno aperto nei due chilometri di superficie della strada, che racconta tra i suoi eleganti palazzi la storia della città. Dall'Ambasciata del Canada e a quella inglese, dal Ministero degli Interni francese all'Eliseo, tra le tappe da non perdere, c'è la casa studio di Gustave Eiffel, datato 1850, e la residenza dove ha vissuto Igor Stravinsky, e poi la sede di Mariage Frères, pregiata compagnia di te fondata nel 1854. Il cuore della scena è da sempre l'hotel: tra le sue sale piene di magia ed eleganza, ci passavano nobili, artisti, celebrità, Konrad Adenauer, Kim Novak, Rita Hayworth e Charlie Chaplin. Icona dell’eleganza e dell’art de vivre francese sin dalla sua apertura, Le Bristol Paris - parte di oggi di Oetker Collection - è tra i più celebri indirizzi della capitale francese. Grazie alla sua vicinanza all'epicentro dell’haute couture francese, con i suoi interni settecenteschi nascosti dietro la facciata art déco, i mobili antichi e le opere d'arte ovunque, è un indirizzo pieno di fascino, arte e lusso, in cui scoprire l'eleganza di Faubourg Saint-Honoré e lo spirito più ricercato della città.

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Credit Le Bristol Paris

Per rivivere le atmosfere del tempo, la Royal Suite evoca la raffinatezza di una residenza privata del Diciottesimo secolo e si affaccia sul vasto giardino o cortile fiorito dell'hotel. Esempio dello stile ricercato francese, le suite sono adornate con mobili d'epoca Luigi XV e Luigi XVI in legni rari, stampe antiche e sete preziose. Pezzi di design su misura delle firme dell'alta moda ricordano la storia della strada, da Braquenié a Pierre Frey e Taillardat. Da non perdere una tappa gastronomica negli eccellenti ristoranti che hanno reso la via una tappa culinaria gourmet: a partire dal celebre Epicure, tre stelle Michelin, in cui provare una cucina raffinata in un ambiente di grande eleganza. Ma anche 114 Faubourg, brasserie che di stella ne ha una e propone un viaggio gourmet firmato dallo Chef Vincent Schmit. O un Afternoon Tea al Café Antonia, un'autentica istituzione parigina: gustando le delizie del pasticcere in giardino, sulle porcellane Raynaud Wing Song, accompagnate da croque-monsieur al tartufo, Lobster Roll e champagne.

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Romeo Balancourt

Oltre all’oasi dedicata al benessere firmata La Prairie, per una pausa di relax, vale la pena salire al sesto piano, dove, sospesa tra terra e cielo, l’albergo custodisce una magnifica piscina. Progettata dal professor Pineau – architetto dietro gli yacht di Stavros Niarchos e Aristotele Onassis – come un’imponente caravella anni Venti. Due affreschi trompe-l'oeil realizzati dall’artista francese Pierre-Marie Rudelle impreziosiscono l’immaginaria prua. Inoltre offre ampie finestre e un solarium in teak da cui ammirare scorci mozzafiato della città, dalla Tour Eiffel alla cupola del Sacro Cuore. Un colpo d'occhio unico sulla bellezza di Faubourg Saint-Honoré.