Chi era Mona von Bismarck? Una donna cinica e calcolatrice, per i suoi cinque matrimoni o l’incarnazione del sogno americano, realizzato con assoluta volontà e determinazione? Quel che è certo è che Margaret Edmona Travis Strader, nata nel 1897 a Louisville da un’umile famiglia di allevatori di cavalli del Kentucky è riuscita a trasformarsi in un’icona, in una delle donne che più ha influenzato lo stile di un’epoca, «l’epitome di tutto ciò che il gusto e il lusso possono far fiorire» come l’aveva definita Cecile Beaton.

Il nome e la favola di questa Cenerentola, che riuscì a scalare le vette più alte del regno sono oggi poco conosciute. Eppure rilevanti testimonianze sono conservate nei luoghi da lei più amati, le splendide dimore di Parigi, New York e soprattutto Capri, dove si dedicava quotidianamente agli incantevoli giardini della villa che oggi porta il suo nome, dove la sua leggenda ancora sopravvive.

Proprio dall’Isola Azzurra è partito Bruno Pisaturo, avvocato e manager di origine napoletana, alla sua prima prova letteraria, che ha ricostruito la stupefacente biografia della contessa nel libro “I giardini del fascino. La straordinaria vita di Mona Bismarck tra New York, Parigi e Capri” (Edizioni la Conchiglia, 236 pagine).

L’aristocrazia internazionale

Il viaggio verso l’aristocrazia internazionale della giovane Mona passa attraverso una serie di matrimoni strategici e fortunati: Henry J. Schlesinger, facoltoso banchiere di Chicago, il milionario James Irving Bush, considerato l’uomo più bello d’America, che la introduce nell’alta società e Harrison Williams, uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti, che le permise di consolidare la sua posizione come una delle donne più influenti e agiate del mondo. Fu però il quarto matrimonio, con il conte Edward von Bismarck, pronipote del famoso cancelliere tedesco Otto von Bismarck, a darle il titolo nobiliare che la rese celebre.

Storica musa dello stilista Balenciaga, dotata di uno stile impeccabile e di un amore smisurato per la moda, è stata la prima donna americana ad essere eletta, nel 1933 e nel 1934, da famosi couturier come Chanel, Vionnet e Lanvin “The Best Dressed Woman in the World”.

Un’impronta indelebile

Mona ha lasciato un’impronta indelebile non solo nella moda, ma anche nelle arti e nella filantropia. La sua residenza parigina divenne un punto di ritrovo per artisti, intellettuali e membri dell’alta società. Alla sua morte nel 1983, la sua casa fu trasformata nella Mona Bismarck American Center for Art & Culture, un’istituzione dedicata alla promozione delle arti e della cultura americane in Europa.

Una vita da ricordare anche per i singolari primati che ha saputo raggiungere: Williams le regalò per le nozze una collana con lo zaffiro più grande del mondo (successivamente donato allo Smithsonian Museum) e la portò in luna di miele sul suo Warrior, la più grande e costosa imbarcazione da diporto dell’epoca.

Possedeva una collezione di abiti d’alta moda considerata il guardaroba più prezioso che esistesse. È stata ritratta da Salvador Dalì in un dipinto venduto qualche anno fa in asta da Sotheby’s per 2,5 milioni di dollari. Cole Porter la cita come «la donna meglio vestita della città» in una canzone scritta per il musical di Broadway ridin’ high. Truman Capote l’ha inserita come Kate McCloud nel suo libro preghiere esaudite.

Mona Bismarck non solo ha vissuto una vita straordinaria, ha incarnato un’epoca di eleganza e raffinatezza ormai scomparsa che ancora oggi, anche attraverso le pagine del libro di Bruno Pisaturo, continua a ispirare e affascinare.


“I Giardini del fascino. La straordinaria vita di Mona Bismarck tra New York, Parigi e Capri” di Bruno Pisaturo è edito da La Conchiglia (2022, pp. 236).  

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