GATECREEPER - Dark Superstition

GATECREEPER – Dark Superstition

Pubblicato il 11/05/2024 da
voto
7.0
  • Band: GATECREEPER
  • Durata: 00:35:00
  • Disponibile dal: 17/05/2024
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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I Gatecreeper hanno sempre saputo come far vibrare le corde dei fan del death metal più muscoloso, affine in certi casi anche ad ambienti crossover e hardcore, ma con il loro nuovo lavoro, “Dark Superstition”, il primo per Nuclear Blast Records, gli statunitensi cercano di guardare oltre, mettendo in primo piano certe influenze nordeuropee per addentrarsi in un territorio più melodico e orecchiabile.
Fin dalle prime note, emerge dunque una curiosa evoluzione rispetto ai loro esordi, quando un groove modellato su capisaldi come i Dismember di “Massive Killing Capacity” e il repertorio Bolt Thrower era identificabile come il primo marchio di fabbrica della formazione. Questa volta, invece, Chase Mason e soci scelgono di lasciarsi andare e di rockeggiare, prendendo come punto di riferimento – almeno per certi brani – quel particolare periodo a metà degli anni Novanta in cui varie band di estrazione death e doom metal iniziarono a sperimentare con la melodia, arie gotiche e con strutture più rock.
È un cambiamento che potrebbe risultare sorprendente per i fan di lunga data, abituati alla potenza e all’incedere quadrato di album come “Sonoran Depravation” e “Deserted”. Tuttavia, questo nuovo approccio potrebbe anche aprire le porte a un pubblico più ampio, magari incuriosito da sonorità maggiormente accessibili.
Le influenze di band come i Paradise Lost di “Icon”, i Cemetary di “Godless Beauty” e i Desultory di “Bitterness” sono evidenti in vari punti, anche se potrebbero risultare meno familiari ai fan più giovani o meno esperti.
Pezzi come “The Black Curtain” e “Flesh Habit”, in particolare, sottolineano una vena tenebrosa e al contempo ritmata che non può fare a meno di evocare lo stile di Greg Mackintosh nei cosiddetti anni d’oro, ovviamente con le dovute proporzioni; in un sound che tutto sommato punta ancora su istanze death metal, perlomeno in alcuni momenti, questi sono a tutti gli effetti i primi veri ‘singoli’ confezionati dal gruppo in carriera, forti di una struttura e di un gusto melodico potenzialmente capaci di parlare a una platea diversa da quella che sinora ha seguito i ragazzi. In tal senso, uno dei punti deboli di “Dark Superstition” – e di questo tipo di canzoni in particolare – potrebbe essere la voce di Mason, che resta ancorata a un growl piuttosto standard. Sebbene funzioni bene nei brani aggressivi – che appunto hanno ancora il loro spazio nella tracklist, vedi “Masterpiece of Chaos” o “Mistaken for Dead” – potrebbe risultare meno adeguata negli episodi più melodici. Un’evoluzione alla Nick Holmes potrebbe  dunque essere auspicabile per arricchire ulteriormente il suono della band e convincere definitivamente un pubblico diverso.
Nonostante ciò, il disco resta comunque gradevole. Al di là di un pezzo come “Caught in the Treads”, in cui la melodia e la vena massiccia scadono in un tema simil Amon Amarth piuttosto dozzinale, le sonorità più catchy sono supportate da riff e melodie tutto sommato azzeccati, che catturano l’attenzione nel giro di breve tempo, riportando alla mente tanti dischi “di passaggio” che vari ascoltatori ‘attempati’ probabilmente avranno nelle loro collezioni.
Sebbene non si tratti quindi di un’innovazione rivoluzionaria nel panorama del death metal, a maggior ragione europeo, questo parziale cambio di rotta per i Gatecreeper riesce dunque a configurarsi come un album che merita di essere ascoltato, soprattutto da chi si sente nostalgico o da coloro che sono disposti a esplorare nuovi territori sonori senza rinunciare completamente alla potenza e alla verve che caratterizzano questo genere musicale.

TRACKLIST

  1. Dead Star
  2. Oblivion
  3. The Black Curtain
  4. Masterpiece of Chaos
  5. Superstitious Vision
  6. A Chilling Aura
  7. Caught in the Treads
  8. Flesh Habit
  9. Mistaken For Dead
  10. Tears Fall From the Sky
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